Il Commento

Tutti sconfitti, nessuno escluso

Le inimmaginabili conseguenze della sentenza sulla D1.1

Le conseguenze della sentenza di condanna per quasi tutti gli imputati al processo per zona artigianale D1.1? Inimmaginabili. E anche per l'intera città che in queste ore sta vivendo quello che a tutti gli effetti è un dramma collettivo.

Ad incidere sulla sentenza, sicuramente la tesi del pubblico ministero, Renato Nitti. Quella zona artigianale sarebbe, il condizionale è ancora d'obbligo visto che la sentenza non è ancora passata in giudicato, una lottizzazione abusiva. Ma può essere considerata abusiva una lottizzazione che è passata attraverso le maglie del consiglio comunale almeno due volte, prima con l'adozione e poi con l'approvazione definitiva? È una riflessione ad alta voce, visto che nessuno degli amministratori dell'epoca, avendo avuto la responsabilità nell'approvazione, è mai stato citato in giudizio.

Ad aver sottoscritto la lottizzazione sono stati gli artigiani, i proprietari dei suoli, i tecnici di parte e quelli comunali. Fin qui niente di anomalo, se non che in una seconda fase sono arrivati anche altri acquirenti. Ma tutti, proprio tutti, hanno acquistato e costruito i loro lotti sulla scorta dei dispositivi messi a punto dal piano di lottizzazione. Tranne poi variare quei progetti a seconda delle proprie esigenze. Se tutto è andato così, perché poi indicare quella lottizzazione come abusiva? Perché condannare i tecnici comunali che pure hanno promosso verifiche di natura edilizia su quegli immobili, sanzionando in qualche caso per difformità riscontrate rispetto ai progetti presentati e approvati? Sono stati poi loro a sollevare dubbi sull'abitabilità di quei lotti acquistati non per scopi artigianali o produttivi.

Perché condannare quegli artigiani che regolarmente si sono insediati in quei lotti, aprendo o espandendo le loro attività? Naturalmente tutto questo lo spiegherà la sentenza quando sarà depositata, e questo entro 90 giorni, presumibilmente a metà maggio. Nel frattempo tutte le persone coinvolte sono nella disperazione e nello sconforto più totale. A far paura è soprattutto quella che sarebbe la pena accessoria, e cioè la confisca delle aree e degli immobili. Insomma i condannati perderebbero tutto. Ad aggravare la situazione poi potrebbero essere le banche che avrebbero titolo per imporre piani di rientro per i mutui contratti da chi ha inteso investire in quella zona artigianale. Questo significherebbe anche che eventuali altri mutui difficilmente potranno essere accordati a quegli artigiani. Ci sono delle attività che hanno ottenuto finanziamenti pubblici che a questo punto andrebbero persi e con loro la speranza di vedere creare qualche posto di lavoro. La sentenza di condanna poi, potrebbe generare altri processi promossi da chi si è sentito leso e che in buona fede ha voluto investire in quell'area. Con richieste di risarcimento danni milionari. Tutto questo con buona pace di quel po' di economia locale che ancora è rimasta e che tenta di sopravvivere.

In buona sostanza quella sentenza potrà avere riflessi negativi su tutta la città, nessuno, ma proprio nessuno ne potrà uscire vincitore.
  • D1.1 Giovinazzo
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