Il Commento
Ha vinto Renzi o l'italiano medio?
Riflessione post referendum
lunedì 18 aprile 2016
13.16
Riflettere su di un qualsiasi voto, frutto dell'espressione più alta della democrazia, è sempre arduo. In un Paese come l'Italia, forse, lo è ancor di più, specie se quel voto è legato ad un referendum, istituto che da almeno un ventennio non ha quasi più ragion d'essere in questa penisola.
Non ce l'ha, se si pensa che stanno sistematicamente fallendo tutti i tentativi di dare un senso all'espressione "democrazia partecipata". Che mai significherà se poi, quando ve ne è l'opportunità, non ci si reca alle urne? Per questo il voto, anche quello localissimo, quello giovinazzese, fa un po' arrabbiare chi crede che, esprimere la propria opinione con una matita in mano, sia il senso più profondo di quanto ci è stato trasmesso dei padri costituenti (e scusateci se li scomodiamo...).
Ieri, con il 31% e spiccioli di italiani che si sono recati alle urne, un senso molto forte di impotenza, rispetto alle scelte delle stanze dei bottoni, si è fatto ancor più pressante. Giovinazzo è andata oltre il 41%, dimostrando un po' più di altre realtà di voler far sentire la sua voce, qualsiasi essa fosse. Non importava un SI o un NO, importava la presenza, l'esserci, il farsi sentire popolo. Una volta tanto. Una sola volta.
Ed invece, complici i risultati di tutto il resto del Paese (quello con la P maiuscola), il quorum non è stato raggiunto, il Premier ha gongolato, alcuni parlamentari che erano per l'astensionismo si son fatti beffa sui social di tanti cittadini (salvo poi addrizzare il tiro) e buonanotte ai suonatori. «I vincitori sono i lavoratori delle piattaforme e questo è uno smacco alla demagogia di alcuni» si è affrettato a dire il Presidente del Consiglio che, dalle urne, però, ancora non ci è mai passato.
Ma quel che conta in questo caso è il vedere come l'italiano medio, quello a cui piace più il gossip che l'attualità, abbia continuato beatamente a godersi la sua calda domenica di aprile. Salvo poi, ne siamo certi, tornare da oggi ad attaccare "la casta", quelli che comandano, le lobbies ed a ribadire forte il suo "Piove, Governo ladro!".
Costoro non potranno lamentarsi oggi, quando ieri erano chiamati a far sentire il proprio assenso o il proprio dissenso circa una norma del nostro ordinamento. Non potranno farlo per il semplice fatto che hanno preferito il mare (toh, guarda il caso a volte!) o i centri commerciali aperti, alla cabina elettorale. Peggio per loro e purtroppo per noi, per tutti quelli che hanno votato SI e NO.
Forse, in conclusione, non ha vinto Renzi o il renzismo e nemmeno le multinazionali del petrolio. Forse, lo diciamo sommessamente, ha vinto la stramaledettissima indolenza di una parte consistente di un popolo rassegnato ad un futuro deciso da altri.
Non ce l'ha, se si pensa che stanno sistematicamente fallendo tutti i tentativi di dare un senso all'espressione "democrazia partecipata". Che mai significherà se poi, quando ve ne è l'opportunità, non ci si reca alle urne? Per questo il voto, anche quello localissimo, quello giovinazzese, fa un po' arrabbiare chi crede che, esprimere la propria opinione con una matita in mano, sia il senso più profondo di quanto ci è stato trasmesso dei padri costituenti (e scusateci se li scomodiamo...).
Ieri, con il 31% e spiccioli di italiani che si sono recati alle urne, un senso molto forte di impotenza, rispetto alle scelte delle stanze dei bottoni, si è fatto ancor più pressante. Giovinazzo è andata oltre il 41%, dimostrando un po' più di altre realtà di voler far sentire la sua voce, qualsiasi essa fosse. Non importava un SI o un NO, importava la presenza, l'esserci, il farsi sentire popolo. Una volta tanto. Una sola volta.
Ed invece, complici i risultati di tutto il resto del Paese (quello con la P maiuscola), il quorum non è stato raggiunto, il Premier ha gongolato, alcuni parlamentari che erano per l'astensionismo si son fatti beffa sui social di tanti cittadini (salvo poi addrizzare il tiro) e buonanotte ai suonatori. «I vincitori sono i lavoratori delle piattaforme e questo è uno smacco alla demagogia di alcuni» si è affrettato a dire il Presidente del Consiglio che, dalle urne, però, ancora non ci è mai passato.
Ma quel che conta in questo caso è il vedere come l'italiano medio, quello a cui piace più il gossip che l'attualità, abbia continuato beatamente a godersi la sua calda domenica di aprile. Salvo poi, ne siamo certi, tornare da oggi ad attaccare "la casta", quelli che comandano, le lobbies ed a ribadire forte il suo "Piove, Governo ladro!".
Costoro non potranno lamentarsi oggi, quando ieri erano chiamati a far sentire il proprio assenso o il proprio dissenso circa una norma del nostro ordinamento. Non potranno farlo per il semplice fatto che hanno preferito il mare (toh, guarda il caso a volte!) o i centri commerciali aperti, alla cabina elettorale. Peggio per loro e purtroppo per noi, per tutti quelli che hanno votato SI e NO.
Forse, in conclusione, non ha vinto Renzi o il renzismo e nemmeno le multinazionali del petrolio. Forse, lo diciamo sommessamente, ha vinto la stramaledettissima indolenza di una parte consistente di un popolo rassegnato ad un futuro deciso da altri.