Il Giovinazzo retrocede. È fatale la sconfitta di Canosa
Dopo 3 anni in Promozione, l'undici di De Bellis perde 2-0 e scende in Prima Categoria
Giovinazzo - lunedì 18 aprile 2016
1.17
Un modo peggiore per celebrare Corrado Azzollini, presidente del Giovinazzo, patron della casa cinematografica Draka Production e socio di Giulio Violati, imprenditore romano vicino a Noordin Ahmad, considerato tra le novità del futuro organigramma societario del Bari, il club biancoverde proprio non poteva trovarlo.
La retrocessione è arrivata nell'ultimo turno di Promozione dopo la sconfitta esterna con il Canosa (2-0, con le reti di Abruzzese al 53' e di Lannuziata all'82) al termine di un'altra stagione lontano dal Raffaele De Pergola che sarà ricordata per le polemiche con Palazzo di Città, per le contestazioni dei propri tifosi, per il cambio di guida tecnica (da Amedeo Savoni a Gianni De Bellis), per alcune operazioni di mercato molto discutibili e, soprattutto per un gioco che, al di là dei risultati, non ha mai convinto.
L'annata storta del Giovinazzo ha un passaggio chiave, il 27 ottobre, quando Savoni si dimette. In ogni caso i giovinazzesi avevano sempre convinto poco, sia come gioco, sia come risultati. E la sostituzione in panchina con De Bellis non ha migliorato la situazione. Il Giovinazzo ha pagato la scarsa vena in zona gol che ne ha fatto il secondo peggior attacco (38 reti all'attivo, 14 delle quali messe a segno da Giovannielli, che non è una punta) e una difesa colabrodo, la seconda peggiore del girone (60 reti subite).
A peggiorare il clima anche vicende che con il calcio c'entrano poco. Le frizioni con l'Amministrazione comunale, l'esilio forzato (per il terzo anno di fila) al San Pio di Bari, la contestazione dei tifosi e lo sfogo conclusivo di Azzollini: «Chiunque ha remato contro il Giovinazzo, da alcuni calciatori a qualche dirigente. Per non parlare della politica, anzi dei politicanti e delle vacue promesse fatte da due anni a questa parte sempre prive di qualunque concretezza.
Una squadra costretta ad allenarsi a corrente alterna tra i campi di San Pio, San Paolo e nella speranza di un'amichevole per avere un campo decente su cui correre. Una gara d'appalto per il Raffaele De Pergola in cui sono stati regalati dei soldi pubblici per confermare difatti un campo inagibile o di patate. La difficoltà che questa situazione ci ha procurato nel trovare giocatori disponibili a vivere questa situazione.
In questo modo non si potrà fare mai sport a Giovinazzo, ma è anche vero che non si può darla vinta a coloro che danneggiano questo paese e che non ammetteranno mai le loro responsabilità. Per questo anche in un momento doloroso, spero per l'amore vero che provo verso questa città che mi ha adottato che le generazioni future possano avere ideali migliori e soprattutto concretezza d'intenti».
Dopo tre stagioni di fila, così, il campionato di Promozione perde una piazza importante, con una bacheca di trofei gloriosa benché un po' impolverata. Con il morale di ambiente e società sotto i tacchi non sarà facile rimettersi in piedi ed allestire una squadra che possa essere competitiva, per non fallire l'unico obiettivo logico della prossima stagione, ovvero limitare ad una sola stagione la permanenza in Prima Categoria.
L'avvenire, però, a Giovinazzo resta una grande incognita. «Per il futuro - termina Azzollini - oggi non posso dir nulla e non credo nemmeno sia il caso di farlo».
La retrocessione è arrivata nell'ultimo turno di Promozione dopo la sconfitta esterna con il Canosa (2-0, con le reti di Abruzzese al 53' e di Lannuziata all'82) al termine di un'altra stagione lontano dal Raffaele De Pergola che sarà ricordata per le polemiche con Palazzo di Città, per le contestazioni dei propri tifosi, per il cambio di guida tecnica (da Amedeo Savoni a Gianni De Bellis), per alcune operazioni di mercato molto discutibili e, soprattutto per un gioco che, al di là dei risultati, non ha mai convinto.
L'annata storta del Giovinazzo ha un passaggio chiave, il 27 ottobre, quando Savoni si dimette. In ogni caso i giovinazzesi avevano sempre convinto poco, sia come gioco, sia come risultati. E la sostituzione in panchina con De Bellis non ha migliorato la situazione. Il Giovinazzo ha pagato la scarsa vena in zona gol che ne ha fatto il secondo peggior attacco (38 reti all'attivo, 14 delle quali messe a segno da Giovannielli, che non è una punta) e una difesa colabrodo, la seconda peggiore del girone (60 reti subite).
A peggiorare il clima anche vicende che con il calcio c'entrano poco. Le frizioni con l'Amministrazione comunale, l'esilio forzato (per il terzo anno di fila) al San Pio di Bari, la contestazione dei tifosi e lo sfogo conclusivo di Azzollini: «Chiunque ha remato contro il Giovinazzo, da alcuni calciatori a qualche dirigente. Per non parlare della politica, anzi dei politicanti e delle vacue promesse fatte da due anni a questa parte sempre prive di qualunque concretezza.
Una squadra costretta ad allenarsi a corrente alterna tra i campi di San Pio, San Paolo e nella speranza di un'amichevole per avere un campo decente su cui correre. Una gara d'appalto per il Raffaele De Pergola in cui sono stati regalati dei soldi pubblici per confermare difatti un campo inagibile o di patate. La difficoltà che questa situazione ci ha procurato nel trovare giocatori disponibili a vivere questa situazione.
In questo modo non si potrà fare mai sport a Giovinazzo, ma è anche vero che non si può darla vinta a coloro che danneggiano questo paese e che non ammetteranno mai le loro responsabilità. Per questo anche in un momento doloroso, spero per l'amore vero che provo verso questa città che mi ha adottato che le generazioni future possano avere ideali migliori e soprattutto concretezza d'intenti».
Dopo tre stagioni di fila, così, il campionato di Promozione perde una piazza importante, con una bacheca di trofei gloriosa benché un po' impolverata. Con il morale di ambiente e società sotto i tacchi non sarà facile rimettersi in piedi ed allestire una squadra che possa essere competitiva, per non fallire l'unico obiettivo logico della prossima stagione, ovvero limitare ad una sola stagione la permanenza in Prima Categoria.
L'avvenire, però, a Giovinazzo resta una grande incognita. «Per il futuro - termina Azzollini - oggi non posso dir nulla e non credo nemmeno sia il caso di farlo».