La presentazione del PUG
La presentazione del PUG
Enti locali

Un cantiere...partecipato

Presentate le linee di sviluppo della città

Un grande cantiere che valorizzi quanto già c'è sul territorio giovinazzese e che sappia creare nuove opportunità di lavoro, senza perdere di vista l'ecosostenibilità e la riqualificazione di alcune aree cittadine.

Potrebbe essere questo il manifesto che fotografa la presentazione delle linee di sviluppo della città, tenutasi ieri sera in Sala San Felice, alla presenza dell'Assessore all'Urbanistica, Elio Sannicandro, e del Sindaco Tommaso Depalma. Un'assemblea a cui hanno preso parte cittadini, imprenditori, artigiani e tecnici, tutti interessati a comprendere come cambierà il volto di Giovinazzo nei prossimi anni. Tra di essi anche una folta delegazione delle persone che si sono trovate invischiate nelle sabbie mobili della vicenda della zona artigianale D1.1.

La dott.ssa Laura Grassini, ricercatrice del Politecnico di Bari, ha illustrato per sommi capi l'iter che ha portato al Documento Programmatico Preliminare ed al Piano Urbanistico Generale riguardante la nostra cittadina. Il DPP a Giovinazzo, pur essendoci stato un atto di indirizzo, non è mai stato adottato dal 2007. Gli aspetti più importanti del lavoro svolto dai tecnici hanno riguardato una componente strutturale ed una programmatica, come è prassi, ma il tutto è stato inserito guardando con attenzione alle linee di sviluppo urbanistico dell'intera Area Metropolitana di Bari. Gli studi effettuati sul territorio cittadino, ha spiegato l'ing. Grassini, sono passati attraverso una valutazione di alcune componenti, come quelle delle risorse ambientali, rurali, paesaggistiche, di insediamento ed infrastrutturali.

In particolare, tra i punti di forza indicati dagli stessi cittadini giovinazzesi durante gli studi ci sono la voglia di maggior turismo, supportato dall'incremento anche del settore terziario e la salvaguardia delle bellezze paesaggistiche e culturali. Tra le debolezze dell'intero sistema-Giovinazzo ci sarebbe una carenza di rispetto per l'ambiente e una nuova avvertita insicurezza in diverse aree del paese. Così si è giunti ad una redazione di quelle che possono essere le prospettive future. Secondo quanto riferito dalla dott.ssa Grassini, Giovinazzo nel 2024 potrebbe arrivare ad avere poco più di 26.000 abitanti, con una riduzione dei pendolari dal 45% attuale ad un 10%. Gli obiettivi che ci si prefigge nel Documento, sono il recupero del patrimonio edilizio esistente, l'eliminazione di diverse situazioni di abbandono, la realizzazione di una autentica edilizia residenziale (in cui Giovinazzo è al di sotto dei parametri legislativi), l'implemento dell'edilizia sociale e un piano serio di valorizzazione dell'intera fascia costiera.

In buona sostanza Giovinazzo, secondo i tecnici, dovrà crescere non aumentando la propria estensione, ma valorizzando, riqualificando e ripensando a quanto già esiste. Si dovrebbe partire dal patrimonio immenso del centro storico, dando poi stabilità all'area D1.2, concependola nuovamente in chiave residenziale come quella delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, mentre le attività produttive potrebbero vedere il loro fulcro nella zona denominata E3. La sfida è quella di pensare una Giovinazzo in prospettiva futura, adottando finalmente un documento che già esiste, non prima di aver sentito, come accaduto ieri sera, le varie componenti cittadine, dagli imprenditori agli artigiani, dai semplici cittadini alle associazioni di categoria.

