Eventi e cultura
Violenza di genere: un lieto fine è possibile
Ieri ultimo appuntamento con "Marzo...i colori delle donne"
Giovinazzo - domenica 10 aprile 2016
11.54
Ogni fiaba ha il suo lieto fine, anche quelle in cui la violenza ed il dolore sembrano determinarne irrimediabilmente l'esito. Questa è la convinzione espressa ieri sera durante l'ultimo incontro di "Marzo… i colori delle donne", la rassegna ideata e portata avanti con tenacia e perseveranza da tre anni dall'Assessorato alle Pari Opportunità, guidato da Antonia Pansini, e dalla Consulta Femminile del Comune di Giovinazzo.
Nel corso della serata, si è voluto informare ed al tempo stesso comunicare un messaggio positivo, indicando come, nonostante la violenza sulle donne sia un cancro diffuso, uno spiraglio di luce esiste e bisogna lavorare per renderlo ancora più visibile. Un concetto trasmesso in primis da Damiano Francesco Nirchio, dell'Associazione Culturale "Senza Piume" ed esperto in attività culturali in ambito sociale della Cooperativa "Centro Ricerche Interventi Stress Interpersonale (C.R.I.S.I.) di Bari, intervenuto dopo i saluti ed i ringraziamenti di Eleonora Alessandra Adesso, Presidentessa della Consulta Femminile.
Tramite la lettura dell'episodio di Pinocchio impiccato dal Gatto e la Volpe, con cui Carlo Collodi terminò la prima versione della storia del burattino di legno, Nirchio ha affermato la necessità di credere fortemente alla risoluzione positiva di tutte le storie di violenza. «Il diritto al lieto fine» è l'obiettivo del lavoro di intervento della Cooperativa C.R.I.S.I., che passa attraverso il recupero ed il reinserimento non solo della vittima, ma anche del carnefice.
A fare eco a questa idea differente di intervento, anche Patrizia Goffredo, Coordinatrice del Centro Antiviolenza (C.A.V.) "La Luna nel Pozzo" di Bari, che si è soffermata sugli aspetti più tecnici di gestione dei casi di violenza verso le donne. Un lavoro estremamente delicato, che ha raggiunto grandi risultati negli ultimi anni, grazie alla creazione di una rete tra forze dell'ordine, organi giudiziari e presidi medici e di percorsi di conoscenza del problema che mirano alla radicazione della cultura del rispetto, indirizzati soprattutto alle scolaresche.
La parola è poi passata all'Assessora Pansini, che tessendo le lodi del meccanismo virtuoso creato dal C.A.V. sul territorio metropolitano di Bari, ha ribadito l'importanza di un tale servizio anche per Giovinazzo. Un progetto non troppo lontano ormai per la nostra città, dato che tra qualche mese verrà istituito un centro antiviolenza territoriale per i Comuni di Giovinazzo e Molfetta, che sarà realizzato grazie ad un finanziamento regionale e sorgerà in Piazza Rosa Luxemburg, al posto della palazzina delle ex Poste. Della gestione del centro si occuperà la cooperativa C.R.I.S.I. e, in questo lasso di tempo che passerà dall'avvio del bando di gara dalla finalizzazione dei lavori, sarà nessaria la formazione degli operatori in servizio, affinché le donne vengano accolte ed accompagnate costantemente in tutte le fasi di superamento dell'evento drammatico di cui sono state vittime. «Fondamentale – ha affermato l'Assessora Pansini a proposito delle attività che continueranno ad essere portate avanti nei prossimi mesi – sarà generare innanzitutto un tipo di cultura diversa con progetti che coinvolgano i ragazzi delle nostre scuole, ma soprattutto dare a queste donne vittime di violenza la possibilità di rendersi autonome trovando un lavoro che consenta loro di vivere dignitosamente».
La serata si è poi chiusa con l'ascolto delle storie di due donne, che hanno raccontato la propria esperienza di violenza e sopraffazione con il linguaggio della fiaba. Due di alcune delle fiabe scritte nell'ambito di un progetto ideato e seguito da Damiano Francesco Nirchio, in cui la parola viene percepita come «l'unico strumento per riuscire a mettere ordine al caos», come sottolineato dallo stesso Nirchio.
