Hockey
«L'AFP Giovinazzo non può morire in serie B»
Nino Caricato guiderà i biancoverdi. Il club: «Questa scelta rappresenta un forte segnale di cambiamento»
Giovinazzo - mercoledì 18 dicembre 2019
10.01
«L'AFP Giovinazzo non può morire in serie B». Lo afferma Nino Caricato, vice di Massimo Mariotti in Nazionale, chiamato a guidare l'AFP Giovinazzo nel prossimo campionato di serie B. «Serviva una svolta - dichiara Dino Camporeale - ed eccola servita come regalo di Natale a tutti i tifosi biancoverdi».
Secondo il numero uno del club, «questa scelta rappresenta un segnale di cambiamento rivolto all'intero ambiente hockeystico italiano: vogliamo riprenderci il posto che ci spetta, lo vogliamo fare con i ragazzi di Giovinazzo e nel più breve tempo possibile. Perché proprio Caricato? Per riportare l'AFP in alto continuando a valorizzare i giovani del posto su cui il nuovo tecnico punta molto», sottolinea Camporeale che continuerà ad allenare le selezioni under 15 e 17.
L'allenatore biancoverde, tra i protagonisti dei successi del biennio 1979-81 ed in riva all'Adriatico sino al 2014, è tornato «perché - spiega al termine del suo primo allenamento, tenutosi ieri al PalaPansini, sotto gli occhi del vice presidente Sabino Dangelico -, vista la situazione dell'hockey meridionale mi è sembrato alquanto strano che non si potesse rimettere in piedi, nel sud Italia, una squadra competitiva con l'obiettivo di poter gareggiare a determinati livelli».
«Non c'è niente, in questo momento - tuona il 68enne tecnico barese, che iniziò la sua carriera proprio nel Bari, prima di avere un'esperienza a Roma -. Tra Salerno e Matera si vede ben poco, l'unica squadra che ha un futuro e dei giovani è l'AFP. E quindi impegnarmi in questa avventura, penso anche molto pericolosa perché c'è tanto da lavorare, mi ha stimolato un attimo. L'insistenza dei dirigenti ha fatto il resto, il sangue non ha resistito e alla fine ho dovuto accettare».
«Dalla serie B si può partire». Ne è sicuro Caricato, che nella sua lunghissima carriera ha allenato numerose squadre, tra cui il Matera, il Lodi ed il Vercelli. Il suo maggiore successo è stato portare il Vercelli in finale di Champions League: «Io ho lavorato con team di serie A1, ma sono queste sfide che ti danno degli stimoli diversi. E lo stimolo mi è venuto perché l'AFP è l'unico club che ha dei giovani che potrebbero crescere, come una volta è successo con noi».
A Giovinazzo, infatti, l'ingegnere Michele Scianatico, prima della crisi, aveva fatto in tempo a pensare alla ricreazione dei suoi dipendenti, facendo costruire il parco Giovanni Scianatico, con annessa pista in cemento. Così accadde che tutti si misero a pattinare. «La vecchia AFP - ricorda Caricato - è nata lì, poi Gianni Massari ha creato una squadra forte. E proprio da quella squadra sono nati i vari Colamaria, Marzella, Turturro e Cannato. Ma loro non sono nati già giocatori di hockey, lo sono diventati».
«Lo sono diventati quando avevano 15 anni, l'età media dell'attuale AFP - rimarca il nuovo tecnico -. Non pretendo che io possa creare dei Marzella e dei Colamaria, ma neanche una squadra che debba morire in serie B. Nel mio piccolo nutro la speranza di creare una squadra che possa tornare quanto meno in serie A2. E poi, è bene dirlo, tutte le squadre sono partite dalla serie B: il Grosseto, ad esempio, che ora è in serie A2. Tutte le squadre partono dal basso, magari si potesse iniziare dalla serie A1».
Per il tecnico proprio la serie A1, mantenuta per 11 lunghi anni con il terzo posto conquistato nel 2012 (la squadra era diretta proprio da Caricato, nda), «ci ha bruciati: abbiamo perso tempo, soldi e ci siamo ritrovati in questa situazione. Adesso bisogna avere l'umiltà di ripartire da zero e di ricostruire un team che possa riportare gente al PalaPansini. Se non ci fosse questo stimolo, se avessi trovato atleti di 40 anni, probabilmente - ammette candidamente - sarei rimasto a casa a vedere la televisione».
«Poter dire, un giorno, di aver di nuovo portato nel gruppo della serie A l'AFP - ci tiene a dire Caricato - è uno stimolo che mi appassiona». A proposito di serie A: «La serie A1 è abbastanza mediocre. Ci sono troppi stranieri e di questo ne paga le conseguenze la Nazionale: non c'è nessuno che lavora sui giovani e gli unici che ancora lo fanno sono Crudeli, Mariotti, i Bertolucci, Cupisti, Bresciani e Colamaria. Alle loro spalle non si vedono nuove leve e questo è un problema che poi ci ritroviamo in Nazionale».
