Marzia Morva - vaccinazione
Marzia Morva - vaccinazione
Attualità

Vaccini, somministrate seconde dosi al personale scolastico di Giovinazzo

Le testimonianze ed il racconto delle due giornate a Molfetta

Procede la campagna vaccinale pugliese contro il Covid-19, nonostante qualche ritardo ed alcune problematiche relative soprattutto alle prenotazioni degli over 40 e 50. Tanti i lavoratori del settore scuola che on questi giorni stanno ricevendo la seconda somministrazione, prevalentemente del siero AstraZeneca.
Noi avevamo tra di essi la nostra collega Marzia Morva e dopo avervi raccontato la prima somministrazione, quella di domenica 7 marzo, abbiamo seguito a Molfetta, nella palestra della scuola "Valente", le operazioni di inoculazione del siero al personale dei due Comprensivi giovinazzesi, l'Istituto "Bavaro- Marconi" il 18 maggio e l'Istituto "Bosco- Buonarroti", avvenuta venerdì 21 maggio. E ciò che vi proponiamo sono le testimonianze di chi, a tutti gli effetti, si avvia ad essere immune.

Il racconto di Marzia Morva, insegnante scuola dell'infanzia (in foto)

«Il tempo è volato da quel 7 marzo in cui ho ricevuto la prima dose anti-Covid di AstraZeneca, vaccino di cui si è tanto parlato proprio nei giorni seguenti in quanto si è scatenata una bagarre mediatica circa i suoi possibili effetti indesiderati. I giorni sono volati via e, come previsto da protocollo, dopo tre mesi, eccoci giunti, con qualche giorno in anticipo, per ricevere la somministrazione della seconda dose. Inutile nascondere la preoccupazione, seppur passeggera e leggera, che ho provato pensando ad eventuali effetti collaterali del dopo vaccino. I mass media hanno dato diffusione di molte persone che hanno rinunciato a farsi vaccinare con il ritrovato anglo-svedese, ma ritengo che non sia giusto. Lo dico con certezza perché ascoltando il parere degli esperti, ogni tipologia di vaccino avrebbe potuto portare a sintomi nel post-inoculazione ed in alcuni casi è stato proprio così. E, visto che vaccinarsi è un dovere civico per rispetto della propria salute e di chi è accanto a noi, anche per questa volta non mi sono fatta prendere più di tanto dalla preoccupazione. Anche in questa seconda esperienza, su consiglio di mia sorella Palma che è farmacista, ho preso una bustina di antinfiammatorio subito dopo aver pranzato ed un'altra a tarda sera. Devo dire che, a parte la sensazione di indolenzimento del braccio sinistro nel quale è stato inoculato il vaccino, non ho avuto problemi e sono abbastanza serena, ho trascorso la notte tranquilla. Alcune delle mie colleghe hanno avuto forte mal di testa e febbre già dal pomeriggio del 21 maggio. Spero davvero che per tutto il personale vaccinato possa stare meglio con il passare delle ore».

La testimonianza di Raffaella Magrone, collaboratrice scolastica

«Quando noi abbiamo ricevuto la prima dose di vaccino non vi era alcuna polemica in atto. Il problema si è scatenato nei giorni seguenti alla nostra vaccinazione. Inevitabilmente la cosa ha dato un po' di ansia: io ho avuto febbre per un giorno soltanto e nulla più. Certo è che da quando mi è arrivata la circolare della Asl Bari e dalla nostra scuola che informava della data del 21 maggio quale quella scelta per la seconda inoculazione, un certo timore l'ho provato. Sono speranzosa, ho chiuso la questione vaccinazione anche in meno di novanta giorni come invece prevedeva il protocollo Asl. Alla fine, faccio una riflessione: mi ritengo privilegiata perché noi del comparto scuola siamo stati fortunati ad essere inseriti già a marzo, mentre solo in questo periodo le altre categorie lavorative stanno ricevebdo la prima dose».


Così Maria Turturro, insegnante scuola dell'infanzia

«Il ricordo della prima dose di AstraZeneca è legato ad un giorno di febbre, il primo giorno dopo la somministrazione, e poi sono stata bene. Sono stata serena in attesa della seconda dose, sono tranquilla, non mi sono lasciata trascinare da quello che si ascoltava in tv e veniva detto dalla gente, naturalmente preoccupata per gli effetti collaterali. Qualcuno che conosco non voleva fare il vaccino AstraZeneca, però non potevamo scegliere. Io ho vissuto questa esperienza come dovere civico nel rispetto della mia salute, di chi vive accanto a me e della mia comunità di lavoro a scuola».
Ad accompagnare sua moglie, docente della scuola secondaria di primo grado, c'era un medico di Giovinazzo al quale abbiamo chiesto un punto di vista in merito alla situazione che si presentava davanti ai suoi occhi: «L'organizzazione mi è parsa adeguata, con tempi di attesa accettabili. Mi pare che il personale scolastico si stia vaccinando in queste giornate in un contesto sereno - ci ha subito detto -. Speriamo che non ci siano effetti collaterali e che la realtà smentisca le numerose notizie negative che circolano da tempo su AstraZeneca, notizie che hanno condizionato la sfera psichica del personale docente alla maggior parte del quale è toccato questo vaccino, come previsto da protocollo, sia nella prima dose che naturalmente nella seconda».

Le riflessioni di Grazia Stufano, insegnante

La docente di Religione Cattolica, Grazia Stufano, ha testimoniato approfondendo la sua esperienza vaccinale ad ampio raggio attraverso interessanti spunti di riflessione. «Ho avvertito quasi una liberazione da un macigno ingombrante alla notizia che il 4 marzo scorso avremmo ricevuto la prima dose di vaccino…Finalmente era il turno degli operatori scolastici! Ma quante notizie negative su AstraZeneca, il vaccino previsto per noialtri! Opinioni discordanti tra i molteplici "tuttologi" che si alternavano ai microfoni in tv. Sono stata assalita dal panico, dalla paura di andare consapevolmente incontro ad un problema più grande di me. Tante domande mi sono posta, poche risposte certe ho trovato circa l'opportunità di farmi vaccinare, pur essendo convinta che solo il vaccino possa aiutarci a vincere la battaglia contro il Covid-19. In un momento storico come questo, di incertezze economiche, di dolore per gli affetti persi senza averli potuti accudire direttamente, di Dad e Did e di genitori da rassicurare, avrei voluto che non si fosse dato tanto spazio a chi cercava solo un momento di gloria in tv. Inoculata la prima dose ecco che al tg dettero notizie circa il decesso per trombosi di alcuni individui giovani e apparentemente in salute. Trombosi? E se dovesse accadere a me?! E se dovessi avere una trombosi che non mi uccide ma mi rende invalida? Per giorni sono stata vittima di uno sciacallaggio mediatico, e mille pensieri hanno attanagliato la mia mente, sebbene fossi ancora convinta della validità di farsi vaccinare. Ho consultato il mio medico curante, ho sentito il parere di un amico che presta servizio all'ospedale oncologico di Bari e di un altro che invece è rianimatore e tutti mi hanno rassicurata. Potevo e dovevo ricevere la seconda dose con estrema tranquillità, mi diceva uno di loro. Ho ricevuto la seconda dose lunedì 17 e non so se devo ritenermi fortunata per essere ancora viva e vegeta (scherza). Ora a mente più serena dico che si è creata tanta confusione, si sono alimentate le paure di ciascuno di noi, sviando sul fatto che tutti i vaccini hanno effetti collaterali: allora - è la domanda che mi pongo - perché discriminare questo che sembra essere l'unica arma contro il covid? Politica commerciale?».
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