Hockey
Da Monza a Rai Sport. Colamaria farà l'allenatore in tv
Dopo aver riportato i lombardi in A1 il tecnico di Giovinazzo diventa commentatore Rai
Giovinazzo - venerdì 19 giugno 2015
02.28
La prossima serie A1 di hockey su pista ripartirà dai giovinazzesi Franco Amato, Tommaso Colamaria e Pino Marzella, sulle panchine rispettivamente di AFP Giovinazzo, Hockey Roller Club Monza e Sinus Matera.
In tre, sia nelle vesti di giocatori che in quelle di allenatori, fanno 17 titoli nazionali, 15 Coppe Italia, 3 Coppe delle Coppe, 3 Coppe Cers, 1 Mundialito per Club, 5 titoli di campione del mondo, 2 titoli di campione d'Europa e 1 medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. E il lavoro del trainer dell'Hockey Roller Club Monza, che ha riportato in Italia dopo 22 anni il titolo europeo Under 17 di hockey su pista in qualità di commissario tecnico della Nazionale, proseguirà anche d'estate. Non nel ruolo di allenatore, ma di opinionista televisivo per Rai Sport 1.
L'idea di commentare tutte le partite dell'Italia all'imminente campionato del mondo di La Roche Sur Yon in Francia lo ha allettato sul serio, come tappa di riavvicinamento alla massima serie dopo aver riportato una squadra di Monza nell'élite dell'hockey su pista nazionale, in coda ad un lunghissimo purgatorio protrattosi per poco meno d'un ventennio. E soprattutto in attesa di tornare in panchina ad occuparsi del suo Hockey Roller Club Monza in serie A1 (dove manca dal 2011/12, quando guidò il Seregno), perché il suo curriculum sportivo comunque lì lo conduce.
«Monza in A1 può fare solo bene, - ha dichiarato Colamaria al sito web Milano Sportiva - perché è una piazza storica e che ora è anche provincia, quindi importantissima a livello geopolitico. Bisognerà essere bravi a sfruttare tutto questo e così dovrà fare anche la Federazione». Riportare l'Hockey Roller Club Monza in A1, nonostante il palmares del tecnico giovinazzese, è sicuramente una delle soddisfazioni più grandi della sua carriera. «Oramai sono legatissimo a Monza e alla Brianza e poi questo progetto è stato ideato e pensato insieme alla dirigenza. Abbiamo cominciato sapendo di avere le armi per essere promossi e ce l'abbiamo fatta. C'erano delle incognite, legate al solo allenamento comune a settimana, ma con una squadra così non si poteva nemmeno minimamente pensare di non centrare il traguardo. Da subito ho detto che questa è stata una delle più belle affermazioni della mia vita sportiva, perché l'abbiamo costruita da lontano, quando il progetto avrebbe potuto anche essere considerato una pazzia. Ma proprio per questo ci abbiamo messo tutti qualcosa in più».
Quello conquistato sulla panca dell'Hockey Roller Club Monza è solo l'ultimo di tanti successi ottenuti in carriera. «Indossai i pattini per la prima volta all'età di 9 o 10 anni, - ricorda Colamaria a Mbnews.it - quindi tardi rispetto agli altri bambini di Giovinazzo, una cittadina dove l'hockey è più importante del calcio. A 15 o 16 anni ero già in prima squadra e a 18 contribuii alla conquista dell'unico scudetto e dell'unica Coppa delle Coppe dell'AFP Giovinazzo. Poi proseguii il mio percorso ai vertici della disciplina indossando le maglie dell'Amatori Lodi, del Novara, dell'Amatori Vercelli, del Seregno e del Roller Monza».
Anche in Nazionale si è tolto parecchie soddisfazioni. «Ho indossato la maglia azzurra per una quindicina d'anni, - continua sempre su Mbnews.it - senza contare il periodo con le selezioni giovanili. Nel 1986 ero il capitano di quella squadra campione del mondo che era un vero concentrato di capacità tecnica, applicazione tattica e spirito di gruppo: tutti lavoravano per tutti. Ancora oggi, - prosegue - a dimostrazione dello spessore delle relazioni di quel fantastico team, molti di noi sono amici per la pelle: basta una telefonata e si attraversa l'Italia per l'altro». E quest'estate, ad aspettare Tommaso Colamaria sulle coste bagnate dall'Adriatico, ci saranno anche Franco Amato e Pino Marzella, i cui destini si incroceranno proprio nel prossimo campionato di serie A1. Ma sempre su opposti schieramenti.
«A Giovinazzo - dice ancora a Mbnews.it - ci vado da vacanziere ogni estate: oltre a ritrovare gli amici d'un tempo, lì ritrovo anche i ritmi di vita blandi d'un tempo, che servono a rigenerarmi, a ricaricarmi per riaffrontare i ritmi della mia nuova terra, la Brianza. «Una terra operativissima, concentrata sul fare, sul lavoro, sul produrre e accumulare ricchezza. Si entra in un vortice impressionante: i tempi di vita e le abitudini quotidiane corrono. In Brianza - conclude Colamaria sempre sul portale Mbnews.it - tutti si lamentano, ma nessuno vuole scendere dalla "giostra" del successo. È un posto che ti fa capire che per ottenere le cose bisogna lottare».
