Politica
Via la scadenza dall'olio d'oliva
La decisione presa dalla maggioranza di Governo. Opposizioni sul piede di guerra
Giovinazzo - martedì 5 luglio 2016
La scorsa settimana la Camera dei Deputati ha votato per il recepimento di una normativa europea che riguarda l'eliminazione della scadenza dalle bottiglie di olio di oliva e la cromatura dello stesso. Il tutto per favorire lo smaltimento di vecchie scorte ancora in ottimo stato. Scompare dunque l'obbligo si scrivere sull'etichetta la data di 18 mesi dall'imbottigliamento.
Nella discussione a Montecitorio non sono mancati i dissidi tra maggioranza ed opposizioni. La norma è passata con il voto, nemmeno compatto, del Partito Democratico e delle componenti governative, mentre sull'altro fronte si sono schierati Movimento 5 Stelle e Forza Italia, tra i più convinti Francesco Paolo Sisto.
Da qui la dura presa di posizione dell'onorevole Giuseppe L'Abbate, capogruppo dei pentastellati alla Camera ed una delle voci più forti contro questo provvedimento: «Ora il tutto è a totale discrezione del produttore. Dispiace dirlo, ma il Partito Democratico ed il Governo Renzi piuttosto che tutelare uno dei prodotti d'eccellenza del made in Italy agroalimentare preferiscono fare gli interessi di qualche altro ,ma non del popolo italiano - è stato il suo primo commento -. Abbiamo presentato sia un emendamento per reintrodurre la data di scadenza sia per inserire, finalmente, la data di imbottigliamento ma abbiamo raccolto solo il niet della maggioranza. Un 'no' che c'è stato anche ad emendamenti che puntavano giustamente ad un metodo di conservazione più adeguato per garantire le qualità organolettiche dell'olio o che miravano ad aumentare le sanzioni per chi non rispetta le regole. Governo e Partito Democratico - è il duro atto d'accusa - sembrano avere più a cuore le sorti di qualche lobby straniera o di qualche diktat da Bruxelles, piuttosto che il comparto agroalimentare nazionale, i piccoli e medi produttori nonché i consumatori italiani - continua L'Abbate (M5S) -. Dal sempre più disinteressato ed assente Ministro Martina attendiamo ancora una straccio di piano olivicolo che solo grazie al Movimento 5 Stelle è stato possibile approvare, dopo 30 anni che hanno visto l'Italia dormire, facendosi surclassare e doppiare dalla Spagna nella produzione di olio. Il Governo, inadempiente, non ha ancora provveduto a redigerlo come da input della Camera e non ci si dovrebbe stupire poi se - conclude il deputato 5 Stelle -, appena possono, i cittadini bocciano chi preferisce le lobbies europee all'interesse nazionale».
Anche Coldiretti aveva espresso forti perplessità sul provvedimento, definendolo una norma contro i consumatori ed «un errore che mette a rischio la qualità dell'offerta in Italia. La nostra nazione – sottolinea la stessa Coldiretti – ha prodotto nell'ultimo anno 300 milioni di chili ottenuti da un patrimonio di circa 250 milioni di piante su 1,1 milioni di ettari di terreno, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Numeri che fanno dell'Italia – conclude la Coldiretti – il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma anche il primo Paese per numero di oli Dop (Denominazione di origine protetta), ben 43».
Giovinazzo e tutta l'area a noi vicina è toccata fortemente da una legge che rischia di compromettere quanto di buono seminato in questi anni sulla strada della qualità del prodotto, che distingue questa zona a forte vocazione olivicola da molte altre, nel nostro Paese ed all'estero. Torneremo sull'argomento cercando di sondare gli umori dei produttori.
Nella discussione a Montecitorio non sono mancati i dissidi tra maggioranza ed opposizioni. La norma è passata con il voto, nemmeno compatto, del Partito Democratico e delle componenti governative, mentre sull'altro fronte si sono schierati Movimento 5 Stelle e Forza Italia, tra i più convinti Francesco Paolo Sisto.
Da qui la dura presa di posizione dell'onorevole Giuseppe L'Abbate, capogruppo dei pentastellati alla Camera ed una delle voci più forti contro questo provvedimento: «Ora il tutto è a totale discrezione del produttore. Dispiace dirlo, ma il Partito Democratico ed il Governo Renzi piuttosto che tutelare uno dei prodotti d'eccellenza del made in Italy agroalimentare preferiscono fare gli interessi di qualche altro ,ma non del popolo italiano - è stato il suo primo commento -. Abbiamo presentato sia un emendamento per reintrodurre la data di scadenza sia per inserire, finalmente, la data di imbottigliamento ma abbiamo raccolto solo il niet della maggioranza. Un 'no' che c'è stato anche ad emendamenti che puntavano giustamente ad un metodo di conservazione più adeguato per garantire le qualità organolettiche dell'olio o che miravano ad aumentare le sanzioni per chi non rispetta le regole. Governo e Partito Democratico - è il duro atto d'accusa - sembrano avere più a cuore le sorti di qualche lobby straniera o di qualche diktat da Bruxelles, piuttosto che il comparto agroalimentare nazionale, i piccoli e medi produttori nonché i consumatori italiani - continua L'Abbate (M5S) -. Dal sempre più disinteressato ed assente Ministro Martina attendiamo ancora una straccio di piano olivicolo che solo grazie al Movimento 5 Stelle è stato possibile approvare, dopo 30 anni che hanno visto l'Italia dormire, facendosi surclassare e doppiare dalla Spagna nella produzione di olio. Il Governo, inadempiente, non ha ancora provveduto a redigerlo come da input della Camera e non ci si dovrebbe stupire poi se - conclude il deputato 5 Stelle -, appena possono, i cittadini bocciano chi preferisce le lobbies europee all'interesse nazionale».
Anche Coldiretti aveva espresso forti perplessità sul provvedimento, definendolo una norma contro i consumatori ed «un errore che mette a rischio la qualità dell'offerta in Italia. La nostra nazione – sottolinea la stessa Coldiretti – ha prodotto nell'ultimo anno 300 milioni di chili ottenuti da un patrimonio di circa 250 milioni di piante su 1,1 milioni di ettari di terreno, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Numeri che fanno dell'Italia – conclude la Coldiretti – il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma anche il primo Paese per numero di oli Dop (Denominazione di origine protetta), ben 43».
Giovinazzo e tutta l'area a noi vicina è toccata fortemente da una legge che rischia di compromettere quanto di buono seminato in questi anni sulla strada della qualità del prodotto, che distingue questa zona a forte vocazione olivicola da molte altre, nel nostro Paese ed all'estero. Torneremo sull'argomento cercando di sondare gli umori dei produttori.