Eventi e cultura
Ritorna il Teatro Diffuso a Giovinazzo
Questa sera appuntamento con "Digiunando davanti al mare"
Giovinazzo - venerdì 3 marzo 2017
Avevano viziato il pubblico giovinazzese e ci riprovano anche quest'anno, viste le tante richieste. Torna presso il Teatro Diffuso a Giovinazzo, da un'idea dei Senza Piume e del Vecchio Caffè Amoia, in collaborazione con Explorer e, novità, il sostegno si Saicaf.
Si parte questa sera, alle ore 21.00, presso il Vecchio Caffè, con Giuseppe Semeraro ed il suo "Digiunando davanti al mare", un omaggio a Danilo Dolci. Il progetto artistico è dello stesso Semeraro, che sarà da solo in scena, mentre la regia è affidata a Fabrizio Saccomanno ed allo stesso attore. Drammaturgia di Francesco Niccolini, per una produzione griffata Principio Attivo Teatro.
«La figura di Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione - scrivono nella pagina ufficiale Facebook -: poeta, intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori, dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a Premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare.
Sempre in quegli anni - continua la spiegazione - con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l'università popolare insieme a tanti progetti culturali. Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che sfociò nel grande "Sciopero alla rovescia"; manifestazione che rivendicava il fatto che dei disoccupati, per protesta, andavano a lavorare rendendosi utili in lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati siciliani, ricordare all'Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un'utilità pubblica».
Dolci fu arrestato e quell'arresto diede luogo ad una sorta di "prima" e "dopo, uno spartiacque nelle vicende sociali del dopoguerra. Da quelle vicende, dimenticate dai più, legate alla figura di un uomo definito un «gigante», nasce questo spettacolo teatrale «che tenta non solo di raccontarne i momenti più importanti ma di evocarli con il corpo nudo del teatro».
Da non perdere.
Si parte questa sera, alle ore 21.00, presso il Vecchio Caffè, con Giuseppe Semeraro ed il suo "Digiunando davanti al mare", un omaggio a Danilo Dolci. Il progetto artistico è dello stesso Semeraro, che sarà da solo in scena, mentre la regia è affidata a Fabrizio Saccomanno ed allo stesso attore. Drammaturgia di Francesco Niccolini, per una produzione griffata Principio Attivo Teatro.
«La figura di Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione - scrivono nella pagina ufficiale Facebook -: poeta, intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori, dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a Premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare.
Sempre in quegli anni - continua la spiegazione - con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l'università popolare insieme a tanti progetti culturali. Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che sfociò nel grande "Sciopero alla rovescia"; manifestazione che rivendicava il fatto che dei disoccupati, per protesta, andavano a lavorare rendendosi utili in lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati siciliani, ricordare all'Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un'utilità pubblica».
Dolci fu arrestato e quell'arresto diede luogo ad una sorta di "prima" e "dopo, uno spartiacque nelle vicende sociali del dopoguerra. Da quelle vicende, dimenticate dai più, legate alla figura di un uomo definito un «gigante», nasce questo spettacolo teatrale «che tenta non solo di raccontarne i momenti più importanti ma di evocarli con il corpo nudo del teatro».
Da non perdere.