Eventi e cultura
Notte Bianca della Poesia, le nostre considerazioni ed il commento di Nicola De Matteo
Tiriamo le somme dell'ottava edizione andata in scena a Giovinazzo il 23 giugno scorso
Giovinazzo - martedì 26 giugno 2018
07.00
«Il successo della ottava edizione della Notte Bianca della Poesia organizzata dall'Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo presso l'antico convento dei Padri Domenicani di Giovinazzo, non è sancito dal numero dei poeti o visitatori intervenuti, ma dall'aver messo insieme Culture differenti, provenienze territoriali differenti, identità differenti, facendo incontrare linguaggi differenti che cercano la bellezza in uno scambio ricco di fantasia e di condivisione».
Così Nicola De Matteo, ideatore della kermesse, ha voluto tirare le somme della bella serata del 23 giugno scorso, quando l'Istituto Vittorio Emanuele II ha ospitato una rassegna che sembra essere divenuta un appuntamento fisso per gli appassionati del genere letterario di diverse zone della Puglia e non solo. Migliaia le visite, tantissimi i reading, oltre 200 poeti, 25 associazioni del settore, editori da diverse città a sancire che Giovinazzo può davvero essere la Città della Poesia, a patto che si creda definitivamente in questa manifestazione e che la si supporti fino in fondo.
L'entusiasmo del Sindaco, Tommaso Depalma, è andato di pari passo con quanto espresso dal deus ex machina della manifestazione lettararia. Una manifestazione, è bene intenderci, che ha ancora lacuna, qualcosa da rivedere, aspetti senz'altro migliorabili, ma ha il pregio di non essere quasi mai uguale a se stessa. E la sensazione che ha pervaso molti addetti ai lavori è che essa possa ben sopravvivere e crescere proprio all'interno dello spazio dell'IVE, più raccolto, più idoneo rispetto al meraviglioso quanto dispersivo borgo antico.
Sembra quella la sua sede naturale dopo aver abbandonato il Palazzo della ex Provincia a Bari. Lo sembra, perché forse lo è. Se poi si vorrà riportare la rassegna nella parte vecchia di Giovinazzo, dove si sono svolte la sesta e settima edizione, lo si dovrà fare, a nostro sommesso parere, cercando di pensarla come la rassegna che distingue questa cittadina dalle altre, come accade per "Il Libro possibile" a Polignano a Mare o per "Libri nel Borgo Antico" a Bisceglie. E tutto ciò vuol dire ingenti investimenti, comunali e metropolitani, in termini di immagine, comunicazione e promozione. Con un pizzico di programmazione in più e con qualche fondo in più, si potrà davvero sognare di farne un pilastro della cultura non solo in Puglia.
«È inutile battibeccare sulle difficoltà oggettive riscontrate da noi organizzatori nel contenere e soddisfare una massa di visitatori, poeti, critici letterari, musicisti, attori, giornalisti, tecnici e semplici curiosi - ha proseguito De Matteo -. Importante è, invece, comprendere che la Notte Bianca della Poesia è un percorso virtuoso ricco di pensiero, di creatività, di passione autentica. In tanti ritrovano nella Notte bianca un luogo trasparente e autentico di resistenza all'inciviltà - è la giusta considerazione di De Matteo -.Poetare è metter fuori le proprie sensazioni, le proprie convinzioni, le proprie passioni e, quindi, stupirsi e stupire chi ascolta. Cristanziano Serricchio ha scritto: "...la poesia resta arte-rifugio, speranza di vita".
Qui, nel Chiostro dei Domenicani, in un luogo che è memoria e storia, grazie anche alla poesia - è stata la sua conclusione -, la ricchezza interiore nel tempo della vecchiaia può tornare ad essere semplice e spontanea come quella dei fanciulli».
Così Nicola De Matteo, ideatore della kermesse, ha voluto tirare le somme della bella serata del 23 giugno scorso, quando l'Istituto Vittorio Emanuele II ha ospitato una rassegna che sembra essere divenuta un appuntamento fisso per gli appassionati del genere letterario di diverse zone della Puglia e non solo. Migliaia le visite, tantissimi i reading, oltre 200 poeti, 25 associazioni del settore, editori da diverse città a sancire che Giovinazzo può davvero essere la Città della Poesia, a patto che si creda definitivamente in questa manifestazione e che la si supporti fino in fondo.
L'entusiasmo del Sindaco, Tommaso Depalma, è andato di pari passo con quanto espresso dal deus ex machina della manifestazione lettararia. Una manifestazione, è bene intenderci, che ha ancora lacuna, qualcosa da rivedere, aspetti senz'altro migliorabili, ma ha il pregio di non essere quasi mai uguale a se stessa. E la sensazione che ha pervaso molti addetti ai lavori è che essa possa ben sopravvivere e crescere proprio all'interno dello spazio dell'IVE, più raccolto, più idoneo rispetto al meraviglioso quanto dispersivo borgo antico.
Sembra quella la sua sede naturale dopo aver abbandonato il Palazzo della ex Provincia a Bari. Lo sembra, perché forse lo è. Se poi si vorrà riportare la rassegna nella parte vecchia di Giovinazzo, dove si sono svolte la sesta e settima edizione, lo si dovrà fare, a nostro sommesso parere, cercando di pensarla come la rassegna che distingue questa cittadina dalle altre, come accade per "Il Libro possibile" a Polignano a Mare o per "Libri nel Borgo Antico" a Bisceglie. E tutto ciò vuol dire ingenti investimenti, comunali e metropolitani, in termini di immagine, comunicazione e promozione. Con un pizzico di programmazione in più e con qualche fondo in più, si potrà davvero sognare di farne un pilastro della cultura non solo in Puglia.
«È inutile battibeccare sulle difficoltà oggettive riscontrate da noi organizzatori nel contenere e soddisfare una massa di visitatori, poeti, critici letterari, musicisti, attori, giornalisti, tecnici e semplici curiosi - ha proseguito De Matteo -. Importante è, invece, comprendere che la Notte Bianca della Poesia è un percorso virtuoso ricco di pensiero, di creatività, di passione autentica. In tanti ritrovano nella Notte bianca un luogo trasparente e autentico di resistenza all'inciviltà - è la giusta considerazione di De Matteo -.Poetare è metter fuori le proprie sensazioni, le proprie convinzioni, le proprie passioni e, quindi, stupirsi e stupire chi ascolta. Cristanziano Serricchio ha scritto: "...la poesia resta arte-rifugio, speranza di vita".
Qui, nel Chiostro dei Domenicani, in un luogo che è memoria e storia, grazie anche alla poesia - è stata la sua conclusione -, la ricchezza interiore nel tempo della vecchiaia può tornare ad essere semplice e spontanea come quella dei fanciulli».