La casetta nel parco giochi
La casetta nel parco giochi
Cronaca

Una siringa fra i giochi per i bimbi

Degrado choc nella Villa Comunale giovinazzese. Taranto: «L'eroina non è mai scomparsa»

Una siringa ancora sporca di sangue. Gettata dove giocano i bambini, all'interno della casetta del parco giochi. Accade nella Villa Comunale intitolata a Giuseppe Palombella, spazio verde nel centro cittadino.

«Non bastava la situazione vergognosa in cui versa l'area. Ieri pomeriggio purtroppo si è rischiato qualcosa di molto grave sventato solo grazie al tempestivo intervento dell'addetto al Servizio Civico presente sul posto che ha interdetto lo spazio, evitando effetti più gravi», dicono alcune mamme riferendosi alla struttura in legno. «Veniamo qui per trascorrere un po' di tempo all'aria aperta, con i nostri figli e nipoti, però spesso ci sono certe facce... », aggiunge un uomo, indicando le persone sedute sulle panchine nei pressi dei bagni pubblici.

Insomma la convivenza non è facile. E il malumore dei frequentatori sembra pronto a trasformarsi in protesta, dopo il ritrovamento della siringa: «Nel caso di specie - spiega il primo cittadino Tommaso Depalma - scendiamo nella follia che la droga produce da sempre. Serve l'aiuto di tutti per tenere gli occhi aperti. Questi drammi si vivono in ogni dove. Dobbiamo essere più solidali nel difendere il bene comune».

Ma gli habitué del polmone verde più grande di Giovinazzo non ci stanno. E chiedono che vengano fatti «dei controlli mirati nel tentativo di rendere quest'area più libera da consumatori di droga e spacciatori. Quali sono le modalità di controllo che gli Enti preposti hanno intrapreso per limitare questi fenomeni? Come si intende agire per contrastare queste sconvenienti presenze, in modo da rendere quest'area più sicura per cittadini, utenti e famiglie?».

Per Antonio Taranto, invece, psichiatra e direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche «dispiace che ci sia ancora gente che si nasconda proprio lì, dove ci sono i bambini. Ogni scelta - prosegue - fa cadere il libero arbitrio e lo trasforma in obbligo: perché quel tossicodipendente ha deciso di bucarsi proprio lì, in un'area giochi per piccoli?».

Un episodio, quello avvenuto ieri, che ha aperto ampi squarci sul fenomeno delle droghe e delle tossicodipendenze molto spesso sottovalutato: «Giovinazzo era un'isola felice - sentenzia Taranto -. Adesso è una città come le altre e i dati sulla diffusione delle sostanze stupefacenti sono gli stessi di Bari, Bitonto e Molfetta. E quella siringa, ancora sporca di sangue rinvenuta nella Villa Comunale, è stata utilizzata probabilmente da qualche tossicodipendente per iniettarsi dell'eroina, una sostanza che ha subito una lieve flessione ma non è mai scomparsa del tutto: Giovinazzo, ad esempio, nel caso specifico, presenta valori inferiori rispetto a Bari di due casi ogni mille abitanti».

E così, quell'eroina che ormai si voleva estinta, soppiantata dalla cocaina e da nuovi stili di vita, è tornata a parlare al mondo col linguaggio di sempre, quello delle siringhe abbandonate per strada, nei parchi, adesso anche a pochi metri dai bambini. Non solo eroina, anzi. La lista delle droghe che circolano in città (e in tutta l'area a nord del capoluogo) è lunga e articolata: «È indubbio, nel territorio di Giovinazzo, l'uso di cocaina ed eroina e c'è un'alta diffusione di cannabinoidi. Inoltre, tra i fenomeni di patologia connessi al gioco compulsivo - conclude Taranto - c'è un significativo numero di persone che giocano sistematicamente ed infine un abuso di alcolici da parte di giovani e giovanissimi».

Insomma un quadro sociale tutt'altro che rassicurante. Le dipendenze sono tutte in aumento. Senza distinzioni.
  • Droga Giovinazzo
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