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Fabio Scaravilli, 40 colpi in 70 secondi: è ko
La furia giovinazzese si è abbattuta su Pasquale Del Core, mandando in delirio il pubblico del Palamartino
Giovinazzo - giovedì 5 maggio 2016
9.10
Né predestinato né tantomeno "maledetto". Fabio Scaravilli, fisico da picchiatore, è un giovinazzese di appena 24 anni che ha messo al tappeto il barese Pasquale Del Core, mandando in delirio il pubblico del Palamartino di Bari, grazie soprattutto alla continuità della sua passione, al suo non lasciare un giorno senza allenarsi.
Ha sposato le mixed martial arts nel 2012, s'è ripreso da brutte delusioni, ultima la morte di un suo amico, Claudio. «Sì, proprio lui, a cui dedico questa vittoria. È merito suo - dice - se sono ritornato sul ring, davvero». E domenica scorsa, durante il "Power of Muay Thai", il galà professionistico di boxe thailandese che ha visto a Bari i migliori atleti nazionali della disciplina, ha attaccato senza soste il proprio avversario nel primo round, alzando le braccia al cielo in poco più di un minuto.
Scaravilli del Lions Team Pastanella s'è imposto con un ko tecnico nella prima delle 3 riprese da soli 3 minuti: una furia vera e propria (ben 40 colpi in soli 70 secondi) si è abbattuta su Del Core del Team Boxing D'Angelo. «Il match - è l'analisi del coach, Danilo Pastanella - si è svolto solo in piedi: Scaravilli ha schivato i primi due colpi, poi è partito come un treno, colpendo l'avversario con pugni e ganci diretti».
«Del Core ha resistito soli 70 secondi: il suo volto era tumefatto e Scaravilli è stato dichiarato vincitore del main evento della quarta edizione della manifestazione per ko tecnico. Un aggettivo per lui? A dir poco devastante», commenta ancora il tecnico che insieme al maestro Lello Boccassini e al preparatore atletico Saverio Candelabbro allena il 24enne di Giovinazzo nel centro New Fit & Joy di via Tommaso Fiore a Bari, nel cuore del quartiere Libertà.
Non proprio la classica palestra, ma un polo sportivo di ultima generazione con attrezzature di prim'ordine nel fitness, con programmi personalizzati e metodologie di lavoro all'avanguardia per uno sport da combattimento che vuol costruirsi un futuro. E che è sempre nel cuore di Fabio Scaravilli tanto che ora l'atleta giovinazzese confessa: «Sì, ho un sogno: vorrei provare ad andare più lontano possibile in questo sport e crescere. Oltre ovviamente a realizzarmi come persona».
Scaravilli non insegue i grandi miti della boxe, «cerco solo di trovare la mia concentrazione e di impegnarmi il più possibile per arrivare al massimo concentrato di rabbia, tecnica e determinazione di esecuzione». Il suo pugno è devastante, ma è la precisione chirurgica del colpo la sua caratteristica: le sue arti marziali miste sono una cura del dettaglio, la preparazione del match senza lasciare nulla al caso. E poi cadendo, ha studiato il modo per risalire.
Domenica scorsa, Scaravilli non è riuscito praticamente ad andare a letto. I lunghi festeggiamenti si sono presi le ore subito dopo la vittoria. Così la sua domenica è diventata un vero e proprio party con i suoi amici sul molo Sant'Antonio di Bari. Poi ha avuto finalmente la possibilità di festeggiare a casa. «Dedico questa vittoria a me stesso, al mio team che ha lavorato per me ed al un mio amico fraterno che non c'è più», aveva detto a caldo sul ring.
Ma la sua storia non può finire sul più bello. Anche perché questo 24enne, corazza dura ma cuore tenero, non ha nessuna intenzione di mollare: «Si può sempre migliorare». Dunque, la scalata continua.
Ha sposato le mixed martial arts nel 2012, s'è ripreso da brutte delusioni, ultima la morte di un suo amico, Claudio. «Sì, proprio lui, a cui dedico questa vittoria. È merito suo - dice - se sono ritornato sul ring, davvero». E domenica scorsa, durante il "Power of Muay Thai", il galà professionistico di boxe thailandese che ha visto a Bari i migliori atleti nazionali della disciplina, ha attaccato senza soste il proprio avversario nel primo round, alzando le braccia al cielo in poco più di un minuto.
Scaravilli del Lions Team Pastanella s'è imposto con un ko tecnico nella prima delle 3 riprese da soli 3 minuti: una furia vera e propria (ben 40 colpi in soli 70 secondi) si è abbattuta su Del Core del Team Boxing D'Angelo. «Il match - è l'analisi del coach, Danilo Pastanella - si è svolto solo in piedi: Scaravilli ha schivato i primi due colpi, poi è partito come un treno, colpendo l'avversario con pugni e ganci diretti».
«Del Core ha resistito soli 70 secondi: il suo volto era tumefatto e Scaravilli è stato dichiarato vincitore del main evento della quarta edizione della manifestazione per ko tecnico. Un aggettivo per lui? A dir poco devastante», commenta ancora il tecnico che insieme al maestro Lello Boccassini e al preparatore atletico Saverio Candelabbro allena il 24enne di Giovinazzo nel centro New Fit & Joy di via Tommaso Fiore a Bari, nel cuore del quartiere Libertà.
Non proprio la classica palestra, ma un polo sportivo di ultima generazione con attrezzature di prim'ordine nel fitness, con programmi personalizzati e metodologie di lavoro all'avanguardia per uno sport da combattimento che vuol costruirsi un futuro. E che è sempre nel cuore di Fabio Scaravilli tanto che ora l'atleta giovinazzese confessa: «Sì, ho un sogno: vorrei provare ad andare più lontano possibile in questo sport e crescere. Oltre ovviamente a realizzarmi come persona».
Scaravilli non insegue i grandi miti della boxe, «cerco solo di trovare la mia concentrazione e di impegnarmi il più possibile per arrivare al massimo concentrato di rabbia, tecnica e determinazione di esecuzione». Il suo pugno è devastante, ma è la precisione chirurgica del colpo la sua caratteristica: le sue arti marziali miste sono una cura del dettaglio, la preparazione del match senza lasciare nulla al caso. E poi cadendo, ha studiato il modo per risalire.
Domenica scorsa, Scaravilli non è riuscito praticamente ad andare a letto. I lunghi festeggiamenti si sono presi le ore subito dopo la vittoria. Così la sua domenica è diventata un vero e proprio party con i suoi amici sul molo Sant'Antonio di Bari. Poi ha avuto finalmente la possibilità di festeggiare a casa. «Dedico questa vittoria a me stesso, al mio team che ha lavorato per me ed al un mio amico fraterno che non c'è più», aveva detto a caldo sul ring.
Ma la sua storia non può finire sul più bello. Anche perché questo 24enne, corazza dura ma cuore tenero, non ha nessuna intenzione di mollare: «Si può sempre migliorare». Dunque, la scalata continua.