Cronaca
Una città invasa dalla droga: sino a 75mila euro a settimana in estate
Gli sconvolgenti dati illustrati ieri dal criminologo Mortellaro. Con lui il deputato Lattanzio e la candidata Pugliese
Giovinazzo - lunedì 16 maggio 2022
6.29
Qualcuno magari neanche ci fa più caso. Qualcun altro invece no. A Giovinazzo con la droga scorre un fiume di denaro. E si tratta di utili: «10mila, massimo 15mila euro nei mesi invernali, dai 50mila ai 75mila euro a settimana in quelli estivi». E il conto, con l'estate alle porte, è subito fatto: 900mila euro da giugno ad agosto.
Sul tema, in modo diverso dai dibattiti ordinari, l'incontro della coalizione di Maria Rosaria Pugliese avvenuto ieri in sala San Felice: «Ci divide una strada da Santo Spirito e 500 metri da San Pio, un territorio a forte connotazione mafiosa - ha detto il criminologo Domenico Mortellaro prima di snocciolare i dati locali -. Giovinazzo, nei mesi estivi, produce un utile che può arrivare a 75mila euro a settimana attraverso la colonizzazione dei clan baresi, mentre viviamo subendo i reati predatori».
Le soluzioni? Un mix di controllo e adozione di varie tecnologie. «Fra le nostre proposte - le parole di Simona Drago, candidata nella Lista dei Cittadini - quella di attivare, a causa del buco nero nella sicurezza rurale, un presidio fisso dei Carabinieri Forestali e di mettere a sistema le telecamere esistenti con la creazione di una rete. Per fare ciò è necessario fare emergere tutte le videocamere proponendo come premialità, per chi aderisce, uno sgravio su una delle tasse comunali».
Per il deputato dei Dem, Paolo Lattanzio «iniziare dalla sicurezza è una scelta nuova, un percorso fondamentale al contrasto del crimine più o meno organizzato. Siamo chiamati a un contrasto attivo di tutto ciò che non è legale: bisogna denunciare, ma la denuncia non basta». Dal parlamentare, membro della commissione Antimafia, una proposta per abbinare, in un Assessorato, cultura, istruzione e antimafia. «Per mettere insieme - ha concluso - la lotta alla mafia con la cultura».
Maria Rosaria Pugliese, in passato «vittima di un furto di auto e di un furto in casa», non si sente più libera. «Bisogna trovare fiducia nelle istituzioni, è giusto che ognuno di noi faccia la sua parte, sia coraggioso, si faccia sentire». Allo studio «un progetto di sicurezza integrata, un patto con il Prefetto ed un incremento degli organici». Sulla droga: «Dobbiamo far sì che i nostri ragazzi non si avvicino allo spinello, anche se il problema è la cocaina. Bisogna parlarne, non vergognarsi».
Alla base di tutto c'è la cultura il cui compito è quello di educare istruendo le nuove generazioni. «Giovinazzo, in passato, faceva parte di tante reti per dire no alla mafia. Una comunità sicura deve essere la strada giusta per risolvere i tanti problemi. Basta con le promesse - il monito di Pugliese - dobbiamo passare ai fatti».
Sul tema, in modo diverso dai dibattiti ordinari, l'incontro della coalizione di Maria Rosaria Pugliese avvenuto ieri in sala San Felice: «Ci divide una strada da Santo Spirito e 500 metri da San Pio, un territorio a forte connotazione mafiosa - ha detto il criminologo Domenico Mortellaro prima di snocciolare i dati locali -. Giovinazzo, nei mesi estivi, produce un utile che può arrivare a 75mila euro a settimana attraverso la colonizzazione dei clan baresi, mentre viviamo subendo i reati predatori».
Le soluzioni? Un mix di controllo e adozione di varie tecnologie. «Fra le nostre proposte - le parole di Simona Drago, candidata nella Lista dei Cittadini - quella di attivare, a causa del buco nero nella sicurezza rurale, un presidio fisso dei Carabinieri Forestali e di mettere a sistema le telecamere esistenti con la creazione di una rete. Per fare ciò è necessario fare emergere tutte le videocamere proponendo come premialità, per chi aderisce, uno sgravio su una delle tasse comunali».
Per il deputato dei Dem, Paolo Lattanzio «iniziare dalla sicurezza è una scelta nuova, un percorso fondamentale al contrasto del crimine più o meno organizzato. Siamo chiamati a un contrasto attivo di tutto ciò che non è legale: bisogna denunciare, ma la denuncia non basta». Dal parlamentare, membro della commissione Antimafia, una proposta per abbinare, in un Assessorato, cultura, istruzione e antimafia. «Per mettere insieme - ha concluso - la lotta alla mafia con la cultura».
Maria Rosaria Pugliese, in passato «vittima di un furto di auto e di un furto in casa», non si sente più libera. «Bisogna trovare fiducia nelle istituzioni, è giusto che ognuno di noi faccia la sua parte, sia coraggioso, si faccia sentire». Allo studio «un progetto di sicurezza integrata, un patto con il Prefetto ed un incremento degli organici». Sulla droga: «Dobbiamo far sì che i nostri ragazzi non si avvicino allo spinello, anche se il problema è la cocaina. Bisogna parlarne, non vergognarsi».
Alla base di tutto c'è la cultura il cui compito è quello di educare istruendo le nuove generazioni. «Giovinazzo, in passato, faceva parte di tante reti per dire no alla mafia. Una comunità sicura deve essere la strada giusta per risolvere i tanti problemi. Basta con le promesse - il monito di Pugliese - dobbiamo passare ai fatti».