Il Commento
"Maratona delle Cattedrali": buona la prima
Nonostante le inesperienze tutti si sono espressi al meglio
martedì 23 dicembre 2014
10.53
I riflettori si sono ormai spenti sulla prima edizione della "Maratona delle Cattedrali". Sul terreno sono rimasti i successi della manifestazione e qualche piccola polemica. Proprio piccola, visto che nulla di più si poteva pretendere da chi ha voluto organizzare un evento di questa portata.
Non è stato facile, immaginiamo, gestire una intera corsa che, partita da Trani, ha attraversato Bisceglie, Molfetta e infine Giovinazzo. Quattro Comuni e due Province. Con il suo lungo serpentone di atleti, i suoi numerosi volontari (difficile quantificarne persino il numero), con una macchina organizzativa che non era mai stata rodata. E ancora i "pacemaker" quegli atleti un po' più speciali degli altri, che hanno il compito di incitare, aiutare a mantenere il passo a chi è in difficoltà. E lo fanno naturalmente correndo, sapendo che su di loro non ci accenderanno i riflettori. E poi il tanto pubblico che, nonostante la pioggia, ha voluto assistere agli sforzi, alle sofferenze e alle gioie dei 1.388 "runners" che hanno partecipato lungo il percorso che ha ottenuto l'omologazione dalla Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera.
Tutti arrivati al traguardo, non importa il tempo che hanno impiegato per percorrere le distanze che si erano prefissi alla partenza. Tutti vincitori quindi, nessun escluso, perché la maratona incarna appieno quello spirito caro a Pierre de Coubertin, inventore delle "Olimpiadi Moderne". «L'importante è partecipare» sentenziava il barone. E con quello spirito hanno partecipato atleti di tutte le età, uomini e donne, agonisti e amatori. Se a vincere la 42 chilometri sono stati Vito Sardella, monopolitano non nuovo a queste gare, con il tempo di 2 ore e 35 minuti circa e tra le donne Patrizia Signorino torinese di adozione, sposata con un giovinazzese, ha vinto anche Russo Felice, da Lavello, che per compiere la stessa distanza ha impiegato 6 ore, 27 minuti e 50 secondi.
Correre la maratona significa essenzialmente riuscire a raggiungere il traguardo, sfidare se stessi. Quella è per tutti è la vera vittoria. La corsa contro il tempo è in secondo piano. Il bilancio tecnico della gara lo lasciamo volentieri agli organizzatori della "Pugliamarathon" ma l'impressione è che ci siano tutte premesse perché la "Maratona delle Cattedrali" cresca con gli anni.
Non è stato facile, immaginiamo, gestire una intera corsa che, partita da Trani, ha attraversato Bisceglie, Molfetta e infine Giovinazzo. Quattro Comuni e due Province. Con il suo lungo serpentone di atleti, i suoi numerosi volontari (difficile quantificarne persino il numero), con una macchina organizzativa che non era mai stata rodata. E ancora i "pacemaker" quegli atleti un po' più speciali degli altri, che hanno il compito di incitare, aiutare a mantenere il passo a chi è in difficoltà. E lo fanno naturalmente correndo, sapendo che su di loro non ci accenderanno i riflettori. E poi il tanto pubblico che, nonostante la pioggia, ha voluto assistere agli sforzi, alle sofferenze e alle gioie dei 1.388 "runners" che hanno partecipato lungo il percorso che ha ottenuto l'omologazione dalla Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera.
Tutti arrivati al traguardo, non importa il tempo che hanno impiegato per percorrere le distanze che si erano prefissi alla partenza. Tutti vincitori quindi, nessun escluso, perché la maratona incarna appieno quello spirito caro a Pierre de Coubertin, inventore delle "Olimpiadi Moderne". «L'importante è partecipare» sentenziava il barone. E con quello spirito hanno partecipato atleti di tutte le età, uomini e donne, agonisti e amatori. Se a vincere la 42 chilometri sono stati Vito Sardella, monopolitano non nuovo a queste gare, con il tempo di 2 ore e 35 minuti circa e tra le donne Patrizia Signorino torinese di adozione, sposata con un giovinazzese, ha vinto anche Russo Felice, da Lavello, che per compiere la stessa distanza ha impiegato 6 ore, 27 minuti e 50 secondi.
Correre la maratona significa essenzialmente riuscire a raggiungere il traguardo, sfidare se stessi. Quella è per tutti è la vera vittoria. La corsa contro il tempo è in secondo piano. Il bilancio tecnico della gara lo lasciamo volentieri agli organizzatori della "Pugliamarathon" ma l'impressione è che ci siano tutte premesse perché la "Maratona delle Cattedrali" cresca con gli anni.