Giovinazzo C5 beffato oltre il 40'. Il finale più folle di sempre: 5-5
I biancoverdi, avanti 3-5, subiscono la rimonta delle Aquile Molfetta. Bufera infinita
Giovinazzo - domenica 22 settembre 2019
10.34
Finale davvero al cardiopalma quello fra le Aquile Molfetta e il Giovinazzo C5 nel primo match del triangolare 4, inserito nel gruppo 7 della Coppa Italia cadetta. Il gol del definitivo 5-5 impatta le sorti del match, in quello che sarà ricordato a lungo come il più folle finale della storia del derby.
L'ondata delle polemiche biancoverdi del tecnico Marcelo Magalhaes è tutta in coda, col contestato pari di De Cillis, a tempo ormai scaduto. Un pari che sfida le leggi del tempo, della fisica e del regolamento federale. E d'oggi in poi guai a chi afferma che il futsal è roba per gente che non ha cervello. Einstein, ad esempio, ci perderebbe il sonno, dietro a un derby del genere.
Sul parquet del PalaPoli la variabile spazio-temporale è completamente impazzita.
Di Benedetto, col tabellone elettronico che già aveva esaurito il tempo a disposizione (00.00, secondo le testimonianze oculari di chiunque, nda), riscrive le leggi della relatività, sfrutta l'ultima rimessa laterale della gara e serve un filtrante in area: spazio e tempo si dilatano, mentre De Cillis, dopo il tocco pure di Priori, va oltre le leggi del tempo e della fisica e trova l'impossibile (sino a quel momento) gol del 5-5 finale, convalidato dal trio arbitrale (Costrino di Termoli, Buzzacchino di Taranto e Dimundo di Molfetta, nda), che decide di fatto il derby.
Un gol - giunto dopo il segnale acustico e il fischio finale - più forte di spazio e tempo, un gol che va oltre anche il regolamento federale, almeno stando alla regola 7 del regolamento del giuoco del calcio a 5: «Se il pallone è stato giocato verso una delle porte, gli arbitri dovranno attendere gli effetti di tale esecuzione, anche se in precedenza il cronometrista avrà fischiato o attivato il segnale acustico».
Il periodo di gioco, però, termina quando «il pallone tocca il portiere e/o un altro calciatore della squadra difendente» (ed in questo caso il pallone è stato toccato da Priori, giocatore della squadra difendente, nda) oppure quando «il pallone tocca qualsiasi calciatore della squadra che ha giocato il pallone» (ed in questo caso il pallone, rimesso in gioco da Di Benedetto, ha toccato De Cillis prima di finire in rete).
Una coda negativa quella dei due fischietti, che deve far riflettere i responsabili arbitrali. Peccato, avremmo voluto scrivere del derby, delle due esemplari società, dell'amicizia fra Donato De Giglio e Antonio Carlucci, della spettacolare cornice di pubblico, dei tanti ex a confronto, della doppietta di Mazzone e di quelle di Morgade e di Mongelli (l'atleta che ha sfidato la sua Molfetta, nda), dei numeri di Felipe Alves che già fanno stropicciare gli occhi a tutti i giovinazzesi.
Nulla di tutto ciò. Il derby di Coppa Italia finisce 5-5, col finale più folle di sempre. Più forte di tutto. Dei regolamenti, dello spazio e del tempo: la notizia del giorno è che l'Einstein dei tempi moderni si chiama De Cillis. Infine, un consiglio per tutti gli appassionati di futsal: restate seduti e godetevi il match sino all'ultimo minuto. Che non è mai il quarantesimo.
L'ondata delle polemiche biancoverdi del tecnico Marcelo Magalhaes è tutta in coda, col contestato pari di De Cillis, a tempo ormai scaduto. Un pari che sfida le leggi del tempo, della fisica e del regolamento federale. E d'oggi in poi guai a chi afferma che il futsal è roba per gente che non ha cervello. Einstein, ad esempio, ci perderebbe il sonno, dietro a un derby del genere.
Sul parquet del PalaPoli la variabile spazio-temporale è completamente impazzita.
Di Benedetto, col tabellone elettronico che già aveva esaurito il tempo a disposizione (00.00, secondo le testimonianze oculari di chiunque, nda), riscrive le leggi della relatività, sfrutta l'ultima rimessa laterale della gara e serve un filtrante in area: spazio e tempo si dilatano, mentre De Cillis, dopo il tocco pure di Priori, va oltre le leggi del tempo e della fisica e trova l'impossibile (sino a quel momento) gol del 5-5 finale, convalidato dal trio arbitrale (Costrino di Termoli, Buzzacchino di Taranto e Dimundo di Molfetta, nda), che decide di fatto il derby.
Un gol - giunto dopo il segnale acustico e il fischio finale - più forte di spazio e tempo, un gol che va oltre anche il regolamento federale, almeno stando alla regola 7 del regolamento del giuoco del calcio a 5: «Se il pallone è stato giocato verso una delle porte, gli arbitri dovranno attendere gli effetti di tale esecuzione, anche se in precedenza il cronometrista avrà fischiato o attivato il segnale acustico».
Il periodo di gioco, però, termina quando «il pallone tocca il portiere e/o un altro calciatore della squadra difendente» (ed in questo caso il pallone è stato toccato da Priori, giocatore della squadra difendente, nda) oppure quando «il pallone tocca qualsiasi calciatore della squadra che ha giocato il pallone» (ed in questo caso il pallone, rimesso in gioco da Di Benedetto, ha toccato De Cillis prima di finire in rete).
Una coda negativa quella dei due fischietti, che deve far riflettere i responsabili arbitrali. Peccato, avremmo voluto scrivere del derby, delle due esemplari società, dell'amicizia fra Donato De Giglio e Antonio Carlucci, della spettacolare cornice di pubblico, dei tanti ex a confronto, della doppietta di Mazzone e di quelle di Morgade e di Mongelli (l'atleta che ha sfidato la sua Molfetta, nda), dei numeri di Felipe Alves che già fanno stropicciare gli occhi a tutti i giovinazzesi.
Nulla di tutto ciò. Il derby di Coppa Italia finisce 5-5, col finale più folle di sempre. Più forte di tutto. Dei regolamenti, dello spazio e del tempo: la notizia del giorno è che l'Einstein dei tempi moderni si chiama De Cillis. Infine, un consiglio per tutti gli appassionati di futsal: restate seduti e godetevi il match sino all'ultimo minuto. Che non è mai il quarantesimo.