Giovinazzo C5, Lasorsa e il derby: «Soffrirò come un leone in gabbia»
Il ds è ottimista in vista del match di Molfetta: «Siamo in un buon momento di forma»
Giovinazzo - sabato 26 ottobre 2019
10.14
Un leone in gabbia sugli spalti del PalaPoli, Gianni Lasorsa. Il direttore sportivo del Giovinazzo C5 parla a poche ore dal derby nel domicilio delle Aquile Molfetta, in programma oggi pomeriggio con fischio d'inizio fissato alle ore 16.00, match di cartello in serie B.
«Abbiamo analizzato quello che non abbiamo fatto bene a Torremaggiore - spiega -, riuscendo a riscattarci sette giorni più tardi, in casa, col Real Dem, perché abbiamo intenzione di scalare la classifica e cercare di passare il turno di Coppa Italia, una competizione a cui teniamo tantissimo. Adesso, però, abbiamo il derby di Molfetta contro una squadra forte, competitiva e che vive un ottimo momento di forma, come dimostrato i due successi di fila, i tre risultati utili consecutivi ed il primo posto nel girone G».
Il diesse, che a Molfetta ha ricoperto lo stesso incarico nel 2012/13, sponda Real, sostiene che «anche il Giovinazzo C5 sta attraversando un buon momento di forma. Il gruppo è coeso e nel derby, che sarà sicuramente una gran bella partita, devono metterci testa, cuore, gambe, e crederci. Li considero dei leoni, proprio come me che soffrirò dall'esterno del rettangolo di gioco, ma devono tirar fuori le unghie. E soprattutto devono seguire il tecnico Marcelo Magalhaes, lavorare e credere nelle loro qualità».
Al cospetto degli ex Barbolla e Binetti da un lato e Mongelli dall'altro, gli ingredienti per vedere una gran bella partita ci sono tutti. «Sì, è vero, una partita attesa da entrambe le parti e che non deluderà le attese, almeno sul piano delle grandi emozioni - ammette Lasorsa -. Due grandi squadre, due ottimi allenatori ben seguiti da altrettanto valide dirigenze in un PalaPoli stracolmo come un uovo in cui si riverseranno anche tanti giovinazzesi, i quali non faranno affatto mancare il loro apporto ai nostri ragazzi. D'altronde negli altri derby ci siamo sentiti sempre a casa, il pubblico risponderà alla grande anche questa volta».
E Lasorsa? «Io, come sempre, sarò lì in tribuna, a soffrire come un leone in gabbia – risponde -. Perché lo faccio? Perché amo questo sport e perché voglio un mondo di bene ai miei ragazzi. Sono sicuro che non mi deluderanno».
«Abbiamo analizzato quello che non abbiamo fatto bene a Torremaggiore - spiega -, riuscendo a riscattarci sette giorni più tardi, in casa, col Real Dem, perché abbiamo intenzione di scalare la classifica e cercare di passare il turno di Coppa Italia, una competizione a cui teniamo tantissimo. Adesso, però, abbiamo il derby di Molfetta contro una squadra forte, competitiva e che vive un ottimo momento di forma, come dimostrato i due successi di fila, i tre risultati utili consecutivi ed il primo posto nel girone G».
Il diesse, che a Molfetta ha ricoperto lo stesso incarico nel 2012/13, sponda Real, sostiene che «anche il Giovinazzo C5 sta attraversando un buon momento di forma. Il gruppo è coeso e nel derby, che sarà sicuramente una gran bella partita, devono metterci testa, cuore, gambe, e crederci. Li considero dei leoni, proprio come me che soffrirò dall'esterno del rettangolo di gioco, ma devono tirar fuori le unghie. E soprattutto devono seguire il tecnico Marcelo Magalhaes, lavorare e credere nelle loro qualità».
Al cospetto degli ex Barbolla e Binetti da un lato e Mongelli dall'altro, gli ingredienti per vedere una gran bella partita ci sono tutti. «Sì, è vero, una partita attesa da entrambe le parti e che non deluderà le attese, almeno sul piano delle grandi emozioni - ammette Lasorsa -. Due grandi squadre, due ottimi allenatori ben seguiti da altrettanto valide dirigenze in un PalaPoli stracolmo come un uovo in cui si riverseranno anche tanti giovinazzesi, i quali non faranno affatto mancare il loro apporto ai nostri ragazzi. D'altronde negli altri derby ci siamo sentiti sempre a casa, il pubblico risponderà alla grande anche questa volta».
E Lasorsa? «Io, come sempre, sarò lì in tribuna, a soffrire come un leone in gabbia – risponde -. Perché lo faccio? Perché amo questo sport e perché voglio un mondo di bene ai miei ragazzi. Sono sicuro che non mi deluderanno».