Secondo il Fisioterapista
La distrazione muscolare
Torna la rubrica con i consigli del fisioterapista
domenica 31 gennaio 2016
Lo strappo o distrazione muscolare è una lesione piuttosto grave che causa la rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. Tale lesione è generalmente causata da un'eccessiva sollecitazione, come gli scatti improvvisi o brusche contrazioni. Piuttosto frequente negli sport che richiedono un movimento esplosivo come nel tennis, calcio, atletica leggera. Spesso gli strappi muscolari avvengono in condizioni di scarso allenamento o quando il muscolo è particolarmente stanco o impreparato a sostenere uno sforzo (mancato allenamento). Anche se lo strappo può colpire qualsiasi muscolo del corpo, le sedi più frequenti sono gli arti e più raramente la muscolatura addominale e dorsale. Negli sportivi sono frequenti lesioni ai muscoli della coscia, quindi ai flessori, agli adduttori, al quadricipite ed ai polpacci.
In relazione al numero di fibre coinvolte gli strappi muscolari si possono classificare in tre stadi.
Lesione di primo grado: in questo tipo di lesione sono danneggiate solo poche fibre muscolari. Il danno è tutto sommato modesto e viene avvertito come un leggero fastidio che si accentua durante la contrazione e l'allungamento muscolare. Non si ha pertanto un'importante perdita di forza o limitazione funzionale.
Lesione di secondo grado lesione grave: in questo caso sono coinvolte un numero maggiore di fibre ed il dolore avvertito è simile ad una fitta violenta. Questo tipo di lesione interferisce con l'attività fisica riducendo la performance. Ed il dolore si aggrava nel tentativo di contrarre i muscoli.
Lesione di terzo grado gravissima: in questo caso il numero di fibre coinvolte è tale che causa una vera e propria esagerazione del muscolo. Questa lesione, alla palpazione è avvertita come un avvallamento. Il violento dolore determina una completa impotenza funzionale, al punto che l'atleta non è in grado di camminare. Nei minuti a seguire e col passare delle ore avviene un travaso emorragico provocando un grosso ematoma.
I sintomi: Come si già descritto, se il trauma è particolarmente grave, il soggetto si trova nell'impossibilità di muovere la parte interessata ed il muscolo appare rigido e contratto. Dopo circa 24 ore livido. L'ematoma, a causa della gravità, tende a scendere verso il basso rispetto alla sera dello strappo e, come spesso accade, insorge una contrattura muscolare "di difesa" con la quale l'organismo tenta di immobilizzare l'area interessata, onde evitare che la situazione peggiori. Pertanto i sintomi più comuni sono quelli caratterizzati da una fitta violenta ed immediata impotenza funzionale e di camminare.
Valutazioni: Senza ombra di dubbio è importante la prevenzione, che si caratterizza per l'osservanza di alcuni punti fondamentali. Intanto bisognerebbe eseguire sempre un riscaldamento generale è specifico della muscolatura. Assicurarsi di essere nelle condizioni fisiche idonee per sopportare lo sforzo e valutare attentamente la praticabilità del terreno di gioco nel caso degli sport all'aperto. Scegliere anche abbigliamenti adatti, coprirsi bene nei mesi invernali e, se necessario, utilizzare pomate specifiche durante la fase di riscaldamento. Eseguire sempre esercizi di allungamento per migliorare l'elasticità e la flessibilità muscolare, sia in fase preparatoria sia in quella defatigante.
Esami strumentali: ecografia da eseguire dopo qualche giorno, cioè quando il travaso emorragico si è fermato (48-72 ore). Da ripetersi dopo circa 30 giorni dalla prima ecografia per verificare l'evoluzione della guarigione. La ripresa all'attività sportiva negli strappi di primo grado si aggira nell'ordine di tre-quattro settimane, compresa la fase del ricondizionanento all'attività sportiva, con esercizi specifici da eseguire in palestra e sul campo. Mentre nei casi più gravi, i tempi possono raddoppiarsi o addirittura triplicarsi in relazione alla gravità della lesione muscolare, all'età dell'atleta, come già detto, ed al tipo di fibra muscolare che cambia da invidio a individuo.
