Attualità
Un ginepraio chiamato D1.1
Ieri sera l'incontro tra amministratori e cittadini presso l'auditorium "don Tonino Bello"
Giovinazzo - venerdì 4 marzo 2016
06.00
Un ginepraio, un incredibile ginepraio di norme, sentenze, ricorsi, atti ufficiali e situazioni da vagliare. Questo e molto altro è la vicenda legata al processo per presunta lottizzazione abusiva nella maglia urbana denominata D1.1, nervo scoperto di una città intera che non sa più cosa pensare.
Ieri sera l'Amministrazione comunale, col Sindaco Tommaso Depalma in testa, ha voluto incontrare, presso l'Auditorium "don Tonino Bello", i cittadini coinvolti nel procedimento. Presenti all'incontro diversi uomini politici di maggioranza ed opposizione, esponenti dell'Osservatorio per la Legalità ed il Bene Comune ed alcuni legali delle difese. In apertura è stato reso omaggio alla memoria del professor Angelo Depalma, ex Presidente del Consiglio Comunale, scomparso all'età di 69 anni.
Il primo cittadino ha ribadito il punto di vista dell'Amministrazione riguardo la vicenda D1.1: «L'intero caso - ha esordito Depalma - non poteva essere considerato diversamente da altre criticità. Abbiamo così lavorato ad un Ufficio di Piano, che mettesse settori diversi in comunicazione fra loro. Così - ha evidenziato - abbiamo raggiunto un accordo con il Politecnico di Bari per vagliare le questioni legate alla D1.1, ma anche alla C2 e C3, tutte questioni molto serie. Noi - ha poi detto con fierezza - una scelta l'abbiamo fatta: abbiamo volutamente deciso di non cambiare il Piano Regolatore vigente, agendo sul Piano Urbanistico Generale. Ho una sola grande speranza - ha poi concluso -: quella di trovare una sintesi tra le varie esigenze ed è per questo che siamo qui stasera».
Con lui, al tavolo dei relatori, anche l'avvocato Giuseppe Tempesta e l'avvocatessa Enza Palmiotto, rispettivamente legali di parte civile del Comune di Giovinazzo nei procedimenti penale e civile, l'Ing. Elio Sannicandro, consulente del Sindaco in campo urbanistico, ed il prof. Dino Borri del Politecnico barese, una vera autorità nel campo.
L'avvocato Tempesta ha precisato i contorni della costituzione di parte civile dell'Ente comunale: «Non si costituisce parte civile - ha spiegato alla platea - il Sindaco, la Giunta o un'Amministrazione. È il Comune che prende questa decisione. L'Ente si fa così garante del rispetto degli strumenti urbanistici che il Comune si è dato, nel rispetto delle norme regionali e nazionali. L'intera collettività è così rappresentata - ha poi sottolineato - e questa non è un'arma rivolta contro i cittadini imputati. Auspico la migliore soluzione possibile per tutti».
Il legale di parte civile ha poi ricordato che le motivazioni della sentenza sono state depositate in cancelleria il 3 agosto 2015 e che il giudice ha riconosciuto tutti i capi di imputazione, accogliendo però la richiesta del Comune di valutare singolarmente le varie posizioni. Un aspetto non da poco, visti i 167 imputati. Tempesta si è poi soffermato sulle prospettive da un punto di vista meramente procedimentale: «Siamo in una fase, per così dire, di interregno - ha detto - : siamo in attesa che tutte le impugnazioni vengano depositate nel fascicolo e che questo arrivi in Corte d'Appello». Poi la sintesi più importante dell'attuale situazione processuale: «Siamo vicini al termine ultimo - ha ribadito - per giungere alla prescrizione del reato. Prescrizione - ha poi messo in evidenza - che sarebbe in atto se non vi fossero stati eventi sospensivi del processo di primo grado».
Su quello che è di fatto il problema dei problemi per i proprietari, vale a dire la confisca dei beni, Tempesta è stato chiaro: «Si tratta di una sanzione accessoria, che nulla ha a che vedere con la condanna. E dovrebbe restare ferma, pur essendoci una giurisprudenza europea che in questo sconfessa quella nazionale». I beni, dunque, potrebbero purtroppo non tornare più in possesso di chi li aveva acquistati, magari coi risparmi di una vita.