Si è scritta la parola fine sull'edizione 2016 di "Marzo…i colori delle donne", ma di certo l'opera incessante dell'Assessorato e della Consulta femminile per la difesa delle donne continuerà a muovere passi importanti, per provare a dare ad ogni storia l'esito felice che le spetta.
Nel corso della serata, si è voluto informare ed al tempo stesso comunicare un messaggio positivo, indicando come, nonostante la violenza sulle donne sia un cancro diffuso, uno spiraglio di luce esiste e bisogna lavorare per renderlo ancora più visibile. Un concetto trasmesso in primis da Damiano Francesco Nirchio, dell'Associazione Culturale "Senza Piume" ed esperto in attività culturali in ambito sociale della Cooperativa "Centro Ricerche Interventi Stress Interpersonale (C.R.I.S.I.) di Bari, intervenuto dopo i saluti ed i ringraziamenti di Eleonora Alessandra Adesso, Presidentessa della Consulta Femminile.
Tramite la lettura dell'episodio di Pinocchio impiccato dal Gatto e la Volpe, con cui Carlo Collodi terminò la prima versione della storia del burattino di legno, Nirchio ha affermato la necessità di credere fortemente alla risoluzione positiva di tutte le storie di violenza. «Il diritto al lieto fine» è l'obiettivo del lavoro di intervento della Cooperativa C.R.I.S.I., che passa attraverso il recupero ed il reinserimento non solo della vittima, ma anche del carnefice.
A fare eco a questa idea differente di intervento, anche Patrizia Goffredo, Coordinatrice del Centro Antiviolenza (C.A.V.) "La Luna nel Pozzo" di Bari, che si è soffermata sugli aspetti più tecnici di gestione dei casi di violenza verso le donne. Un lavoro estremamente delicato, che ha raggiunto grandi risultati negli ultimi anni, grazie alla creazione di una rete tra forze dell'ordine, organi giudiziari e presidi medici e di percorsi di conoscenza del problema che mirano alla radicazione della cultura del rispetto, indirizzati soprattutto alle scolaresche.
La parola è poi passata all'Assessora Pansini, che tessendo le lodi del meccanismo virtuoso creato dal C.A.V. sul territorio metropolitano di Bari, ha ribadito l'importanza di un tale servizio anche per Giovinazzo. Un progetto non troppo lontano ormai per la nostra città, dato che tra qualche mese verrà istituito un centro antiviolenza territoriale per i Comuni di Giovinazzo e Molfetta, che sarà realizzato grazie ad un finanziamento regionale e sorgerà in Piazza Rosa Luxemburg, al posto della palazzina delle ex Poste. Della gestione del centro si occuperà la cooperativa C.R.I.S.I. e, in questo lasso di tempo che passerà dall'avvio del bando di gara dalla finalizzazione dei lavori, sarà nessaria la formazione degli operatori in servizio, affinché le donne vengano accolte ed accompagnate costantemente in tutte le fasi di superamento dell'evento drammatico di cui sono state vittime. «Fondamentale – ha affermato l'Assessora Pansini a proposito delle attività che continueranno ad essere portate avanti nei prossimi mesi – sarà generare innanzitutto un tipo di cultura diversa con progetti che coinvolgano i ragazzi delle nostre scuole, ma soprattutto dare a queste donne vittime di violenza la possibilità di rendersi autonome trovando un lavoro che consenta loro di vivere dignitosamente».
La serata si è poi chiusa con l'ascolto delle storie di due donne, che hanno raccontato la propria esperienza di violenza e sopraffazione con il linguaggio della fiaba. Due di alcune delle fiabe scritte nell'ambito di un progetto ideato e seguito da Damiano Francesco Nirchio, in cui la parola viene percepita come «l'unico strumento per riuscire a mettere ordine al caos», come sottolineato dallo stesso Nirchio.
Si è scritta la parola fine sull'edizione 2016 di "Marzo…i colori delle donne", ma di certo l'opera incessante dell'Assessorato e della Consulta femminile per la difesa delle donne continuerà a muovere passi importanti, per provare a dare ad ogni storia l'esito felice che le spetta.