Dopo l'intervento del Docente del Politecnico di Bari, Dino Borri, ex coordinatore del comitato scientifico dell'ex Area Vasta, che ha ripercorso la storia dell'urbanistica moderna, partendo dagli input arrivati in Europa dagli Stati Uniti, soffermandosi poi sul grande patrimonio rurale giovinazzese, l'Assessore al ramo, Elio Sannicandro, ha ricordato in breve le linee strategiche che l'Amministrazione intende percorrere. «È importante - ha detto - comprendere come sia fondamentale andare verso una piena valorizzazione della cultura e del turismo. Non è una frase fuori luogo - ha affermato - perché rientra in tutto questo discorso. Cultura e turismo - ha ricordato - sono due concetti economici e prova ne sia la grande ascesa di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. La città lucana è un modello a cui ispirarsi ed è per questo che col Sindaco abbiamo incontrato gli amministratori materani. La nostra miniera - ha chiosato - sono la cultura e la storia». Quindi non cementificazione scellerata, ma implemento del patrimonio edilizio già esistente in chiave prettamente turistica.

Secondo il Sindaco Tommaso Depalma «il compito di noi amministratori è quello di fare da connettori tra cittadini e tecnici. Dopo i primi due anni a Palazzo di Città, passati a cercare di non perdere finanziamenti e ad occuparci di lavori pubblici da effettuare subito, oggi possiamo finalmente concentrarci sullo sviluppo urbanistico di questa città. Lo faremo con foga, ma senza ansie di sorta. Quel che conta - ha proseguito - è comprendere che questa è un'occasione importantissima per tutti noi. Per questo è importante creare sinergia tra noi ed i cittadini in forum come questo. Non possiamo però derubricare il PUG - ha poi evidenziato con forza - ad una panacea per tutti quei problemi che noi giovinazzesi ci siamo creati da soli in maniera maldestra». In buona sostanza nessuno sconto per gli errori del passato (vedasi la zona D1.1) ma grande attenzione al futuro.

Poi il primo cittadino ha battuto sulla necessità di ritrovare un'identità perduta da oltre 30 anni, venuta meno dopo la chiusura delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi. Secondo Depalma «l'imprenditoria deve tornare ad avere coraggio, senza più paure, perché oggi troveranno un'Amministrazione pronta ad ascoltare le esigenze dei cittadini fin dove la legge lo permette. Esistono tavoli di confronto sulla C2 e sull'area delle ex AFP. Adesso - ha poi concluso il Sindaco - dobbiamo confrontarci con le rappresentanze dei cittadini coinvolti nella vicenda della D1.1, trovando, come ha precisato l'Assessore Sannicandro, soluzioni condivise ed in massimo accordo con la magistratura». Quanto alla zona C3, il primo cittadino è stato lapidario: «Si tratta - secondo lui - di una bomba che va disinnescata».

Depalma era stato sollecitato sul tema dall'architetto Michele Camporeale, che aveva chiesto lumi sulla situazione delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, ponendo anche l'accento sull'importanza del rapporto col mare, da ripensare, a suo avviso, anche grazie a nuovi importanti strumenti legislativi. Camporeale ha infine ricordato come il restauro dell'antica Torre medievale delle Pietre Rosse, operato in sinergia dal Fondo Ambiente Italiano e dal Gruppo d'Azione Locale "Fior d'Olivi", sia già un primo esempio di rivalorizzazione delle campagne, in un rapporto continuo tra essere umano ed ambiente circostante.

La chiusura d'obbligo è riservata alle tante famiglie arrivate in Sala San Felice per chiedere risposte sulla vicenda della zona artigianale. Gli interventi di alcuni di loro fanno riflettere su quanto persone "perbene" stiano patendo in questi anni, per scelte sbagliate, forse, operate da altri. Di quella fetta di popolazione ci si dovrà occupare presto, in accordo con l'Autorità Giudiziaria, in modo da porre la parola fine ad una storia triste che sa di beffa.

Il prossimo appuntamento è per l'11 marzo prossimo, con la presentazione del nuovo piano di risanamento costiero.
  • Piano Urbanistico Generale
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