Circa le domande provenienti dall'Osservatorio per la Legalità, Tempesta ha infine chiarito: «Se contraddizione vi è stata - ha precisato - è tutta interna alla vecchia Amministrazione, che prima chiese il parere di un notissimo professionista come l'avvocato Profeta, che non ravvisò gli estremi per la lottizzazione abusiva, e poi si costituì parte civile. E voglio qui ribadire - ha concluso - che la costituzione di parte civile per legge può avere un unico scopo: il risarcimento del danno da parte di colui che è imputato».
L'avvocatessa Palmiotto ha infine tracciato un quadro della situazione da un punto di vista civilistico. La legale del Comune ha chiarito che il procedimento civile appare agli occhi dei più come marginale rispetto a quello penale. Tuttavia sono stati incardinati sette giudizi, che tuttavia sono quasi tutti sotto istanza di sospensione, in attesa degli sviluppi penalistici. Ha poi però ricordato ai presenti che oltre alla lottizzazione abusiva è in gioco anche un'accusa, quella di abusi edilizi, mossa a tecnici, imprenditori e proprietari. Ha poi chiosato rispondendo anch'ella ai quesiti avanzati dall'Osservatorio, facendo trasparire, al momento, l'impossibilità di procedere a proposte transattive da parte dell'Ente comunale.
Chiusura affidata alle domande ed alle paure di una platea coinvoltissima. Le paure sono quelle di sempre: i beni che non torneranno più nel proprio possesso, la vergogna per aver ricevuto rassicurazioni dai tecnici comunali ed autorizzazioni rivelatesi poi un boomerang e la voglia di sperare in un futuro migliore, in un'area che resta senza molti servizi base. Il Sindaco, rispondendo ad alcuni tra i presenti, ha ribadito un concetto per lui fondamentale: «La parte non coinvolta in questa vicenda ha diritto ad essere risarcita, ma a me piacerebbe che l'imputazione di lottizzazione abusiva sparisse».
Ha aperto e quasi benedetto un tavolo di confronto sulle prospettive della maglia in campo urbanistico il prof. Dino Borri, incalzato dagli interrogativi dell'arch. Camporeale dell'Osservatorio per la Legalità. Borri ha però evidenziato anche come sia utile avanzare con cautela sulla strada di un processo di recupero dell'area. La motivazione sta tutta nella presenza di un procedimento penale in corso che non lascia troppi margini di azione.
La speranza condivisa da molti, legali compresi, è che possa cadere l'accusa di lottizzazione abusiva. La prescrizione dei reati, invece, potrebbe porre la parola fine da un punto di vista processuale. Resterebbero, in quel caso, quelle confische, che pesano come un macigno insormontabile sul futuro di tantissime famiglie giovinazzesi.
Ieri sera l'Amministrazione comunale, col Sindaco Tommaso Depalma in testa, ha voluto incontrare, presso l'Auditorium "don Tonino Bello", i cittadini coinvolti nel procedimento. Presenti all'incontro diversi uomini politici di maggioranza ed opposizione, esponenti dell'Osservatorio per la Legalità ed il Bene Comune ed alcuni legali delle difese. In apertura è stato reso omaggio alla memoria del professor Angelo Depalma, ex Presidente del Consiglio Comunale, scomparso all'età di 69 anni.
Il primo cittadino ha ribadito il punto di vista dell'Amministrazione riguardo la vicenda D1.1: «L'intero caso - ha esordito Depalma - non poteva essere considerato diversamente da altre criticità. Abbiamo così lavorato ad un Ufficio di Piano, che mettesse settori diversi in comunicazione fra loro. Così - ha evidenziato - abbiamo raggiunto un accordo con il Politecnico di Bari per vagliare le questioni legate alla D1.1, ma anche alla C2 e C3, tutte questioni molto serie. Noi - ha poi detto con fierezza - una scelta l'abbiamo fatta: abbiamo volutamente deciso di non cambiare il Piano Regolatore vigente, agendo sul Piano Urbanistico Generale. Ho una sola grande speranza - ha poi concluso -: quella di trovare una sintesi tra le varie esigenze ed è per questo che siamo qui stasera».
Con lui, al tavolo dei relatori, anche l'avvocato Giuseppe Tempesta e l'avvocatessa Enza Palmiotto, rispettivamente legali di parte civile del Comune di Giovinazzo nei procedimenti penale e civile, l'Ing. Elio Sannicandro, consulente del Sindaco in campo urbanistico, ed il prof. Dino Borri del Politecnico barese, una vera autorità nel campo.
