Il Commento
L'altra faccia della Festa Patronale
Una nostra osservazione ed una proposta
lunedì 5 settembre 2016
05.30
Il 22 agosto, alle ore 10.50, il consigliere comunale Filippo Bonvino (in quota Italia dei Valori, in carica dal 2012) ha postato sul proprio profilo Facebook questo messaggio: «Non sono un razzista, lo sapete, ma stamattina l'episodio del 24enne nigeriano ha suscitato in me perplessità e sgomento. Non mi dilungo, ma vedere un uomo nudo aggirarsi per le vie della città e molestare delle donne, anche su un pullman, e poi rincorrerne altre che si sono rifugiate in un bar è stato desolante. Prima di tutto bisogna non concedere mai più il lungomare di Levante per queste manifestazioni ricettacolo di urine ed altro: abbiamo un'area mercatale adatta a ciò. Basta latrine a cielo aperto e liscio che finisce sugli scogli. La festa può essere fatta anche senza queste bancarelle».
La vicenda, avvenuta proprio il 22 agosto scorso, riguarda un giovane nigeriano di 24 anni che, a bordo di un pullman della Società Trasporti Provinciale nel tratto tra Giovinazzo e Bari, ha iniziato a dare in escandescenze. L'autista lo ha invitato a calmarsi, ma il giovane avrebbe cominciato a spintonarlo. Un passeggero ha tentato inutilmente di riportare la calma difendendo l'autista, ma il 24enne si è scagliato contro di lui mordendolo ad una mano.
A questo punto il migrante si è denudato facendo un'avance ad una passeggera senza però avvicinarla. L'autista ha quindi bloccato il bus facendo scendere tutti e dando l'allarme ai Carabinieri, mentre il migrante infrangeva i vetri del pullman con due pietre raccolte in strada.
I militari della Compagnia di Molfetta, arrivati sul posto, hanno poi arrestato il 24enne, da sette anni in Italia con regolare permesso di soggiorno scaduto a giugno e in attesa di rinnovo. Una volta condotto in caserma, il giovane, che ha detto di essere testimone di Geova, non ha saputo spiegare i motivi del suo gesto ed è stato successivamente posto agli arresti domiciliari.
Il nigeriano era giunto a Giovinazzo il giorno prima. Ma non era uno dei tanti migranti che girano per le fiere e le feste di paese come ambulanti. Secondo il racconto degli inquirenti era giunto a Giovinazzo, paese che visitava per la prima volta, per seguire i festeggiamenti di Maria SS. di Corsignano ed era di ritorno a casa, a Conversano.
L'episodio del 24enne nigeriano e il successivo post del consigliere comunale Bonvino, però, accendono l'attenzione su un'altra tematica: l'assenza, proprio nei giorni della Festa Patronale, di un ostello per l'accoglienza dei migranti che girano per le feste di paese come ambulanti che eviti «queste manifestazioni - per dirla alla Bonvino - ricettacolo di urine ed altro».
Molfetta, ad esempio, dal 2013 si è dimostrata per la prima volta vicina ai bisogni dei migranti che popolano la città per le tradizionali bancarelle.
La vecchia Amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione nei giorni del loro soggiorno, in forma completamente gratuita, un ostello dell'accoglienza: una tensostruttura attrezzata con servizi quali lettini dove passare la notte, bagni, docce e addirittura un fasciatoio per il cambio dei neonati. Un'area di accoglienza che serve a tutelare la dignità dei migranti e al tempo stesso ad evitare forme di accampamento di fortuna e cosiddetto bivacco in strada.
È questa la strada da seguire, affinché anche "a Giovinazzo nessuno possa essere definito straniero" secondo il messaggio che dovrebbe accompagnare l'accoglienza di migranti e ambulanti che arrivano in città con le loro bancarelle per la festa patronale di Maria SS. di Corsignano, non quella di spostare le bancarelle all'interno dell'area mercatale della zona 167.
Piuttosto, in quell'area, proprio nei giorni dei festeggiamenti patronali, si pensi a controllare in maniera accurata la posizione dei numerosi giostrai che, non rispettando le regole loro imposte, provocano ogni anno un grave stato di degrado.
Non è più possibile tollerare che lo squallore e l'anarchia si protraggono in città per tre giorni, senza il minimo senso civico e senza che nessuno fermi lo scempio. Impianti elettrici volanti, carenza assoluta di servizi igienici e di bagni chimici, orari di apertura e chiusura delle attrazioni dilatati ben oltre il limite consentito (con annessi decibel), bivacchi improvvisati, accampamenti abusivi, distanza non rispettata dai luoghi sensibili come le caserme delle forze di polizia e vendite di bevande fuori orario e soprattutto in bottiglie di vetro, poi vergognosamente smaltite nelle aiuole.
Tutto ciò ha rappresentato, anche quest'anno, uno spettacolo peggiore di un campo-profughi, come se si trattasse di «manifestazioni - per dirla sempre alla Bonvino - ricettacolo di urine ed altro».
