Giovinazzo C5, che carattere: Canosa steso 4-3
I biancoverdi, sotto 2-3, reagiscono e ribaltano il risultato con Cutrignelli e Rafinha
Giovinazzo - domenica 27 novembre 2016
7.44
Nel giorno della verità, nel momento di maggior difficoltà dopo il pari di Conversano, il Giovinazzo C5 non tradisce, stende l'Apulia Food Canosa 4-3 e torna ad occupare il secondo posto del girone F di serie B, seppur in coabitazione con l'Atletico Cassano.
Un successo fondamentale (il settimo stagionale, il quinto di fila sul parquet di casa) conquistato grazie al carattere che ha sorretto gli uomini del tecnico Roberto Chiereghin quando tutto sembrava perduto dopo il 2-3 di Pitu. Sin dall'avvio i padroni di casa corrono, pressano a tutto campo e sfiorano il vantaggio con Depalma, Rafinha, Morgade e capitan Marzella, ma quando non ci arriva De Oliveira ci pensa il palo a salvare gli ospiti.
Che provano una timidissima reazione con Sabater, ma soccombono quando Morgade spara il solito diagonale velenoso e imparabile che buca il portiere rossoblu e fa esplodere il catino bollente di viale Moro. Laccetti, dall'altra parte, va vicinissimo al pari. 1-1 che arriva comunque, a 90 secondi dall'intervallo con lo stesso Laccetti, servito da Jose David, mentre il Canosa, sicuramente più intraprendente, continua a pigiare sul pedale dell'acceleratore con Sabater e ancora con Laccetti. Ma al riposo è pari e patta.
Reazione rabbiosa dei padroni di casa nella ripresa, che tornano in vantaggio con Depalma e spingono con Rafinha che prima si vede respingere il suo destro da De Oliveira, poi non trova lo specchio da ottima posizione. Il Canosa sembra subire il colpo, ma non dura molto. Bizzoca spaventa Di Capua, Sabater pareggia, Pitu si permette il lusso di andare in gol e ribalta addirittura il risultato: 2-3.
Rafinha, nel momento più delicato del match, conserva la lucidità necessaria per trovare varchi nella difesa avversaria ed è generosissimo nel caricarsi sulle spalle tutte le offensive biancoverdi, ma al Giovinazzo C5 manca un pizzico di cattiveria negli ultimi metri, oltre che di fortuna. Depalma colpisce la parte alta della traversa e, poco dopo, non va meglio ad un doppio Cutrignelli. Nel primo caso costringe De Oliveira agli straordinari, nel secondo si vede respingere sulla linea da Jose David un suo perfido diagonale a portiere battuto.
Al terzo tentativo, però, fa centro: il laterale di Fesca (nella ripresa in grado di mettere in apprensione chiunque dopo un primo tempo a fasi alterne) pesca il 3-3 dal cilindro, suo 15esimo timbro stagionale. Adesso il Giovinazzo C5 ha la palla fra i piedi e si esalta, snocciolando bel gioco e conclusioni verso De Oliveira da parte di Piscitelli e Cutrignelli. Proprio Cutrignelli carica il destro da fuori area, Rafinha appostato a due passi dalla linea di porta trova il varco giusto per battere De Oliveira e chiudere i conti.
A questo punto i giovinazzesi si difendono bene dietro, presidiano tutti gli spazi del campo, senza permettere al Canosa di giocare e vanno anche vicinissimi alla cinquina con Piscitelli, ma Jose David si sostituisce a De Oliveira. Finisce 4-3 per il Giovinazzo C5, che anche non giocando benissimo col carattere ha ribaltato il risultato. La rimonta? Vuol dire che la squadra c'è. In realtà anche la sofferenza c'è stata eccome.
Un successo fondamentale (il settimo stagionale, il quinto di fila sul parquet di casa) conquistato grazie al carattere che ha sorretto gli uomini del tecnico Roberto Chiereghin quando tutto sembrava perduto dopo il 2-3 di Pitu. Sin dall'avvio i padroni di casa corrono, pressano a tutto campo e sfiorano il vantaggio con Depalma, Rafinha, Morgade e capitan Marzella, ma quando non ci arriva De Oliveira ci pensa il palo a salvare gli ospiti.
Che provano una timidissima reazione con Sabater, ma soccombono quando Morgade spara il solito diagonale velenoso e imparabile che buca il portiere rossoblu e fa esplodere il catino bollente di viale Moro. Laccetti, dall'altra parte, va vicinissimo al pari. 1-1 che arriva comunque, a 90 secondi dall'intervallo con lo stesso Laccetti, servito da Jose David, mentre il Canosa, sicuramente più intraprendente, continua a pigiare sul pedale dell'acceleratore con Sabater e ancora con Laccetti. Ma al riposo è pari e patta.
Reazione rabbiosa dei padroni di casa nella ripresa, che tornano in vantaggio con Depalma e spingono con Rafinha che prima si vede respingere il suo destro da De Oliveira, poi non trova lo specchio da ottima posizione. Il Canosa sembra subire il colpo, ma non dura molto. Bizzoca spaventa Di Capua, Sabater pareggia, Pitu si permette il lusso di andare in gol e ribalta addirittura il risultato: 2-3.
Rafinha, nel momento più delicato del match, conserva la lucidità necessaria per trovare varchi nella difesa avversaria ed è generosissimo nel caricarsi sulle spalle tutte le offensive biancoverdi, ma al Giovinazzo C5 manca un pizzico di cattiveria negli ultimi metri, oltre che di fortuna. Depalma colpisce la parte alta della traversa e, poco dopo, non va meglio ad un doppio Cutrignelli. Nel primo caso costringe De Oliveira agli straordinari, nel secondo si vede respingere sulla linea da Jose David un suo perfido diagonale a portiere battuto.
Al terzo tentativo, però, fa centro: il laterale di Fesca (nella ripresa in grado di mettere in apprensione chiunque dopo un primo tempo a fasi alterne) pesca il 3-3 dal cilindro, suo 15esimo timbro stagionale. Adesso il Giovinazzo C5 ha la palla fra i piedi e si esalta, snocciolando bel gioco e conclusioni verso De Oliveira da parte di Piscitelli e Cutrignelli. Proprio Cutrignelli carica il destro da fuori area, Rafinha appostato a due passi dalla linea di porta trova il varco giusto per battere De Oliveira e chiudere i conti.
A questo punto i giovinazzesi si difendono bene dietro, presidiano tutti gli spazi del campo, senza permettere al Canosa di giocare e vanno anche vicinissimi alla cinquina con Piscitelli, ma Jose David si sostituisce a De Oliveira. Finisce 4-3 per il Giovinazzo C5, che anche non giocando benissimo col carattere ha ribaltato il risultato. La rimonta? Vuol dire che la squadra c'è. In realtà anche la sofferenza c'è stata eccome.