In ricordo di Don Tonino
Cives, la sua testimonianza: «siamo due rette parallele, che si incontreranno all’infinito»
Il medico curante di don Tonino racconta gli ultimi istanti di vita terrena
giovedì 19 aprile 2018
E' Mimmo Cives, medico curante di don Tonino, a raccontarci gli ultimi istanti della sua vita terrena.
E' una testimonianza emozionante, coinvolgente, il racconto di un grande amico che fa comprendere ancora una volta la grandezza di questo uomo, che sino all'ultimo pensava agli altri.
Non dimentichiamo che don Tonino, presidente di "Pax Christi", con 550 costruttori di pace, nonostante la sua malattia, ha fortemente voluto andare nella martoriata Sarajevo, "una carovana di folli", come la definiva lui stesso, di quel viaggio disse: «ce ne siamo tornati con una grande tristezza perché le ferite rimangono. Siamo andati lì a deporre un segno di pace, ma chissà quando attecchirà».
Quel segno di pace poi nelle terre dei Balcani ha attecchito, ma ben altre guerre su altri fronti si sono aperte.
Un Vescovo rivoluzionario per quei tempi, non molto ben visto dalla sua Chiesa, eppure ha lasciato un segno grande nella Diocesi di Molfetta e non solo. Le sue parole profetiche hanno varcato i confini del tempo, leggendole oggi, quelle parole di oltre venticinque anni fa, sono di un'attualità estrema.
La forza del percorso terreno, come ci dice Cives, «don Tonino l'ha trovata nella preghiera».
Tanti gli aneddoti che Mimmo Cives descrive, dal loro primo incontro, agli ultimi istanti di vita, senza dimenticare i suoi insegnamenti e le sue parole.
E' una testimonianza emozionante, coinvolgente, il racconto di un grande amico che fa comprendere ancora una volta la grandezza di questo uomo, che sino all'ultimo pensava agli altri.
Non dimentichiamo che don Tonino, presidente di "Pax Christi", con 550 costruttori di pace, nonostante la sua malattia, ha fortemente voluto andare nella martoriata Sarajevo, "una carovana di folli", come la definiva lui stesso, di quel viaggio disse: «ce ne siamo tornati con una grande tristezza perché le ferite rimangono. Siamo andati lì a deporre un segno di pace, ma chissà quando attecchirà».
Quel segno di pace poi nelle terre dei Balcani ha attecchito, ma ben altre guerre su altri fronti si sono aperte.
Un Vescovo rivoluzionario per quei tempi, non molto ben visto dalla sua Chiesa, eppure ha lasciato un segno grande nella Diocesi di Molfetta e non solo. Le sue parole profetiche hanno varcato i confini del tempo, leggendole oggi, quelle parole di oltre venticinque anni fa, sono di un'attualità estrema.
La forza del percorso terreno, come ci dice Cives, «don Tonino l'ha trovata nella preghiera».
Tanti gli aneddoti che Mimmo Cives descrive, dal loro primo incontro, agli ultimi istanti di vita, senza dimenticare i suoi insegnamenti e le sue parole.