Eventi e cultura
Una serata nel nome di don Tonino Bello
Presentata a Giovinazzo la biografia del vescovo venerabile salentino
Giovinazzo - lunedì 5 dicembre 2022
Una serata dalle forti emozioni quella vissuta sabato sera, 3 dicembre, grazie alla presentazione della la biografia su Don Tonino Bello, compianto vescovo della nostra diocesi. Il libro "Don Tonino Bello (1935-1993).Una Biografia" è stato scritto da Ulderico Parente, storico e professore universitario di origine campana, consultore storico della Congregazione delle Cause dei Santi. L'evento è stato patrocinato dal Comune di Giovinazzo ed inserito nel cartellone di eventi natalizi varato dall'amministrazione comunale. La moderazione ed il coordinamento impeccabile sono stati curati da Agostino Picicco, giornalista, scrittore e uno degli uomini chiave dell'associazione Pugliesi a Milano. Presenti anche il sindaco Michele Sollecito e l'assessora alla Cultura, Cristina Piscitelli.
In apertura l'intensa interpretazione dell'"Ave Maria" di Schubert da parte del soprano Angela Cuoccio, a cui hanno fatto seguito gli intermezzi musicali molto raffinati eseguiti nel corso della serata dal trio dei cameristi di Oltre Lirica: Stefano Costantino Coccia al violìno, Roberto Chiapperino al violoncello e Maria Cristina Buono al pianoforte, i quali hanno eseguito brani originali scritti dalla compositrice pugliese Rosaria Anna Achille, presente in sala.
Agostino Picicco ha introdotto lo spazio dedicato allo scrittore e al libro, ricordando quella sera di quaranta anni fa, il 21 novembre del 1982, quando don Tonino Bello entrò nella diocesi ed il 28 novembre seguente, prima visita a Giovinazzo dove propose un suo scritto sull'Avvento. Durante la presentazione della biografia del prof. Parente, ci sono stati momenti dedicati all'ascolto di testi scritti dal vescovo Bello, tra cui l'omelia di quel giorno che ha segnato un'epoca per la nostra Giovinazzo ed un testo mariano sull'Avvento letto da Anna Milillo, Rosalba Andriani e Maria Pia Lasorsa.
Gli interventi
«Quei giorni a Giovinazzo si consumava la tragedia dell'AFP, cortei degli operai che protestavano perché la fabbrica stava fallendo – ha raccontato Agostino Picicco -. Don Tonino intervenne per stare accanto agli operai e ai dirigenti per trovare una soluzione dopo il blocco della linea ferroviaria. Il vescovo stette accanto a loro. E l'allora magistrato Nicola Magrone racconterà più tardi che se avesse fatto arrestare gli operai per interruzione di pubblico servizio, avrebbe dovuto far arrestare anche lui».
Dai ricordi documentati e dagli scritti recuperati è emerso a chiare lettere la missione di don Tonino: schierarsi con gli ultimi.
Tommaso Depalma, in rappresentanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha presentato Fulvio Morgese, laureato al Politecnico di Bari e si è soffermato sul censimento portato avanti per tracciare le strade che in Puglia raccontano della vita di don Tonino.
Lo scrittore Ulderico Parente, che non ha conosciuto personalmente Don Tonino Bello, ha affermato che il suo libro è una «biografia scientifica di cinquecento pagine formata da materiale di archivio e fonti estratte da documentazioni attendibili, oltre alla ricchezza di fonti inedite che non si trovano nella vastissima biografia scritta sul vescovo di Alessano. Io ho narrato la biografia dalla nascita alla morte - ha affermato Parente - e tra i ricordi che riguardano la Terra di Bari, nel periodo del suo episcopato, ho fatto cenno nel libro al 1991, quando nel capoluogo, in piena estate, approdò la Vlora carica di disperati albanesi e Giovinazzo accolse profughi, a conferma della sua massima attenzione verso gli ultimi e verso chi è in difficoltà».
L'attuale vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons. Domenico Cornacchia, si è detto grato per l'invito ricevuto e per la bella occasione in cui parlare di Don Tonino Bello.
«Don Tonino è profeta dei nostri tempi - ha rimarcato -, abbiamo il dovere di trasmettere in maniera limpida il messaggio di questo grande pastore. Tra qualche mese ricorreranno i trent' anni dalla sua morte e lui resta esempio da imitare per preti e per vescovi».
