Il Commento
Ancora una volta l'altra faccia della Festa Patronale
Perché non realizzare un ostello per l’accoglienza dei migranti?
mercoledì 30 agosto 2017
5.46
A distanza di poco più di una settimana dall'ultima edizione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. di Corsignano (e di un anno dalla nostra ultima riflessione) rilanciamo l'attenzione su una tematica che a noi sta particolarmente a cuore: l'assenza, proprio nei giorni della Festa Patronale, di un ostello per l'accoglienza dei migranti che girano per le fiere e le feste di paese come ambulanti.
Molfetta, ad esempio, sin dal 2013 si è dimostrata per la prima volta vicina ai bisogni dei migranti che popolano la città per le tradizionali bancarelle. La precedente amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione nei giorni del loro soggiorno, in forma completamente gratuita, un ostello dell'accoglienza: una tensostruttura attrezzata con servizi quali lettini dove passare la notte, bagni, docce e un fasciatoio per il cambio dei neonati.
Un'area di accoglienza che serve a tutelare la dignità di queste persone ed al tempo stesso ad evitare forme di accampamento di fortuna e bivacco nelle aiuole di via Papa Giovanni XXIII, nei pressi della zona C2.
È questa la strada da seguire, affinché anche "a Giovinazzo nessuno possa essere definito straniero" secondo il messaggio che dovrebbe accompagnare l'accoglienza di chiunque arrivi in città con le proprie bancarelle per la Festa Patronale di Maria SS. di Corsignano.
Questo a Levante. A Ponente, invece, proprio nei giorni dei festeggiamenti patronali, si pensi a controllare in maniera accurata la posizione dei numerosi giostrai che, sistematisi su un suolo privato e non nella classica location pubblica dell'area mercatale del rione 167, possono creare enormi disagi.
Non è più possibile tollerare lo squallore e l'anarchia che si protraggono nella città per tre giorni, senza il minimo senso civico e senza che nessuno fermi lo scempio.
Impianti elettrici volanti, carenza assoluta di servizi igienici, assenza ingiustificata di bagni chimici, gruppi elettrogeni in continua attività con un'insopportabile inquinamento, orari di apertura e chiusura delle attrazioni dilatati ben oltre il limite consentito (con annessi decibel), bivacchi improvvisati.
Ed ancora: accampamenti abusivi, distanza non rispettata dai luoghi sensibili come le caserme delle forze di polizia, mancanza di idranti per le emergenze e vendita di bevande fuori orario e soprattutto in bottiglie di vetro, poi vergognosamente smaltite nelle aiuole.
E tutto ciò ha offerto, anche quest'anno, uno spettacolo peggiore di un campo-profughi. Non si può continuare ad alzare bandiera bianca o a disinteressarsi, una volta di più, di fronte all'inciviltà dilagante e ad una sostanziale deregulation.
Molfetta, ad esempio, sin dal 2013 si è dimostrata per la prima volta vicina ai bisogni dei migranti che popolano la città per le tradizionali bancarelle. La precedente amministrazione comunale, infatti, ha messo a disposizione nei giorni del loro soggiorno, in forma completamente gratuita, un ostello dell'accoglienza: una tensostruttura attrezzata con servizi quali lettini dove passare la notte, bagni, docce e un fasciatoio per il cambio dei neonati.
Un'area di accoglienza che serve a tutelare la dignità di queste persone ed al tempo stesso ad evitare forme di accampamento di fortuna e bivacco nelle aiuole di via Papa Giovanni XXIII, nei pressi della zona C2.
È questa la strada da seguire, affinché anche "a Giovinazzo nessuno possa essere definito straniero" secondo il messaggio che dovrebbe accompagnare l'accoglienza di chiunque arrivi in città con le proprie bancarelle per la Festa Patronale di Maria SS. di Corsignano.
Questo a Levante. A Ponente, invece, proprio nei giorni dei festeggiamenti patronali, si pensi a controllare in maniera accurata la posizione dei numerosi giostrai che, sistematisi su un suolo privato e non nella classica location pubblica dell'area mercatale del rione 167, possono creare enormi disagi.
Non è più possibile tollerare lo squallore e l'anarchia che si protraggono nella città per tre giorni, senza il minimo senso civico e senza che nessuno fermi lo scempio.
Impianti elettrici volanti, carenza assoluta di servizi igienici, assenza ingiustificata di bagni chimici, gruppi elettrogeni in continua attività con un'insopportabile inquinamento, orari di apertura e chiusura delle attrazioni dilatati ben oltre il limite consentito (con annessi decibel), bivacchi improvvisati.
Ed ancora: accampamenti abusivi, distanza non rispettata dai luoghi sensibili come le caserme delle forze di polizia, mancanza di idranti per le emergenze e vendita di bevande fuori orario e soprattutto in bottiglie di vetro, poi vergognosamente smaltite nelle aiuole.
E tutto ciò ha offerto, anche quest'anno, uno spettacolo peggiore di un campo-profughi. Non si può continuare ad alzare bandiera bianca o a disinteressarsi, una volta di più, di fronte all'inciviltà dilagante e ad una sostanziale deregulation.