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Xylella, nessun rischio per l'olio pugliese

L’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio rassicura sulla qualità dei prodotti di alberi infetti dal batterio

Mentre gli olivicoltori locali si preparano ad avviare un'altra stagione di raccolta, che si preannuncia molto abbondante e soddisfacente, almeno qui nel nord barese (a Giovinazzo gli alberi sono stracolmi e l'Amministrazione comunale in accordo con Polizia Locale, Guardie Campestri e agricoltori ha messo a punto una task force per sorvegliare i fondi agricoli per eventuali furti, ndr), arrivano le dichiarazioni dei vertici dell'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio sul caso Xylella che ha riguardato, va ricordato, solo il Salento.

L'Accademia, interpellata da Giuseppe L'Abbate, Capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera, ha escluso categoricamente il pericolo di alterazione delle qualità chimiche ed organolettiche dell'olio e estratto da alberi colpiti dal Xylella e della trasmissione del batterio ad altri alberi.

Nei mesi scorsi, sin dalla diffusione delle primissime notizie sull'epidemia che ha intaccato gli alberi pugliesi, il diffondersi di timori e di facili allarmismi tra gli addetti ai lavori ma soprattutto tra i consumatori aveva minacciato pesantemente la vendita di prodotti oleari. Un pericolo che rischiava di far andare al collasso una parte fondamentale dell'economia pugliese ed italiana.

Dopo l'insistenza e le interpellanze indirizzate al Governo nazionale con lo scopo di non lasciare soli i produttori, il Movimento 5 Stelle di Puglia, particolarmente sensibile alla questione, ha deciso di chiedere autonomamente il parere della massima autorità in materia di olio, come spiegatoci dal deputato pentastellato L'Abbate: «(…) ho indirizzato una richiesta formale all'Accademia che ci ha risposto in maniera ufficiale: ora tutti i commercianti di olio hanno a disposizione una documentazione scientifica da poter mostrare per fronteggiare le possibili speculazioni commerciali. Una documentazione a loro completo servizio: basterà contattarmi e gliela invierò».

Ed ai quesiti posti dal deputato pugliese non si è fatta troppo attendere la risposta: «Vi è l'assoluta impossibilità di crescita e diffusione dell'eventuale batterio Xylella fastidiosa nel prodotto finito, olio extravergine, in grado di contaminare la pianta. Di conseguenza oli provenienti da aree considerate infette non potranno essere considerati fonti di contaminazione batterica per altre piante di olivo e tanto meno per il consumatore. In definitiva, non vi è alcun rischio che l'olio estratto da olive prodotte da alberi infetti possa diventare veicolo di Xylella fastidiosa».

Inoltre, continua la nota redatta dall'Accademia, «tutte le tipologie commerciali di oli estratti dalle olive provenienti da materie prime prodotte in Italia sono da ritenersi sicure dal punto di vista di eventuali contaminazioni biologiche comprese quelle di fatto impossibili da Xylella fastidiosa e quindi idonee al consumo umano e non vi sono evidenze di modifiche qualitative nel profilo dell'olio causate dal batterio».

Dichiarazioni chiare, che non lasciano spazio ad elucubrazioni e ad altre interpretazioni, soprattutto se si prende in considerazione l'attività di promozione di studi e ricerche riguardanti l'olivo ed i suoi prodotti di cui l'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio si fa da sempre promotrice. Un'attività fortemente incoraggiata in questo momento storico dal Presidente dell'Accademia, Riccardo Gucci, il cui invito è volto all'avvio di programmi di ricerca per lo studio approfondito del batterio e dei suoi effetti.

Si tratta, dunque, di un'ulteriore rassicurazione per gli olivicoltori giovinazzesi e dei comuni limitrofi che potranno finalmente dormire sonni tranquilli, sebbene l'area metropolitana di Bari non sia stata annoverata tra le zone di incubazione e di diffusione del batterio della Xylella fastidiosa ed il nostro olio abbia ricevuto, anche negli anni scorsi, riconoscimenti in tutta Europa.
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