In serie A2 e in serie B, invece, «troviamo veri cimiteri di elefanti: a Vercelli Francazio e Monteforte sono ancora idoli e questo è un campanello d'allarme. L'unico club che ha dei giovani sui cui poter lavorare è l'AFP. Forse non si riuscirà ad ottenere qualcosa, ma nessuno potrà dirmi di non averci provato».
Secondo il numero uno del club, «questa scelta rappresenta un segnale di cambiamento rivolto all'intero ambiente hockeystico italiano: vogliamo riprenderci il posto che ci spetta, lo vogliamo fare con i ragazzi di Giovinazzo e nel più breve tempo possibile. Perché proprio Caricato? Per riportare l'AFP in alto continuando a valorizzare i giovani del posto su cui il nuovo tecnico punta molto», sottolinea Camporeale che continuerà ad allenare le selezioni under 15 e 17.
L'allenatore biancoverde, tra i protagonisti dei successi del biennio 1979-81 ed in riva all'Adriatico sino al 2014, è tornato «perché - spiega al termine del suo primo allenamento, tenutosi ieri al PalaPansini, sotto gli occhi del vice presidente Sabino Dangelico -, vista la situazione dell'hockey meridionale mi è sembrato alquanto strano che non si potesse rimettere in piedi, nel sud Italia, una squadra competitiva con l'obiettivo di poter gareggiare a determinati livelli».
«Non c'è niente, in questo momento - tuona il 68enne tecnico barese, che iniziò la sua carriera proprio nel Bari, prima di avere un'esperienza a Roma -. Tra Salerno e Matera si vede ben poco, l'unica squadra che ha un futuro e dei giovani è l'AFP. E quindi impegnarmi in questa avventura, penso anche molto pericolosa perché c'è tanto da lavorare, mi ha stimolato un attimo. L'insistenza dei dirigenti ha fatto il resto, il sangue non ha resistito e alla fine ho dovuto accettare».
«Dalla serie B si può partire». Ne è sicuro Caricato, che nella sua lunghissima carriera ha allenato numerose squadre, tra cui il Matera, il Lodi ed il Vercelli. Il suo maggiore successo è stato portare il Vercelli in finale di Champions League: «Io ho lavorato con team di serie A1, ma sono queste sfide che ti danno degli stimoli diversi. E lo stimolo mi è venuto perché l'AFP è l'unico club che ha dei giovani che potrebbero crescere, come una volta è successo con noi».
A Giovinazzo, infatti, l'ingegnere Michele Scianatico, prima della crisi, aveva fatto in tempo a pensare alla ricreazione dei suoi dipendenti, facendo costruire il parco Giovanni Scianatico, con annessa pista in cemento. Così accadde che tutti si misero a pattinare. «La vecchia AFP - ricorda Caricato - è nata lì, poi Gianni Massari ha creato una squadra forte. E proprio da quella squadra sono nati i vari Colamaria, Marzella, Turturro e Cannato. Ma loro non sono nati già giocatori di hockey, lo sono diventati».
«Lo sono diventati quando avevano 15 anni, l'età media dell'attuale AFP - rimarca il nuovo tecnico -. Non pretendo che io possa creare dei Marzella e dei Colamaria, ma neanche una squadra che debba morire in serie B. Nel mio piccolo nutro la speranza di creare una squadra che possa tornare quanto meno in serie A2. E poi, è bene dirlo, tutte le squadre sono partite dalla serie B: il Grosseto, ad esempio, che ora è in serie A2. Tutte le squadre partono dal basso, magari si potesse iniziare dalla serie A1».
Per il tecnico proprio la serie A1, mantenuta per 11 lunghi anni con il terzo posto conquistato nel 2012 (la squadra era diretta proprio da Caricato, nda), «ci ha bruciati: abbiamo perso tempo, soldi e ci siamo ritrovati in questa situazione. Adesso bisogna avere l'umiltà di ripartire da zero e di ricostruire un team che possa riportare gente al PalaPansini. Se non ci fosse questo stimolo, se avessi trovato atleti di 40 anni, probabilmente - ammette candidamente - sarei rimasto a casa a vedere la televisione».
«Poter dire, un giorno, di aver di nuovo portato nel gruppo della serie A l'AFP - ci tiene a dire Caricato - è uno stimolo che mi appassiona». A proposito di serie A: «La serie A1 è abbastanza mediocre. Ci sono troppi stranieri e di questo ne paga le conseguenze la Nazionale: non c'è nessuno che lavora sui giovani e gli unici che ancora lo fanno sono Crudeli, Mariotti, i Bertolucci, Cupisti, Bresciani e Colamaria. Alle loro spalle non si vedono nuove leve e questo è un problema che poi ci ritroviamo in Nazionale».
In serie A2 e in serie B, invece, «troviamo veri cimiteri di elefanti: a Vercelli Francazio e Monteforte sono ancora idoli e questo è un campanello d'allarme. L'unico club che ha dei giovani sui cui poter lavorare è l'AFP. Forse non si riuscirà ad ottenere qualcosa, ma nessuno potrà dirmi di non averci provato».