Grassi, nuova vita: è l'allenatore del Giovinazzo C5
Il tecnico foggiano ritrova Samele, ds ai tempi della vincente Fuente: «Sono carico»
Giovinazzo - mercoledì 3 giugno 2020
Nuova vita per Miki Grassi, tecnico capace e riconosciuto in Italia come uno dei più validi: il 51enne di Foggia, costretto alle dimissioni nell'ottobre 2018 - per seri problemi di salute - quando allenava l'Apulia Food Canosa, nella prossima stagione sportiva guiderà il Giovinazzo C5.
Bentornato nel futsal, mister. Come va? «Sto bene e mi sento carico - le prime parole del nuovo trainer scelto dal patron Antonio Carlucci -. Insomma, rischiare di morire per poi rinascere è qualcosa a cui non avevo mai pensato, ma è capitato e fortunatamente sono stato miracolato. Tutto, piano piano, sta tornando alla normalità, mancava solo un tassello, forse il più importante, ovvero la mia passione, ciò che faccio da tantissimi anni, lo sport, il calcio a cinque, allenare. Per me è come una seconda vita, è accaduto mentre compievo 50 anni, quindi un po' spartiacque. Infatti, ironicamente, l'anno dopo ho festeggiato 1 anno anziché 51».
In Capitanata il nome di Miki Grassi - premiato come miglior tecnico pugliese nella stagione 2009/10 - è leggenda: artefice della scalata della Fuente Foggia dal campionato di serie C1, nella stagione 2011/2012, passando per la vittoria del campionato di serie B nella stagione successiva, sino alla conquista della Coppa Italia di serie A2 nella stagione 2013/2014, senza dimenticare le stagioni in sella al Manfredonia C5.
Un curriculum di tutto rispetto per Grassi che ha scelto il Giovinazzo C5 perché «credo sia qualcosa che aspettavo da tempo. Ho un carattere forte, a volte rude nei modi, ma sempre con rispetto per tutti, e Giovinazzo - rivela - m'ha sempre dato l'idea di qualcosa di molto simile, almeno dal punto di vista caratteriale. Il pubblico incredibile e la voglia dei ragazzi di lottare sempre sono degli aspetti importanti che si avvicinano molto alla mia filosofia».
In riva all'Adriatico, poi, il nuovo allenatore ritrova Sabino Samele, ds ai tempi della vincente Fuente: «Dopo tanti anni di sport - continua - conosco tutti a Giovinazzo: il presidente, i dirigenti, gli allenatori e non ultimo il dg Samele con il quale abbiamo segnato il tempo con la Fuente. Tutto ciò non mi ha fatto esitare per niente sulla decisione finale ed eccomi qui. Ora non vedo l'ora di iniziare. Mercato? Molto dipenderà dal campionato che andremo ad affrontare e penso che ora - taglia corto - sia prematuro parlarne».
Quale sarà il credo tattico di Grassi? «Credo che non si debba mai avere un credo tattico: la mia idea di calcio a cinque resta una - chiarisce -, ma è sempre al servizio della società affinché la squadra renda al meglio e rispecchi le mie idee sul parquet. Sono un lavoratore, non staremo a bighellonare sperando arrivino i risultati, ma lavoreremo per ottenerli. Negli anni ho lavorato e cambiato tanto, ma l'importante è che la squadra renda più di quello che ci si aspetta: vorrebbe dire aver fatto un buon lavoro».
Cosa ti auguri, personalmente, da questa stagione che per te rappresenta anche l'inizio di una nuova vita? «Dici bene - risponde -. Spero che come lo è per la mia vita naturale, lo sia anche per la mia vita sportiva, un punto dal quale resettare tutto e ripartire e sono fiducioso in quel senso. Lavoro sempre per il bene della società e metto sempre tutto davanti a me stesso. Ecco, questo mi aspetto, che vada tutto come ho sempre fatto».
Bentornato nel futsal, mister. Come va? «Sto bene e mi sento carico - le prime parole del nuovo trainer scelto dal patron Antonio Carlucci -. Insomma, rischiare di morire per poi rinascere è qualcosa a cui non avevo mai pensato, ma è capitato e fortunatamente sono stato miracolato. Tutto, piano piano, sta tornando alla normalità, mancava solo un tassello, forse il più importante, ovvero la mia passione, ciò che faccio da tantissimi anni, lo sport, il calcio a cinque, allenare. Per me è come una seconda vita, è accaduto mentre compievo 50 anni, quindi un po' spartiacque. Infatti, ironicamente, l'anno dopo ho festeggiato 1 anno anziché 51».
In Capitanata il nome di Miki Grassi - premiato come miglior tecnico pugliese nella stagione 2009/10 - è leggenda: artefice della scalata della Fuente Foggia dal campionato di serie C1, nella stagione 2011/2012, passando per la vittoria del campionato di serie B nella stagione successiva, sino alla conquista della Coppa Italia di serie A2 nella stagione 2013/2014, senza dimenticare le stagioni in sella al Manfredonia C5.
Un curriculum di tutto rispetto per Grassi che ha scelto il Giovinazzo C5 perché «credo sia qualcosa che aspettavo da tempo. Ho un carattere forte, a volte rude nei modi, ma sempre con rispetto per tutti, e Giovinazzo - rivela - m'ha sempre dato l'idea di qualcosa di molto simile, almeno dal punto di vista caratteriale. Il pubblico incredibile e la voglia dei ragazzi di lottare sempre sono degli aspetti importanti che si avvicinano molto alla mia filosofia».
In riva all'Adriatico, poi, il nuovo allenatore ritrova Sabino Samele, ds ai tempi della vincente Fuente: «Dopo tanti anni di sport - continua - conosco tutti a Giovinazzo: il presidente, i dirigenti, gli allenatori e non ultimo il dg Samele con il quale abbiamo segnato il tempo con la Fuente. Tutto ciò non mi ha fatto esitare per niente sulla decisione finale ed eccomi qui. Ora non vedo l'ora di iniziare. Mercato? Molto dipenderà dal campionato che andremo ad affrontare e penso che ora - taglia corto - sia prematuro parlarne».
Quale sarà il credo tattico di Grassi? «Credo che non si debba mai avere un credo tattico: la mia idea di calcio a cinque resta una - chiarisce -, ma è sempre al servizio della società affinché la squadra renda al meglio e rispecchi le mie idee sul parquet. Sono un lavoratore, non staremo a bighellonare sperando arrivino i risultati, ma lavoreremo per ottenerli. Negli anni ho lavorato e cambiato tanto, ma l'importante è che la squadra renda più di quello che ci si aspetta: vorrebbe dire aver fatto un buon lavoro».
Cosa ti auguri, personalmente, da questa stagione che per te rappresenta anche l'inizio di una nuova vita? «Dici bene - risponde -. Spero che come lo è per la mia vita naturale, lo sia anche per la mia vita sportiva, un punto dal quale resettare tutto e ripartire e sono fiducioso in quel senso. Lavoro sempre per il bene della società e metto sempre tutto davanti a me stesso. Ecco, questo mi aspetto, che vada tutto come ho sempre fatto».