Giovinazzo C5, firma Chiereghin: «Dobbiamo abituarci alla vittoria»
Ieri il primo giorno del tecnico di Barletta: «Voglio sacrificio e un gruppo coeso. Obiettivi? Gioco e play-off»
Giovinazzo - martedì 17 novembre 2015
1.19
Il braccio destro (o se preferite l'uomo ombra, anche se le etichette servono a poco) di Leopoldo Capurso ai tempi del Bisceglie C5 e del Kaos Futsal Bologna non c'è più.
Roberto Chiereghin, nato 49 anni fa a Guardiagrele, chiamato a sostituire Paolo Bavaro, ieri sera s'è preso la scena del Palasport intitolato ad Antonio Pansini. Sono state le sue parole ad imporsi: «Conosco questa realtà da anni ed è stato fin troppo facile accettare la proposta del Giovinazzo C5 - ha esordito Chiereghin -. I programmi iniziali, la competenza del presidente Antonio Carlucci e del direttore sportivo Gianni Lasorsa insieme alla qualità della rosa composta mi fanno pensare che sia la società giusta dove poter lavorare bene. E poi se sono qua è perché ho tanta carica ed entusiasmo», che bisognerà trasmettere al Giovinazzo C5.
Come ha trovato i giocatori? «Ho a disposizione ottimi calcettisti e sicuramente uomini con gli attributi che non vedono l'ora di dare una sferzata decisa a questa stagione. A loro - ha proseguito l'esperto tecnico di Barletta, pronto a mettere in campo la bravura, la disciplina e la professionalità, oltre alla teoria dell'allenamento prima d'ogni cosa e la cura quasi maniacale dei dettagli - spero di trasmettere spirito di sacrificio, voglia di lavorare e di lottare. E spero di dare una fisionomia di squadra che sappia sempre cosa fare. Dai ragazzi voglio poca improvvisazione e fiducia nei propri mezzi, due aspetti fondamentali non tanto nelle gare casalinghe, quanto piuttosto nelle partite in trasferta».
Quindi alla Final Eight, nonostante il ritardo di sei punti dal quarto posto, ci crede? «Il mio percorso sportivo è stato contraddistinto sempre dall'individuazione di obiettivi, - ha detto ancora - che sono poi quelli che ti fanno ambire ad una crescita. Quindi la qualificazione alla Coppa Italia di serie B deve essere assolutamente, per questa squadra, un obiettivo reale. Nell'immediato, però, a me preme, considerati i ventiquattro gol subiti dal Giovinazzo C5 nelle sette precedenti partite, cercare di migliorare la fase difensiva per poi costruire le vittorie. Cercherò subito di lavorare sull'atteggiamento difensivo per cambiare questo trend negativo di reti subite. Vengo dalla scuola Capurso, un allenatore che mi ha forgiato col culto della difesa».
Parole dolci anche per il patron Carlucci: «Lo ringrazio per la scelta. Mi ha contattato dicendomi che aveva bisogno di dare una scossa a questa stagione che era partita con tanto entusiasmo, ma stentava a decollare». La squadra è stata costruita per Bavaro e adesso è nelle mani di Chiereghin. Può essere un lato positivo oppure no? «È sempre meglio, per un tecnico, iniziare dal principio, avendo i giocatori a partire dal pre-campionato. Ma quando si hanno questi giocatori importanti che conosco da tempo, con l'entusiasmo e la voglia di questi giocatori, la sfida può diventare comunque positiva.
«Il mio scopo - ha concluso l'ex allenatore del Cristian Barletta - è quello di creare un gruppo coeso che deve abituarsi alla vittoria. A Giovinazzo ho voglia di lasciare un segno: i play-off sono uno degli obiettivi stagionali. E lo dico con cognizione di causa. La storia di questa società e la competenza dei suoi tifosi meritano questo traguardo».
Roberto Chiereghin, nato 49 anni fa a Guardiagrele, chiamato a sostituire Paolo Bavaro, ieri sera s'è preso la scena del Palasport intitolato ad Antonio Pansini. Sono state le sue parole ad imporsi: «Conosco questa realtà da anni ed è stato fin troppo facile accettare la proposta del Giovinazzo C5 - ha esordito Chiereghin -. I programmi iniziali, la competenza del presidente Antonio Carlucci e del direttore sportivo Gianni Lasorsa insieme alla qualità della rosa composta mi fanno pensare che sia la società giusta dove poter lavorare bene. E poi se sono qua è perché ho tanta carica ed entusiasmo», che bisognerà trasmettere al Giovinazzo C5.
Come ha trovato i giocatori? «Ho a disposizione ottimi calcettisti e sicuramente uomini con gli attributi che non vedono l'ora di dare una sferzata decisa a questa stagione. A loro - ha proseguito l'esperto tecnico di Barletta, pronto a mettere in campo la bravura, la disciplina e la professionalità, oltre alla teoria dell'allenamento prima d'ogni cosa e la cura quasi maniacale dei dettagli - spero di trasmettere spirito di sacrificio, voglia di lavorare e di lottare. E spero di dare una fisionomia di squadra che sappia sempre cosa fare. Dai ragazzi voglio poca improvvisazione e fiducia nei propri mezzi, due aspetti fondamentali non tanto nelle gare casalinghe, quanto piuttosto nelle partite in trasferta».
Quindi alla Final Eight, nonostante il ritardo di sei punti dal quarto posto, ci crede? «Il mio percorso sportivo è stato contraddistinto sempre dall'individuazione di obiettivi, - ha detto ancora - che sono poi quelli che ti fanno ambire ad una crescita. Quindi la qualificazione alla Coppa Italia di serie B deve essere assolutamente, per questa squadra, un obiettivo reale. Nell'immediato, però, a me preme, considerati i ventiquattro gol subiti dal Giovinazzo C5 nelle sette precedenti partite, cercare di migliorare la fase difensiva per poi costruire le vittorie. Cercherò subito di lavorare sull'atteggiamento difensivo per cambiare questo trend negativo di reti subite. Vengo dalla scuola Capurso, un allenatore che mi ha forgiato col culto della difesa».
Parole dolci anche per il patron Carlucci: «Lo ringrazio per la scelta. Mi ha contattato dicendomi che aveva bisogno di dare una scossa a questa stagione che era partita con tanto entusiasmo, ma stentava a decollare». La squadra è stata costruita per Bavaro e adesso è nelle mani di Chiereghin. Può essere un lato positivo oppure no? «È sempre meglio, per un tecnico, iniziare dal principio, avendo i giocatori a partire dal pre-campionato. Ma quando si hanno questi giocatori importanti che conosco da tempo, con l'entusiasmo e la voglia di questi giocatori, la sfida può diventare comunque positiva.
«Il mio scopo - ha concluso l'ex allenatore del Cristian Barletta - è quello di creare un gruppo coeso che deve abituarsi alla vittoria. A Giovinazzo ho voglia di lasciare un segno: i play-off sono uno degli obiettivi stagionali. E lo dico con cognizione di causa. La storia di questa società e la competenza dei suoi tifosi meritano questo traguardo».