Territorio
Un'area protetta lungo lama Castello per salvaguardare l’ambiente
Il progetto è inserito nel Piano paesaggistico della Regione
Giovinazzo - mercoledì 27 gennaio 2016
21.51
Un parco urbano all'interno di lama Castello? Gli oltre 3600 sottoscrittori della petizione lanciata dall'associazione Amici dell'Ambiente lo vogliono, le norme regionali sulla tutela paesaggistica lo permetterebbero.
A cominciare da quella varata nel febbraio dello scorso anno che prende il nome di "Pptr", cioè Piano paesaggistico territoriale regionale, che intende mettere in sicurezza quegli ambienti che ancora conservano una apprezzabile qualità del paesaggio e una biodiversità da salvaguardare. E lama Castello rientra nelle mappe tracciate dalla Regione come area da proteggere. La lama prende corpo in territorio di Bitonto e si sviluppa per tutto l'agro giovinazzese fino alla foce in prossimità delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi.
Al suo interno cresce molta vegetazione spontanea che si potrebbe classificare come tipica mediterranea, tra cui numerose specie di orchidee selvatiche, alcune delle quali ridotte a mera sopravvivenza. «Nei nostri campi - ha affermato il presidente dell'associazione promotrice della petizione, Giovanni Volpicella - sopravvivono orchidee che ormai, per almeno sette specie di esse, sono ridotte a un unico esemplare. Le ritroviamo nella lama ma anche in alcuni campi non più coltivati.
Per questo diventa fondamentale istituire delle aree di protezione, per salvaguardare quelle essenze arboree, ma anche una lunga serie di insetti, come farfalle e falene, che introno a quelle aree e a quelle piante vivono». Insomma l'intera biodiversità sarebbe a rischio. «Grazie al "Pptr", che la Puglia, unica regione in Italia ha voluto adottare nonostante una direttiva Europea lo chieda - ha continuato Volpicella - sarebbe possibile istituire un parco urbano senza dover per forza di cose investire ingenti somme per la sua realizzazione».
«Si tratterebbe innanzi tutto approvare un regolamento per la sua fruizione e per la sua salvaguardia. Con un norma che è indispensabile: il divieto di usare pesticidi e diserbanti all'interno e a ridosso dell'area protetta. Perché i prodotti chimici sono la prima causa della scomparsa di molte piante e di molti insetti che fino a non molti anni fa punteggiavano le nostre campagne».
Per un ambiente rurale che si è profondamente trasformato proprio a causa delle attuali pratiche agricole, con numerose essenze che vanno scomparendo e che sono parte della memoria di un territorio. «Con la nostra petizione - ha concluso Volpicella - abbiamo voluto lanciare la palla. Adesso sta all'Amministrazione comunale coglierla».
(Mino Ciocia)
A cominciare da quella varata nel febbraio dello scorso anno che prende il nome di "Pptr", cioè Piano paesaggistico territoriale regionale, che intende mettere in sicurezza quegli ambienti che ancora conservano una apprezzabile qualità del paesaggio e una biodiversità da salvaguardare. E lama Castello rientra nelle mappe tracciate dalla Regione come area da proteggere. La lama prende corpo in territorio di Bitonto e si sviluppa per tutto l'agro giovinazzese fino alla foce in prossimità delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi.
Al suo interno cresce molta vegetazione spontanea che si potrebbe classificare come tipica mediterranea, tra cui numerose specie di orchidee selvatiche, alcune delle quali ridotte a mera sopravvivenza. «Nei nostri campi - ha affermato il presidente dell'associazione promotrice della petizione, Giovanni Volpicella - sopravvivono orchidee che ormai, per almeno sette specie di esse, sono ridotte a un unico esemplare. Le ritroviamo nella lama ma anche in alcuni campi non più coltivati.
Per questo diventa fondamentale istituire delle aree di protezione, per salvaguardare quelle essenze arboree, ma anche una lunga serie di insetti, come farfalle e falene, che introno a quelle aree e a quelle piante vivono». Insomma l'intera biodiversità sarebbe a rischio. «Grazie al "Pptr", che la Puglia, unica regione in Italia ha voluto adottare nonostante una direttiva Europea lo chieda - ha continuato Volpicella - sarebbe possibile istituire un parco urbano senza dover per forza di cose investire ingenti somme per la sua realizzazione».
«Si tratterebbe innanzi tutto approvare un regolamento per la sua fruizione e per la sua salvaguardia. Con un norma che è indispensabile: il divieto di usare pesticidi e diserbanti all'interno e a ridosso dell'area protetta. Perché i prodotti chimici sono la prima causa della scomparsa di molte piante e di molti insetti che fino a non molti anni fa punteggiavano le nostre campagne».
Per un ambiente rurale che si è profondamente trasformato proprio a causa delle attuali pratiche agricole, con numerose essenze che vanno scomparendo e che sono parte della memoria di un territorio. «Con la nostra petizione - ha concluso Volpicella - abbiamo voluto lanciare la palla. Adesso sta all'Amministrazione comunale coglierla».
(Mino Ciocia)