La notte in cui tornammo ad essere orgogliosi del nostro Paese
Un anno fa il successo agli Europei di calcio
Giovinazzo - lunedì 11 luglio 2022
17.39
Quelle bandiere e quella confusione gioiosa le avevamo dimenticate nei mesi pandemici più duri. Eravamo anestetizzati, chiusi da un tempo senza tempo caratterizzato dalla paura.
Quei ragazzi guidati da Roberto Mancini ci ridiedero il sorriso e l'orgoglio di sentirsi italiani. Campioni d'Europa, un anno fa, in casa degli inglesi contro gli inglesi, nella pazza sera dell'11 luglio, prima della festa nella lunga notte sino all'alba del 12. Un anno fa e, purtroppo, dal punto di vista sportivo una vita fa, perché abbiamo fallito l'accesso ai Mondiali qatarioti e perché il credito internazionale conquistato sul campo si è iniziato a dissolvere sin dai mesi autunnali, quando abbiamo perso in casa la Nations League e poi ci siamo consegnati a Svizzera e Macedonia del Nord per il più grande fallimento calcistico a livello di nazionale dal dopoguerra in poi.
Dall'altare alla polvere, il Dio Eupalla dà, il Dio Eupalla toglie.
Eppure un anno fa, in quella notte così dolce e così pazza, ci sentimmo di nuovo liberi dalle paure e ci sembrò una nazione grandissima e potente quella in cui vivevamo. Ci sentimmo, va detto e scritto, un po' invincibili, come i ragazzi di Mancini che non persero per 37 volte consecutive prima e dopo la rassegna continentale.
E così piazza Vittorio Emanuele II diede idealmente la mano a piazza Prefettura a Bari, a piazza Duomo a Milano, piazza Plebiscito a Napoli ed al Circo Massimo a Roma. Eravamo Paese, unito, sotto il tricolore finalmente in auge e non vilipeso da politicanti e sportivi non all'altezza.
Vincemmo tutti quella notte, vincemmo dopo 53 anni il Campionato d'Europa di calcio e conquistammo insieme ad esso la voglia di tornare ad essere comunità coesa. Vincemmo e sembra una vita fa.
Le sconfitte sul campo (inezie in realtà) e le tragedie ben peggiori in corso in Europa ci hanno restituito quella fitta nebbia all'orizzonte che caratterizzò i mesi prima della grande cavalcata nel Regno d'Albione.
Per questi motivi quella notte, quella notte magica come nel 2006 e nel 1982 (40 anni tondi oggi per un'altra impresa raccontata anche al cinema), va celebrata e ricordata. Oggi, soprattutto oggi. Torneremo più forti, sul rettangolo verde e fuori da esso. Si spera...
Quei ragazzi guidati da Roberto Mancini ci ridiedero il sorriso e l'orgoglio di sentirsi italiani. Campioni d'Europa, un anno fa, in casa degli inglesi contro gli inglesi, nella pazza sera dell'11 luglio, prima della festa nella lunga notte sino all'alba del 12. Un anno fa e, purtroppo, dal punto di vista sportivo una vita fa, perché abbiamo fallito l'accesso ai Mondiali qatarioti e perché il credito internazionale conquistato sul campo si è iniziato a dissolvere sin dai mesi autunnali, quando abbiamo perso in casa la Nations League e poi ci siamo consegnati a Svizzera e Macedonia del Nord per il più grande fallimento calcistico a livello di nazionale dal dopoguerra in poi.
Dall'altare alla polvere, il Dio Eupalla dà, il Dio Eupalla toglie.
Eppure un anno fa, in quella notte così dolce e così pazza, ci sentimmo di nuovo liberi dalle paure e ci sembrò una nazione grandissima e potente quella in cui vivevamo. Ci sentimmo, va detto e scritto, un po' invincibili, come i ragazzi di Mancini che non persero per 37 volte consecutive prima e dopo la rassegna continentale.
E così piazza Vittorio Emanuele II diede idealmente la mano a piazza Prefettura a Bari, a piazza Duomo a Milano, piazza Plebiscito a Napoli ed al Circo Massimo a Roma. Eravamo Paese, unito, sotto il tricolore finalmente in auge e non vilipeso da politicanti e sportivi non all'altezza.
Vincemmo tutti quella notte, vincemmo dopo 53 anni il Campionato d'Europa di calcio e conquistammo insieme ad esso la voglia di tornare ad essere comunità coesa. Vincemmo e sembra una vita fa.
Le sconfitte sul campo (inezie in realtà) e le tragedie ben peggiori in corso in Europa ci hanno restituito quella fitta nebbia all'orizzonte che caratterizzò i mesi prima della grande cavalcata nel Regno d'Albione.
Per questi motivi quella notte, quella notte magica come nel 2006 e nel 1982 (40 anni tondi oggi per un'altra impresa raccontata anche al cinema), va celebrata e ricordata. Oggi, soprattutto oggi. Torneremo più forti, sul rettangolo verde e fuori da esso. Si spera...