Marcello Gemmato a Giovinazzo. <span>Foto Enrico Tedeschi </span>
Marcello Gemmato a Giovinazzo. Foto Enrico Tedeschi
Politica

Una precisazione a proposito del "poco" di Fratelli d'Italia

«Anche a Giovinazzo il voto premia il web»

Vi riportiamo la posizione di Enrico Tedeschi, tra i giovinazzesi che si sono attivati per Fratelli d'Italia nella campagna elettorale appena terminata. Tedeschi precisa alcuni aspetti rispetto alla nostra disamina a caldo del voto. Disamina che rivendichiamo in toto.

«Sperando in una pubblicazione, e pur condividendo in toto quanto riportato nel vostro articolo sulle recenti elezioni, mi rivolgo a voi in merito a quel "poco Fratelli d'Italia" riferito ai risultati registrati dal centrodestra cittadino.

Un "poco" ma buono, - scrive Fratelli d'Italia in una nota a firma di Enrico Tedeschi - considerando tempi e contesto, che val la pena però di spiegare anche alla luce di qualche opportuna riflessione a margine della vostra cronaca, al solito accurata ed esaustiva. E dunque, come è possibile che una "giovinazzese" praticamente sconosciuta fino a ieri, la neoeletta Francesca Galizia che non aveva "nemmeno i voti dei parenti", sia potuta divenire onorevole di colpo col suo Movimento e con un bagno di consensi anche qui?

Oppure come si spiega che la "Lega – Salvini premier", anch'essa senza nemmeno uno straccio di apparato di partito che la sostenesse a Giovinazzo, abbia preso circa 600 voti? Senza necessariamente rimandare nessuno al mio "corsivetto" (sul mensile cittadino in edicola) che comunque anticipava quanto è poi successo, la colpa (o il merito) è, non solo a mio parere, in massima parte addebitabile al nuovo fenomeno che sta di fatto cambiando anche il volto della nostra democrazia: ovvero la rilevanza assoluta assunta dal web nella vita pubblica e privata dei cittadini e, di conseguenza, capace di incidere significativamente anche sull'orientamento politico dei votanti, quando non essere addirittura in grado di modificarlo totalmente.

A dimostrarlo i dati elettorali nazionali, oltre che locali, che vedono il pieno successo del Movimento 5 Stelle e l'ascesa impressionante della Lega: guarda caso proprio le due indiscusse Web Star, politicamente parlando, della rete, anche se per creatività e iperproduzione di spot (e notizie a vario titolo) tutto fa presupporre che gli esperti nerd grillini, oltre alla loro defilata "piattaforma Rousseau", abbiano in realtà messo in campo una micidiale arma di propaganda di massa alimentata da infiniti influenzer spesso inconsapevoli.

Un'analisi senza scampo, visto che finalmente iniziano a parlarne pubblicamente - ma a cose fatte e solo adesso - anche i migliori commentatori televisivi e dei giornali i quali – proprio a partire dalla recentissima narrazione di Vittorio Sgarbi sulla sua candidatura e sul perché del suo virulento (e virale) attacco a Luigi Di Maio - hanno cominciato a reinterpretare il voto sotto questa nuova luce, rivedendo pure nel dettaglio il peso specifico che hanno avuto i millenials nel risultato generale.

Tra giovani impreparati in tutto, gente stanca senza lavoro e male informata, non c'è dunque da meravigliarsi se è un'Italia spaccata in due quella che è uscita dalle urne per il pericolo sottovalutato del web che rischia ora di consegnare l'Italia nelle mani sbagliate anche, e soprattutto, per quel divario culturale ed economico tra Nord e Sud che ha trovato espressione nel voto.

A nulla è valso dunque l'allarme lanciato da Karl Popper nel '94: "Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione"; né dopo di lui c'è stato un profeta tale da essere ascoltato circa il pericolo molto maggiore costituito dagli incontrollabili social . Fatale dunque l'errore di comunicazione dei borghesi in cravatta e dei radical chic di non predisporre adeguate contromisure per raggiungere anche loro quel popolo in rivolta ormai sordo alle più o meno credibili promesse della politica.