Terapia: Immobilizzazioni della zona con bendaggio compressivo, onde evitare ulteriore travaso ematico. Applicare del ghiaccio a intervalli regolari di 15-20 minuti ogni ora circa e mantenere in posizione declive l'arto, magari con l'ausilio apportato dalla somministrazione di farmaci anti-infiammatori e decontratturanti. Riposo assoluto per almeno 15 giorni in caso di lesione di primo grado. Nelle situazioni più gravi i tempi sono più lunghi in ragione dell'età del soggetto, dell'area anatomica interessata. Tenendo conto di tutte queste variabili, i tempi di recupero si possono calcolare fra i 24-30 giorni. Dopo la fase acuta del dolore, si dovrà assolutamente procedere con la fisioterapia: laser, TECAR, magnetoterapia, crioterapia. No massaggi.
In relazione al numero di fibre coinvolte gli strappi muscolari si possono classificare in tre stadi.
Lesione di primo grado: in questo tipo di lesione sono danneggiate solo poche fibre muscolari. Il danno è tutto sommato modesto e viene avvertito come un leggero fastidio che si accentua durante la contrazione e l'allungamento muscolare. Non si ha pertanto un'importante perdita di forza o limitazione funzionale.
Lesione di secondo grado lesione grave: in questo caso sono coinvolte un numero maggiore di fibre ed il dolore avvertito è simile ad una fitta violenta. Questo tipo di lesione interferisce con l'attività fisica riducendo la performance. Ed il dolore si aggrava nel tentativo di contrarre i muscoli.
Lesione di terzo grado gravissima: in questo caso il numero di fibre coinvolte è tale che causa una vera e propria esagerazione del muscolo. Questa lesione, alla palpazione è avvertita come un avvallamento. Il violento dolore determina una completa impotenza funzionale, al punto che l'atleta non è in grado di camminare. Nei minuti a seguire e col passare delle ore avviene un travaso emorragico provocando un grosso ematoma.
I sintomi: Come si già descritto, se il trauma è particolarmente grave, il soggetto si trova nell'impossibilità di muovere la parte interessata ed il muscolo appare rigido e contratto. Dopo circa 24 ore livido. L'ematoma, a causa della gravità, tende a scendere verso il basso rispetto alla sera dello strappo e, come spesso accade, insorge una contrattura muscolare "di difesa" con la quale l'organismo tenta di immobilizzare l'area interessata, onde evitare che la situazione peggiori. Pertanto i sintomi più comuni sono quelli caratterizzati da una fitta violenta ed immediata impotenza funzionale e di camminare.
Valutazioni: Senza ombra di dubbio è importante la prevenzione, che si caratterizza per l'osservanza di alcuni punti fondamentali. Intanto bisognerebbe eseguire sempre un riscaldamento generale è specifico della muscolatura. Assicurarsi di essere nelle condizioni fisiche idonee per sopportare lo sforzo e valutare attentamente la praticabilità del terreno di gioco nel caso degli sport all'aperto. Scegliere anche abbigliamenti adatti, coprirsi bene nei mesi invernali e, se necessario, utilizzare pomate specifiche durante la fase di riscaldamento. Eseguire sempre esercizi di allungamento per migliorare l'elasticità e la flessibilità muscolare, sia in fase preparatoria sia in quella defatigante.
Esami strumentali: ecografia da eseguire dopo qualche giorno, cioè quando il travaso emorragico si è fermato (48-72 ore). Da ripetersi dopo circa 30 giorni dalla prima ecografia per verificare l'evoluzione della guarigione. La ripresa all'attività sportiva negli strappi di primo grado si aggira nell'ordine di tre-quattro settimane, compresa la fase del ricondizionanento all'attività sportiva, con esercizi specifici da eseguire in palestra e sul campo. Mentre nei casi più gravi, i tempi possono raddoppiarsi o addirittura triplicarsi in relazione alla gravità della lesione muscolare, all'età dell'atleta, come già detto, ed al tipo di fibra muscolare che cambia da invidio a individuo.
Terapia: Immobilizzazioni della zona con bendaggio compressivo, onde evitare ulteriore travaso ematico. Applicare del ghiaccio a intervalli regolari di 15-20 minuti ogni ora circa e mantenere in posizione declive l'arto, magari con l'ausilio apportato dalla somministrazione di farmaci anti-infiammatori e decontratturanti. Riposo assoluto per almeno 15 giorni in caso di lesione di primo grado. Nelle situazioni più gravi i tempi sono più lunghi in ragione dell'età del soggetto, dell'area anatomica interessata. Tenendo conto di tutte queste variabili, i tempi di recupero si possono calcolare fra i 24-30 giorni. Dopo la fase acuta del dolore, si dovrà assolutamente procedere con la fisioterapia: laser, TECAR, magnetoterapia, crioterapia. No massaggi.