Cronaca
Estorsioni e usura, arrestati 5 esponenti del clan Strisciuglio
Vittima un imprenditore barese costretto a pagare interessi fino al 600% annui
Giovinazzo - lunedì 30 aprile 2018
11.39
Avrebbero costretto un imprenditore barese a pagare interessi fino al 600% annui portando la sua attività sull'orlo del fallimento. Nella mattinata odierna, infatti, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque persone.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, è stato eseguito nei confronti di altrettanti soggetti, contigui al clan Strisciuglio, ritenuti responsabili di usura ed estorsione, in concorso, ai danni dei gestori di un noto esercizio commerciale di Bari Santo Spirito.
Le indagini, condotte dalla Stazione dei Carabinieri di Bari Santo Spirito, con il coordinamento della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, sono state avviate al fine di accertare l'inspiegabile (a fronte degli ingenti introiti) situazione deficitaria in cui stavano versando i gestori del citato esercizio commerciale, ormai alle soglie del fallimento.
Nonostante la reticenza delle vittime, sottoposte a ripetute minacce di atti ritorsivi nei loro confronti e dei loro cari, ad opera degli indagati, i militari sono riusciti a documentare il debito contratto dai commercianti, nei confronti degli arrestati. Questi ultimi, grazie all'intermediazione iniziale del pluripregiudicato Onofrio Caldarulo, 45enne, erano arrivati a sottrarre agli esercenti la somma complessiva di oltre mezzo milione di euro.
La strategia adottata dal gruppo oggetto d'indagine è stata quella di proporre, grazie alla mediazione del citato Caldarulo, piccoli prestiti, di volta in volta elargiti dagli altri pregiudicati Vito Pascale, 57enne, Giovanni Valentino, 49enne, Maurizio Maino, 45enne, e Andrea Maisto, 43enne, attraverso i quali si è innescato un meccanismo di recupero complessivo di credito che è arrivato talvolta anche a superare il 600% di tasso (su base annua).
Un tasso basato sulla restituzione del capitale entro il mese, pena l'accumulo del residuo ed il suo raddoppio. Con gli odierni arresti, le vittime, ormai avvinte nella morsa dell'usura sin dal 2012 e sprovviste delle risorse economiche necessarie sin anche a pagare le piccole spese familiari, sono tornate libere di poter raccogliere i frutti del proprio lavoro, non dovendo patire più per la propria incolumità.
Gli arrestati, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, sono stati tradotti nella casa circondariale di Bari.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, è stato eseguito nei confronti di altrettanti soggetti, contigui al clan Strisciuglio, ritenuti responsabili di usura ed estorsione, in concorso, ai danni dei gestori di un noto esercizio commerciale di Bari Santo Spirito.
Le indagini, condotte dalla Stazione dei Carabinieri di Bari Santo Spirito, con il coordinamento della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, sono state avviate al fine di accertare l'inspiegabile (a fronte degli ingenti introiti) situazione deficitaria in cui stavano versando i gestori del citato esercizio commerciale, ormai alle soglie del fallimento.
Nonostante la reticenza delle vittime, sottoposte a ripetute minacce di atti ritorsivi nei loro confronti e dei loro cari, ad opera degli indagati, i militari sono riusciti a documentare il debito contratto dai commercianti, nei confronti degli arrestati. Questi ultimi, grazie all'intermediazione iniziale del pluripregiudicato Onofrio Caldarulo, 45enne, erano arrivati a sottrarre agli esercenti la somma complessiva di oltre mezzo milione di euro.
La strategia adottata dal gruppo oggetto d'indagine è stata quella di proporre, grazie alla mediazione del citato Caldarulo, piccoli prestiti, di volta in volta elargiti dagli altri pregiudicati Vito Pascale, 57enne, Giovanni Valentino, 49enne, Maurizio Maino, 45enne, e Andrea Maisto, 43enne, attraverso i quali si è innescato un meccanismo di recupero complessivo di credito che è arrivato talvolta anche a superare il 600% di tasso (su base annua).
Un tasso basato sulla restituzione del capitale entro il mese, pena l'accumulo del residuo ed il suo raddoppio. Con gli odierni arresti, le vittime, ormai avvinte nella morsa dell'usura sin dal 2012 e sprovviste delle risorse economiche necessarie sin anche a pagare le piccole spese familiari, sono tornate libere di poter raccogliere i frutti del proprio lavoro, non dovendo patire più per la propria incolumità.
Gli arrestati, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, sono stati tradotti nella casa circondariale di Bari.