Il sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, ha infine ringraziato lo scrittore per aver affrontato un viaggio pur di non mancare a un appuntamento importante e dall'eco nazionale.
La conclusione festosa, culminato con il canto corale della "Santa Allegrezza", ha fatto riemergere il grande legame tra il prelato salentino e la musica. Proprio quel brano, infatti, era da lui proposto nel periodo natalizio quando si accompagnava con la sua amata fisarmonica. Un ricordo rimasto nel cuore di tantissimi giovinazzesi.
In apertura l'intensa interpretazione dell'"Ave Maria" di Schubert da parte del soprano Angela Cuoccio, a cui hanno fatto seguito gli intermezzi musicali molto raffinati eseguiti nel corso della serata dal trio dei cameristi di Oltre Lirica: Stefano Costantino Coccia al violìno, Roberto Chiapperino al violoncello e Maria Cristina Buono al pianoforte, i quali hanno eseguito brani originali scritti dalla compositrice pugliese Rosaria Anna Achille, presente in sala.
Agostino Picicco ha introdotto lo spazio dedicato allo scrittore e al libro, ricordando quella sera di quaranta anni fa, il 21 novembre del 1982, quando don Tonino Bello entrò nella diocesi ed il 28 novembre seguente, prima visita a Giovinazzo dove propose un suo scritto sull'Avvento. Durante la presentazione della biografia del prof. Parente, ci sono stati momenti dedicati all'ascolto di testi scritti dal vescovo Bello, tra cui l'omelia di quel giorno che ha segnato un'epoca per la nostra Giovinazzo ed un testo mariano sull'Avvento letto da Anna Milillo, Rosalba Andriani e Maria Pia Lasorsa.
Gli interventi
«Quei giorni a Giovinazzo si consumava la tragedia dell'AFP, cortei degli operai che protestavano perché la fabbrica stava fallendo – ha raccontato Agostino Picicco -. Don Tonino intervenne per stare accanto agli operai e ai dirigenti per trovare una soluzione dopo il blocco della linea ferroviaria. Il vescovo stette accanto a loro. E l'allora magistrato Nicola Magrone racconterà più tardi che se avesse fatto arrestare gli operai per interruzione di pubblico servizio, avrebbe dovuto far arrestare anche lui».
Dai ricordi documentati e dagli scritti recuperati è emerso a chiare lettere la missione di don Tonino: schierarsi con gli ultimi.
Tommaso Depalma, in rappresentanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha presentato Fulvio Morgese, laureato al Politecnico di Bari e si è soffermato sul censimento portato avanti per tracciare le strade che in Puglia raccontano della vita di don Tonino.
Lo scrittore Ulderico Parente, che non ha conosciuto personalmente Don Tonino Bello, ha affermato che il suo libro è una «biografia scientifica di cinquecento pagine formata da materiale di archivio e fonti estratte da documentazioni attendibili, oltre alla ricchezza di fonti inedite che non si trovano nella vastissima biografia scritta sul vescovo di Alessano. Io ho narrato la biografia dalla nascita alla morte - ha affermato Parente - e tra i ricordi che riguardano la Terra di Bari, nel periodo del suo episcopato, ho fatto cenno nel libro al 1991, quando nel capoluogo, in piena estate, approdò la Vlora carica di disperati albanesi e Giovinazzo accolse profughi, a conferma della sua massima attenzione verso gli ultimi e verso chi è in difficoltà».
L'attuale vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons. Domenico Cornacchia, si è detto grato per l'invito ricevuto e per la bella occasione in cui parlare di Don Tonino Bello.
«Don Tonino è profeta dei nostri tempi - ha rimarcato -, abbiamo il dovere di trasmettere in maniera limpida il messaggio di questo grande pastore. Tra qualche mese ricorreranno i trent' anni dalla sua morte e lui resta esempio da imitare per preti e per vescovi».
Il sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, ha infine ringraziato lo scrittore per aver affrontato un viaggio pur di non mancare a un appuntamento importante e dall'eco nazionale.
La conclusione festosa, culminato con il canto corale della "Santa Allegrezza", ha fatto riemergere il grande legame tra il prelato salentino e la musica. Proprio quel brano, infatti, era da lui proposto nel periodo natalizio quando si accompagnava con la sua amata fisarmonica. Un ricordo rimasto nel cuore di tantissimi giovinazzesi.