NarraVita
Il genio artistico giovinazzese in mostra in Francia
La personale di Valentina Crasto incanta Aix-en-Provence
giovedì 26 febbraio 2015
3.14
Il filo di cotone come materiale per modellare figure, visi e corpi che prendono forma, leggeri, filiformi, eleganti. Valentina Crasto è una figlia di questa nostra terra troppo spesso concepita come avara e che invece sa partorire talenti cristallini.
Lei è nata a Bari nel 1976, ma è giovinazzese, e con un altro suo concittadino, Marco Caccavo, hanno intrapreso in Francia un percorso culturale a trecentosessanta gradi, che abbraccia l'arte figurativa, la pittura e la filosofia. Valentina è l'artista a cui la bella località provenzale di Aix-en-Provence ha dedicato una personale dal titolo "Tra-Me", inaugurata il 22 febbraio e che si chiuderà il 15 aprile prossimo, presso il prestigioso Atelier Luinwé. A descrivere i pregi del lavoro di questa 38enne ci ha pensato proprio Marco Caccavo, che scrive nel suo testo critico: «Il cotone in trefolo - scrive - assume la forma del caos dipanato, sussulto dopo sussulto, dal gesto d'artista in costruzioni sfumate di materico colore. Tracce di bellezza ancora grezza che lasciano il disordine del cuore trovar da sé la via della propria creazione. E l'entropia sentimentale dell'artista documenta, scatto fotografico dopo scatto fotografico, la ricerca di senso che informa la materia. I contorni filiformi, che delimitano visi, corpi, sono affidati al pregiato tessuto che racchiude un dinamismo declinato in mille possibilità creative. E il cotone - sottolinea nella sua presentazione critica - questa fibra resistente, anelastica, gioca con se stesso le sfumature della propria eleganza».
Valentina Crasto, come tutti gli artisti, non ha raggiunto un punto fermo nella sua arte, che appare sempre più un cantiere aperto, un divenire alla ricerca di nuovi materiali da plasmare e nuovi soggetti da rappresentare. Lei è partita da Giovinazzo nel 1998, formandosi a Bologna dove si è diplomata all'Accademia delle Belle Arti. Attualmente è iscritta presso la scuola di Art Therapy Italiana e nella sua biografia le sue opere vengono definite di una "leggera complessità". Marco Caccavo si spinge più in là, raccontando che «l'artista è abitata dal tocco della leggerezza, la scelta materica del cotone è metafora del suo animo».
Lei sa quasi "dematerializzare" ciò che è materia, rendendola plasmabile, modellabile più ad uno stato mentale e dell'animo che ad un'azione meramente fisica. «E come l'impercettibile filo che lega alla terra i nostri sogni - chiosa Caccavo - come la sottile corda degli aquiloni, l'arte della Crasto, tra cielo e terra, è un ponte tra la materia e la sua naturale e ragionata trascendenza».
Se capitate dalle parti del Dipartimento delle Bocche del Rodano, fate un salto all'Atelier Luinwé ad Aix-en-Provence. Potreste all'improvviso sentirvi particolarmente orgogliosi di essere giovinazzesi, pugliesi ed italiani.
Lei è nata a Bari nel 1976, ma è giovinazzese, e con un altro suo concittadino, Marco Caccavo, hanno intrapreso in Francia un percorso culturale a trecentosessanta gradi, che abbraccia l'arte figurativa, la pittura e la filosofia. Valentina è l'artista a cui la bella località provenzale di Aix-en-Provence ha dedicato una personale dal titolo "Tra-Me", inaugurata il 22 febbraio e che si chiuderà il 15 aprile prossimo, presso il prestigioso Atelier Luinwé. A descrivere i pregi del lavoro di questa 38enne ci ha pensato proprio Marco Caccavo, che scrive nel suo testo critico: «Il cotone in trefolo - scrive - assume la forma del caos dipanato, sussulto dopo sussulto, dal gesto d'artista in costruzioni sfumate di materico colore. Tracce di bellezza ancora grezza che lasciano il disordine del cuore trovar da sé la via della propria creazione. E l'entropia sentimentale dell'artista documenta, scatto fotografico dopo scatto fotografico, la ricerca di senso che informa la materia. I contorni filiformi, che delimitano visi, corpi, sono affidati al pregiato tessuto che racchiude un dinamismo declinato in mille possibilità creative. E il cotone - sottolinea nella sua presentazione critica - questa fibra resistente, anelastica, gioca con se stesso le sfumature della propria eleganza».
Valentina Crasto, come tutti gli artisti, non ha raggiunto un punto fermo nella sua arte, che appare sempre più un cantiere aperto, un divenire alla ricerca di nuovi materiali da plasmare e nuovi soggetti da rappresentare. Lei è partita da Giovinazzo nel 1998, formandosi a Bologna dove si è diplomata all'Accademia delle Belle Arti. Attualmente è iscritta presso la scuola di Art Therapy Italiana e nella sua biografia le sue opere vengono definite di una "leggera complessità". Marco Caccavo si spinge più in là, raccontando che «l'artista è abitata dal tocco della leggerezza, la scelta materica del cotone è metafora del suo animo».
Lei sa quasi "dematerializzare" ciò che è materia, rendendola plasmabile, modellabile più ad uno stato mentale e dell'animo che ad un'azione meramente fisica. «E come l'impercettibile filo che lega alla terra i nostri sogni - chiosa Caccavo - come la sottile corda degli aquiloni, l'arte della Crasto, tra cielo e terra, è un ponte tra la materia e la sua naturale e ragionata trascendenza».
Se capitate dalle parti del Dipartimento delle Bocche del Rodano, fate un salto all'Atelier Luinwé ad Aix-en-Provence. Potreste all'improvviso sentirvi particolarmente orgogliosi di essere giovinazzesi, pugliesi ed italiani.