Arrivederci a Mignani, l'allenatore con Giovinazzo nel cuore
Esonerato il tecnico ligure, il Bari punterà su Marino
Giovinazzo - martedì 10 ottobre 2023
Michele Mignani non è più l'allenatore del Bari (i dettagli nell'articolo della nostra redazione barese). Al suo posto arriverà in Puglia Pasquale Marino, siciliano di Marsala.
Ai giovinazzesi però interessa la notizia da un punto di vista umano, poiché il tecnico genovese, classe 1972, è innamorato della bellezza architettonica, del mare e della quiete di Giovinazzo, dove spessissimo si è rifugiato per cene e pranzi nei intimi, quando era libero da impegni lavorativi.
Con cadenza quasi settimanale, Michele Mignani era solito farsi vedere in alcuni ristoranti di Giovinazzo, innamorato della cucina di mare, lui uomo di una città che del mare ha fatto la sua principale risorsa. Amava la tranquillità, la discrezione dei giovinazzesi (molti dei quali, a dirla tutta, hanno la pessima tendenza a tifare squadre del nord e non lo riconoscevano nemmeno) e quell'incanto che si crea quotidianamente in determinate ore. Raccoglieva i suoi pensieri, passeggiava con sua moglie per i vicoli, si perdeva guardando le onde.
A Giovinazzo, dicono i bene informati, stava pensando anche di comprare un immobile o comunque di passarci le vacanze in estate, ovunque la vita professionale lo avesse portato. Forse, chissà...
Sta di fatto che alcuni ristoratori giovinazzesi, tra centro storico, via Molfetta e via Fossato, hanno perso un cliente affezionato. Lui e la sua signora non dimenticheranno, ne siamo certi, l'ospitalità, la buona cucina e l'ovattata atmosfera di provincia, in fuga dalla caccia all'autografo di Bari.
Mancherà a molti, di certo gli sportivi biancorossi gli saranno grati per la promozione dalla C alla B, visto come l'anno della rinascita vera, e la cavalcata in cadetteria, interrotta bruscamente nel maledettissimo 11 giugno da una distrazione collettiva dei suoi ragazzi, che lo tradirono sul più bello.
A lui gli auguri formali della società di strada Torrebella. A lui, invece, l'affettuoso e sincero saluto di molti giovinazzesi che ne hanno riconosciuto la persona perbene che ha mostrato di essere ed il temperamento mite.
Che sia magari un arrivederci. Nel calcio chi può mai dirlo?
Ai giovinazzesi però interessa la notizia da un punto di vista umano, poiché il tecnico genovese, classe 1972, è innamorato della bellezza architettonica, del mare e della quiete di Giovinazzo, dove spessissimo si è rifugiato per cene e pranzi nei intimi, quando era libero da impegni lavorativi.
Con cadenza quasi settimanale, Michele Mignani era solito farsi vedere in alcuni ristoranti di Giovinazzo, innamorato della cucina di mare, lui uomo di una città che del mare ha fatto la sua principale risorsa. Amava la tranquillità, la discrezione dei giovinazzesi (molti dei quali, a dirla tutta, hanno la pessima tendenza a tifare squadre del nord e non lo riconoscevano nemmeno) e quell'incanto che si crea quotidianamente in determinate ore. Raccoglieva i suoi pensieri, passeggiava con sua moglie per i vicoli, si perdeva guardando le onde.
A Giovinazzo, dicono i bene informati, stava pensando anche di comprare un immobile o comunque di passarci le vacanze in estate, ovunque la vita professionale lo avesse portato. Forse, chissà...
Sta di fatto che alcuni ristoratori giovinazzesi, tra centro storico, via Molfetta e via Fossato, hanno perso un cliente affezionato. Lui e la sua signora non dimenticheranno, ne siamo certi, l'ospitalità, la buona cucina e l'ovattata atmosfera di provincia, in fuga dalla caccia all'autografo di Bari.
Mancherà a molti, di certo gli sportivi biancorossi gli saranno grati per la promozione dalla C alla B, visto come l'anno della rinascita vera, e la cavalcata in cadetteria, interrotta bruscamente nel maledettissimo 11 giugno da una distrazione collettiva dei suoi ragazzi, che lo tradirono sul più bello.
A lui gli auguri formali della società di strada Torrebella. A lui, invece, l'affettuoso e sincero saluto di molti giovinazzesi che ne hanno riconosciuto la persona perbene che ha mostrato di essere ed il temperamento mite.
Che sia magari un arrivederci. Nel calcio chi può mai dirlo?