NarraVita
La donna vista con gli occhi di Maria Antonietta Lo Giudice
L'abbiamo voluta incontrare a margine degli incontri promossi dalla Consulta Femminile
mercoledì 11 marzo 2015
11.31
Lo scorso giovedì, il percorso progettuale della Consulta Femminile di Giovinazzo, intitolato "I colori delle donne" è stato introdotto da un'iniziativa intrisa di riflessione: un viaggio narrato sulla condizione della donna a partire da Eva e dalla Creazione sino ai giorni nostri. A seguire vi è stata la videoproiezione del testo "Vergine Madre" dell'attrice toscana Lucilla Giagnoni.
L'attrice ha curato una personale analisi di sei noti canti della Divina Commedia di Dante. In "Dante: le donne… la Commedia", fulcro della riflessione è la donna raccontata con senso critico e alto spessore culturale, la quale diviene protagonista di un interessante racconto curato dalla professoressa Maria Antonietta Lo Giudice, oggi componente della Consulta Femminile locale, un tempo anche consigliera comunale durante delle legislature targate Franco Milillo. L'abbiamo incontrata in questi giorni, per riflettere proprio sul tema della donna, visto dalla sua angolazione.
Partendo da un excursus storico, la Lo Giudice ci ha dimostrato come nel corso del tempo la posizione della donna sia stata quasi sempre valutata in senso negativo, perché attribuite ad essa colpe che di fatto non le erano imputabili. Si parte dal tempo della Creazione, quando Eva fu accusata di essere responsabile del peccato originale. La Lo Giudice si è chiesta dinnanzi ai nostri taccuini: «Ma Adamo, che era lì presente, cosa ha fatto per impedire che ciò accadesse? Dio aveva creato uomo e donna liberi e non sottomessi l'uno all'altra». Questo per la Lo Giudice è un episodio della storia importante, ma nel corso del tempo le testimonianze, anche celebri, a supporto di questa teoria, sono tantissime.
Per la professoressa, però, non vi è stato settore dell'arte, dalla letteratura alla musica, passando per il teatro, che non abbia analizzato la donna in tutte le sue sfumature, fino a giungere ai testi delle canzoni, esaltandone anche le virtù. «Si potrebbero citare i casi - ci ha detto - della Beatrice dantesca, passando per Sherazade nelle "Mille e una notte", oppure Calipso e Circe nell'Odissea. O ancora pescare nel teatro novecentesco con la Filumena Marturano del grande Eduardo De Filippo». E poi esempi di grandi donne ce li fornisce anche la storia, con Cleopatra e Agrippina nell'epoca romana, sino ad arrivare ai giorni nostri, incrociando nella politica nomi quali «Nilde Jotti e Tina Anselmi, solo per citare altri due illustri esempi, oppure nel campo scientifico con la grande Rita Levi Montalcini».
Per Maria Antonietta Lo Giudice, quindi, c'è una riflessione che scaturisce: «la donna accomodante - ci ha sottolineato - entra in armonia con ciò che la circonda. Al contrario, una donna che precorre i tempi, dotata di intuizione ed intelligenza fuori dal comune, è vista come ribelle, non è sempre ben accetta. Ecco che la società - ci ha spiegato - deve essere matura, arrivando a rispettarla con le sue peculiarità». Per questo lei e tutta la Consulta Femminile auspicano una rapida approvazione di una legge sulla parità di genere, a suo dire «affossata proprio in Regione Puglia, dove opera, come Assessora, una donna invece preparatissima come Angela Barbanente, capace di realizzare il miglior Piano Paesaggistico per la tutela del patrimonio mai concepito da queste parti».
Oggi sono tante le forze politiche che, sia a livello nazionale, sia locale, possono portare a ridisegnare l'intera questione. Ed i tempi per un'accettazione definitiva di questa parità sembrano maturi anche a Giovinazzo. La chiosa della Lo Giudice va in questa direzione: «L'atteggiamento di questa Amministrazione verso la progettualità della Consulta infonde fiducia, perché evidenzia come ci siamo uomini capaci di andare al di là del loro perimetro maschile».
L'attrice ha curato una personale analisi di sei noti canti della Divina Commedia di Dante. In "Dante: le donne… la Commedia", fulcro della riflessione è la donna raccontata con senso critico e alto spessore culturale, la quale diviene protagonista di un interessante racconto curato dalla professoressa Maria Antonietta Lo Giudice, oggi componente della Consulta Femminile locale, un tempo anche consigliera comunale durante delle legislature targate Franco Milillo. L'abbiamo incontrata in questi giorni, per riflettere proprio sul tema della donna, visto dalla sua angolazione.
Partendo da un excursus storico, la Lo Giudice ci ha dimostrato come nel corso del tempo la posizione della donna sia stata quasi sempre valutata in senso negativo, perché attribuite ad essa colpe che di fatto non le erano imputabili. Si parte dal tempo della Creazione, quando Eva fu accusata di essere responsabile del peccato originale. La Lo Giudice si è chiesta dinnanzi ai nostri taccuini: «Ma Adamo, che era lì presente, cosa ha fatto per impedire che ciò accadesse? Dio aveva creato uomo e donna liberi e non sottomessi l'uno all'altra». Questo per la Lo Giudice è un episodio della storia importante, ma nel corso del tempo le testimonianze, anche celebri, a supporto di questa teoria, sono tantissime.
Per la professoressa, però, non vi è stato settore dell'arte, dalla letteratura alla musica, passando per il teatro, che non abbia analizzato la donna in tutte le sue sfumature, fino a giungere ai testi delle canzoni, esaltandone anche le virtù. «Si potrebbero citare i casi - ci ha detto - della Beatrice dantesca, passando per Sherazade nelle "Mille e una notte", oppure Calipso e Circe nell'Odissea. O ancora pescare nel teatro novecentesco con la Filumena Marturano del grande Eduardo De Filippo». E poi esempi di grandi donne ce li fornisce anche la storia, con Cleopatra e Agrippina nell'epoca romana, sino ad arrivare ai giorni nostri, incrociando nella politica nomi quali «Nilde Jotti e Tina Anselmi, solo per citare altri due illustri esempi, oppure nel campo scientifico con la grande Rita Levi Montalcini».
Per Maria Antonietta Lo Giudice, quindi, c'è una riflessione che scaturisce: «la donna accomodante - ci ha sottolineato - entra in armonia con ciò che la circonda. Al contrario, una donna che precorre i tempi, dotata di intuizione ed intelligenza fuori dal comune, è vista come ribelle, non è sempre ben accetta. Ecco che la società - ci ha spiegato - deve essere matura, arrivando a rispettarla con le sue peculiarità». Per questo lei e tutta la Consulta Femminile auspicano una rapida approvazione di una legge sulla parità di genere, a suo dire «affossata proprio in Regione Puglia, dove opera, come Assessora, una donna invece preparatissima come Angela Barbanente, capace di realizzare il miglior Piano Paesaggistico per la tutela del patrimonio mai concepito da queste parti».
Oggi sono tante le forze politiche che, sia a livello nazionale, sia locale, possono portare a ridisegnare l'intera questione. Ed i tempi per un'accettazione definitiva di questa parità sembrano maturi anche a Giovinazzo. La chiosa della Lo Giudice va in questa direzione: «L'atteggiamento di questa Amministrazione verso la progettualità della Consulta infonde fiducia, perché evidenzia come ci siamo uomini capaci di andare al di là del loro perimetro maschile».