Lottare per tagliare il traguardo della salvezza, lottare per riconfermarsi in serie A1, ai vertici dell'hockey su pista italiano. Lì dove il Monza e Tommaso Colamaria meritano di stare per storia e curriculum.
In tre, sia nelle vesti di giocatori che in quelle di allenatori, fanno 17 titoli nazionali, 15 Coppe Italia, 3 Coppe delle Coppe, 3 Coppe Cers, 1 Mundialito per Club, 5 titoli di campione del mondo, 2 titoli di campione d'Europa e 1 medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. E il lavoro del trainer dell'Hockey Roller Club Monza, che ha riportato in Italia dopo 22 anni il titolo europeo Under 17 di hockey su pista in qualità di commissario tecnico della Nazionale, proseguirà anche d'estate. Non nel ruolo di allenatore, ma di opinionista televisivo per Rai Sport 1.
L'idea di commentare tutte le partite dell'Italia all'imminente campionato del mondo di La Roche Sur Yon in Francia lo ha allettato sul serio, come tappa di riavvicinamento alla massima serie dopo aver riportato una squadra di Monza nell'élite dell'hockey su pista nazionale, in coda ad un lunghissimo purgatorio protrattosi per poco meno d'un ventennio. E soprattutto in attesa di tornare in panchina ad occuparsi del suo Hockey Roller Club Monza in serie A1 (dove manca dal 2011/12, quando guidò il Seregno), perché il suo curriculum sportivo comunque lì lo conduce.
«Monza in A1 può fare solo bene, - ha dichiarato Colamaria al sito web Milano Sportiva - perché è una piazza storica e che ora è anche provincia, quindi importantissima a livello geopolitico. Bisognerà essere bravi a sfruttare tutto questo e così dovrà fare anche la Federazione». Riportare l'Hockey Roller Club Monza in A1, nonostante il palmares del tecnico giovinazzese, è sicuramente una delle soddisfazioni più grandi della sua carriera. «Oramai sono legatissimo a Monza e alla Brianza e poi questo progetto è stato ideato e pensato insieme alla dirigenza. Abbiamo cominciato sapendo di avere le armi per essere promossi e ce l'abbiamo fatta. C'erano delle incognite, legate al solo allenamento comune a settimana, ma con una squadra così non si poteva nemmeno minimamente pensare di non centrare il traguardo. Da subito ho detto che questa è stata una delle più belle affermazioni della mia vita sportiva, perché l'abbiamo costruita da lontano, quando il progetto avrebbe potuto anche essere considerato una pazzia. Ma proprio per questo ci abbiamo messo tutti qualcosa in più».
Quello conquistato sulla panca dell'Hockey Roller Club Monza è solo l'ultimo di tanti successi ottenuti in carriera. «Indossai i pattini per la prima volta all'età di 9 o 10 anni, - ricorda Colamaria a Mbnews.it - quindi tardi rispetto agli altri bambini di Giovinazzo, una cittadina dove l'hockey è più importante del calcio. A 15 o 16 anni ero già in prima squadra e a 18 contribuii alla conquista dell'unico scudetto e dell'unica Coppa delle Coppe dell'AFP Giovinazzo. Poi proseguii il mio percorso ai vertici della disciplina indossando le maglie dell'Amatori Lodi, del Novara, dell'Amatori Vercelli, del Seregno e del Roller Monza».
Anche in Nazionale si è tolto parecchie soddisfazioni. «Ho indossato la maglia azzurra per una quindicina d'anni, - continua sempre su Mbnews.it - senza contare il periodo con le selezioni giovanili. Nel 1986 ero il capitano di quella squadra campione del mondo che era un vero concentrato di capacità tecnica, applicazione tattica e spirito di gruppo: tutti lavoravano per tutti. Ancora oggi, - prosegue - a dimostrazione dello spessore delle relazioni di quel fantastico team, molti di noi sono amici per la pelle: basta una telefonata e si attraversa l'Italia per l'altro». E quest'estate, ad aspettare Tommaso Colamaria sulle coste bagnate dall'Adriatico, ci saranno anche Franco Amato e Pino Marzella, i cui destini si incroceranno proprio nel prossimo campionato di serie A1. Ma sempre su opposti schieramenti.
«A Giovinazzo - dice ancora a Mbnews.it - ci vado da vacanziere ogni estate: oltre a ritrovare gli amici d'un tempo, lì ritrovo anche i ritmi di vita blandi d'un tempo, che servono a rigenerarmi, a ricaricarmi per riaffrontare i ritmi della mia nuova terra, la Brianza. «Una terra operativissima, concentrata sul fare, sul lavoro, sul produrre e accumulare ricchezza. Si entra in un vortice impressionante: i tempi di vita e le abitudini quotidiane corrono. In Brianza - conclude Colamaria sempre sul portale Mbnews.it - tutti si lamentano, ma nessuno vuole scendere dalla "giostra" del successo. È un posto che ti fa capire che per ottenere le cose bisogna lottare».
Lottare per tagliare il traguardo della salvezza, lottare per riconfermarsi in serie A1, ai vertici dell'hockey su pista italiano. Lì dove il Monza e Tommaso Colamaria meritano di stare per storia e curriculum.