L'avvocato Tempesta ha precisato i contorni della costituzione di parte civile dell'Ente comunale: «Non si costituisce parte civile - ha spiegato alla platea - il Sindaco, la Giunta o un'Amministrazione. È il Comune che prende questa decisione. L'Ente si fa così garante del rispetto degli strumenti urbanistici che il Comune si è dato, nel rispetto delle norme regionali e nazionali. L'intera collettività è così rappresentata - ha poi sottolineato - e questa non è un'arma rivolta contro i cittadini imputati. Auspico la migliore soluzione possibile per tutti».
Il legale di parte civile ha poi ricordato che le motivazioni della sentenza sono state depositate in cancelleria il 3 agosto 2015 e che il giudice ha riconosciuto tutti i capi di imputazione, accogliendo però la richiesta del Comune di valutare singolarmente le varie posizioni. Un aspetto non da poco, visti i 167 imputati. Tempesta si è poi soffermato sulle prospettive da un punto di vista meramente procedimentale: «Siamo in una fase, per così dire, di interregno - ha detto - : siamo in attesa che tutte le impugnazioni vengano depositate nel fascicolo e che questo arrivi in Corte d'Appello». Poi la sintesi più importante dell'attuale situazione processuale: «Siamo vicini al termine ultimo - ha ribadito - per giungere alla prescrizione del reato. Prescrizione - ha poi messo in evidenza - che sarebbe in atto se non vi fossero stati eventi sospensivi del processo di primo grado».
Su quello che è di fatto il problema dei problemi per i proprietari, vale a dire la confisca dei beni, Tempesta è stato chiaro: «Si tratta di una sanzione accessoria, che nulla ha a che vedere con la condanna. E dovrebbe restare ferma, pur essendoci una giurisprudenza europea che in questo sconfessa quella nazionale». I beni, dunque, potrebbero purtroppo non tornare più in possesso di chi li aveva acquistati, magari coi risparmi di una vita.
Circa le domande provenienti dall'Osservatorio per la Legalità, Tempesta ha infine chiarito: «Se contraddizione vi è stata - ha precisato - è tutta interna alla vecchia Amministrazione, che prima chiese il parere di un notissimo professionista come l'avvocato Profeta, che non ravvisò gli estremi per la lottizzazione abusiva, e poi si costituì parte civile. E voglio qui ribadire - ha concluso - che la costituzione di parte civile per legge può avere un unico scopo: il risarcimento del danno da parte di colui che è imputato».
L'avvocatessa Palmiotto ha infine tracciato un quadro della situazione da un punto di vista civilistico. La legale del Comune ha chiarito che il procedimento civile appare agli occhi dei più come marginale rispetto a quello penale. Tuttavia sono stati incardinati sette giudizi, che tuttavia sono quasi tutti sotto istanza di sospensione, in attesa degli sviluppi penalistici. Ha poi però ricordato ai presenti che oltre alla lottizzazione abusiva è in gioco anche un'accusa, quella di abusi edilizi, mossa a tecnici, imprenditori e proprietari. Ha poi chiosato rispondendo anch'ella ai quesiti avanzati dall'Osservatorio, facendo trasparire, al momento, l'impossibilità di procedere a proposte transattive da parte dell'Ente comunale.
Chiusura affidata alle domande ed alle paure di una platea coinvoltissima. Le paure sono quelle di sempre: i beni che non torneranno più nel proprio possesso, la vergogna per aver ricevuto rassicurazioni dai tecnici comunali ed autorizzazioni rivelatesi poi un boomerang e la voglia di sperare in un futuro migliore, in un'area che resta senza molti servizi base. Il Sindaco, rispondendo ad alcuni tra i presenti, ha ribadito un concetto per lui fondamentale: «La parte non coinvolta in questa vicenda ha diritto ad essere risarcita, ma a me piacerebbe che l'imputazione di lottizzazione abusiva sparisse».
Ha aperto e quasi benedetto un tavolo di confronto sulle prospettive della maglia in campo urbanistico il prof. Dino Borri, incalzato dagli interrogativi dell'arch. Camporeale dell'Osservatorio per la Legalità. Borri ha però evidenziato anche come sia utile avanzare con cautela sulla strada di un processo di recupero dell'area. La motivazione sta tutta nella presenza di un procedimento penale in corso che non lascia troppi margini di azione.
La speranza condivisa da molti, legali compresi, è che possa cadere l'accusa di lottizzazione abusiva. La prescrizione dei reati, invece, potrebbe porre la parola fine da un punto di vista processuale. Resterebbero, in quel caso, quelle confische, che pesano come un macigno insormontabile sul futuro di tantissime famiglie giovinazzesi.