Ecco, noi vorremmo che questi consigli, perché tali sono, fossero recepiti da chi di dovere. Abbiamo più volte celebrato (anche con video) la bontà del lavoro svolto negli ultimi anni da chi organizza la Festa e da parte degli amministratori. Va fatto un ultimo sforzo, importante, necessario per una convivenza civile anche in quei giorni così centrali per l'intera comunità giovinazzese.
Un ultimo sforzo per ridare dignità ad alcuni angoli della Festa Patronale.
La vicenda, avvenuta proprio il 22 agosto scorso, riguarda un giovane nigeriano di 24 anni che, a bordo di un pullman della Società Trasporti Provinciale nel tratto tra Giovinazzo e Bari, ha iniziato a dare in escandescenze. L'autista lo ha invitato a calmarsi, ma il giovane avrebbe cominciato a spintonarlo. Un passeggero ha tentato inutilmente di riportare la calma difendendo l'autista, ma il 24enne si è scagliato contro di lui mordendolo ad una mano.
A questo punto il migrante si è denudato facendo un'avance ad una passeggera senza però avvicinarla. L'autista ha quindi bloccato il bus facendo scendere tutti e dando l'allarme ai Carabinieri, mentre il migrante infrangeva i vetri del pullman con due pietre raccolte in strada.
I militari della Compagnia di Molfetta, arrivati sul posto, hanno poi arrestato il 24enne, da sette anni in Italia con regolare permesso di soggiorno scaduto a giugno e in attesa di rinnovo. Una volta condotto in caserma, il giovane, che ha detto di essere testimone di Geova, non ha saputo spiegare i motivi del suo gesto ed è stato successivamente posto agli arresti domiciliari.
Il nigeriano era giunto a Giovinazzo il giorno prima. Ma non era uno dei tanti migranti che girano per le fiere e le feste di paese come ambulanti. Secondo il racconto degli inquirenti era giunto a Giovinazzo, paese che visitava per la prima volta, per seguire i festeggiamenti di Maria SS. di Corsignano ed era di ritorno a casa, a Conversano.
L'episodio del 24enne nigeriano e il successivo post del consigliere comunale Bonvino, però, accendono l'attenzione su un'altra tematica: l'assenza, proprio nei giorni della Festa Patronale, di un ostello per l'accoglienza dei migranti che girano per le feste di paese come ambulanti che eviti «queste manifestazioni - per dirla alla Bonvino - ricettacolo di urine ed altro».
Molfetta, ad esempio, dal 2013 si è dimostrata per la prima volta vicina ai bisogni dei migranti che popolano la città per le tradizionali bancarelle.
La vecchia Amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione nei giorni del loro soggiorno, in forma completamente gratuita, un ostello dell'accoglienza: una tensostruttura attrezzata con servizi quali lettini dove passare la notte, bagni, docce e addirittura un fasciatoio per il cambio dei neonati. Un'area di accoglienza che serve a tutelare la dignità dei migranti e al tempo stesso ad evitare forme di accampamento di fortuna e cosiddetto bivacco in strada.
È questa la strada da seguire, affinché anche "a Giovinazzo nessuno possa essere definito straniero" secondo il messaggio che dovrebbe accompagnare l'accoglienza di migranti e ambulanti che arrivano in città con le loro bancarelle per la festa patronale di Maria SS. di Corsignano, non quella di spostare le bancarelle all'interno dell'area mercatale della zona 167.
Piuttosto, in quell'area, proprio nei giorni dei festeggiamenti patronali, si pensi a controllare in maniera accurata la posizione dei numerosi giostrai che, non rispettando le regole loro imposte, provocano ogni anno un grave stato di degrado.
Non è più possibile tollerare che lo squallore e l'anarchia si protraggono in città per tre giorni, senza il minimo senso civico e senza che nessuno fermi lo scempio. Impianti elettrici volanti, carenza assoluta di servizi igienici e di bagni chimici, orari di apertura e chiusura delle attrazioni dilatati ben oltre il limite consentito (con annessi decibel), bivacchi improvvisati, accampamenti abusivi, distanza non rispettata dai luoghi sensibili come le caserme delle forze di polizia e vendite di bevande fuori orario e soprattutto in bottiglie di vetro, poi vergognosamente smaltite nelle aiuole.
Tutto ciò ha rappresentato, anche quest'anno, uno spettacolo peggiore di un campo-profughi, come se si trattasse di «manifestazioni - per dirla sempre alla Bonvino - ricettacolo di urine ed altro».
Ecco, noi vorremmo che questi consigli, perché tali sono, fossero recepiti da chi di dovere. Abbiamo più volte celebrato (anche con video) la bontà del lavoro svolto negli ultimi anni da chi organizza la Festa e da parte degli amministratori. Va fatto un ultimo sforzo, importante, necessario per una convivenza civile anche in quei giorni così centrali per l'intera comunità giovinazzese.
Un ultimo sforzo per ridare dignità ad alcuni angoli della Festa Patronale.