Ecco così spiegato un frainteso Sgarbi, unica risorsa disponibile per fare questo sporco lavoro, e la sua rabbia e delusione di fronte al quadro desolante per la governabilità del Paese che queste consultazioni ci hanno restituito. Tornando in tema e senza ulteriormente annoiare i lettori, non posso che essere d'accordo con voi sulla tenuta del vecchio centrodestra, poiché la flessione di Forza Italia (dai 2467 voti nel 2013 ai circa 1850 attuali) è stata parzialmente compensata da Fratelli d'Italia in virtù dei suoi quasi 400 voti (207 voti nelle precedenti politiche).

Un raddoppio sfiorato, quest'ultimo, che però va considerato, nello scenario appena delineato, come un dato pressoché assoluto e a parte: si tratta infatti di consensi recuperati, praticamente uno ad uno, soprattutto dai grandi delusi dalla politica orientati a non votare proprio, o dagli indecisi che magari l'avrebbero fatto solo sull'onda dell'emotività dell'ultimo momento e senza riflettere più di tanto.

Questa l'unica chiave di lettura di quei 393 voti, ottenuti grazie ad un mix tra una "operazione nostalgia" (per gli old) ed un incoraggiamento ai giovani a riporre ancora una volta nelle urne le proprie speranze, ma con una scelta ragionata. Meglio dunque quel "poco" che niente. Un "poco" che però è davvero tanto poiché, più che l'arrivo alla Camera dei Deputati di una ex concittadina, il vero risultato utile per la nostra città è la nomina ad onorevole di Marcello Gemmato, da sempre impegnato su (e per) il nostro territorio e, scusate se è poco, pure con un partito senza ombre e che rappresenta la continuazione ideale dei migliori valori della destra storica.

A sostenere Gemmato qualche suo amico fidato qua ed un comitato sorto dal nulla - quello aperto per lui il 23 febbraio u.s., come puntualmente riportato da voi - che adesso potrebbe addirittura divenire una sede fissa, alla luce dei risultati indiscutibili ottenuti in appena una decina di giorni di campagna a suo favore.

In pratica si sta parlando di una possibile sezione di Fratelli d'Italia che, al di là della consistenza reale dell'apporto dato alla sua nomina di onorevole, non solo avrebbe senso per la nostra destra cittadina alla ricerca da anni dell'identità perduta, quanto e soprattutto potrebbe costituire una delle due teste di quel ponte culturale (Marcello Gemmato è il fratello oltretutto del primo cittadino di Terlizzi, ndr) che è finora mancato e che potrebbe far sì che città contigue, anche in prospettiva di Matera 2019, mettano a valore l'immenso patrimonio storico ed archeologico che condividono per un forte rilancio turistico delle due realtà.

Ora non si sa se questo laboratorio politico e di idee diverrà concreto o meno, ma sta di certo che la notizia, appena pervenuta, del mancato ingresso al Senato della molfettese forzista Carmela Minuto, adesso concentra più di prima ogni attenzione sull'onorevole terlizzese ed il suo Fratelli d'Italia. Con probabile sollievo anche del nostro Sindaco Tommaso Depalma che, avendo in programma nel Palazzo di Città un invito a tre per chi siederà in Parlamento, può chiamare pure il "dimenticato" Gemmato al posto della Minuto, senza cioè necessariamente sconvolgere il protocollo delle visite istituzionali importanti con un ospite in più.

In attesa degli eventi - conclude il comunicato del circolo cittadino di Fratelli d'Italia - mi sia consentito di rivolgere un grazie al giornale, brillantemente coordinato da Gianluca Battista, ma anche ai tanti che, in questo bailamme elettorale, hanno ascoltato o letto di buon grado qualche mio suggerimento».
  • Fratelli d'Italia
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