Attualità
Tutti gli attori sul grande palco delle ex Ferriere
Ieri l'incontro organizzato dall'Osservatorio per la Legalità ed il Bene Comune
Giovinazzo - sabato 2 aprile 2016
14.36
È stato un incontro-dibattito ben organizzato dall'Osservatorio per la Legalità ed il Bene Comune, quello andato in scena ieri sera presso l'Auditorium "don Tonino Bello", avente come tema "Area Ex AFP: quale futuro oggi?".
Moderata dal collega Girolamo Capurso in maniera impeccabile, la serata si è aperta con l'intervento dell'avvocato Daniele de Gennaro, che ha tracciato con chiarezza assoluto il quadro giuridico in cui inquadrare questa tematica. Il riferimento normativo è quello dell'art.41 delle Norme Tecniche di Esecuzione del Piano Regolatore Generale, che non lascia scampo: ogni iniziativa da intraprendere nell'area delle ex AFP, non può che scontrarsi con il PRG stesso. Ed infatti de Gennaro ha saggiamente ricordato come sin da un Consiglio Comunale dell'11 gennaio 1985, quella zona ha una destinazione conclamata a vocazione unicamente industriale.
Quindi, ha giustamente ribadito il bravo legale, è tutto in mano alla Pubblica Amministrazione. Il suo secondo passaggio è stato altrettanto essenziale nell'economia del dibattito, poiché de Gennaro ha ricordato anche la Legge 164 del 2014 (cosiddetta "Sblocca Italia", ndr), citando il passaggio dell'art 14 comma 1/bis con cui il Governo centrale ha concesso di costruire, demolire o ristrutturare immobili in zone destinate all'attività industriale, previo parere favorevole dell'Assise comunale ed anche in deroga al Piano Regolatore.
La Pubblica Amministrazione era rappresentata dal Sindaco, Tommaso Depalma, e dall'ex Assessore comunale all'Urbanistica e Lavori Pubblici, Elio Sannicandro, oggi Consigliere del primo cittadino. Depalma ha sottolineato l'importanza di un nuova destinazione per l'area che sia condivisa il più possibile dalla cittadinanza, ricordando come, in questo periodo, siano frequenti i contatti tra Palazzo di Città e la Regione Puglia per arrivare ad ottenere tutte le valutazioni di rito.
Il Sindaco ha altresì ribadito che è stato creato un Ufficio di Piano che cercherà di dirimere le questioni importanti da un punto di vista urbanistico, riferite non solo alla maglia D3 delle ex Ferriere, ma anche ad altre zone della città. Quanto al futuro immediato, il primo cittadino ha evidenziato alcuni concetti fondamentali: in primis che, terminato a gennaio 2016 il secondo step di lavori preparatori alla bonifica, il Comune di Giovinazzo è in corsa per un ulteriore finanziamento regionale di 3 milioni di euro per la Lama.
In secundis, Depalma ha tenuto a precisare che bisogna trovare un modo per tutelare aziende e lavoratori che ancora oggi operano nell'area. Infine, incalzato anche dalle considerazioni dell'avvocato de Gennaro, il Sindaco ha ricordato come i costi delle ricerche fatte e di quelle che saranno effettuate, saranno interamente a carico dei proprietari, poiché il Comune ha anticipato quelle somme in danno degli stessi. La sua considerazione finale è un po' il fulcro del contendere: a suo avviso «anche gli stessi proprietari sono attori principali e non potranno più voltarsi dall'altra parte».
A fargli eco l'ingegner Elio Sannicandro, che vorrebbe per le ex AFP una condivisione della cittadinanza con incontri di co-pianificazione, essenziali per la realizzazione di una nuovo Piano Regolatore Generale che ne cambi la destinazione. Una destinazione, è bene sottolinearlo, che Sannicandro vede in una sorta di Piano Integrato, un mix tra sviluppo urbanistico in senso stretto e settore prettamente produttivo.
L'Architetto Domenico Pazienza, in rappresentanza di una parte dell'attuale proprietà, aveva già dimostrato tutta la disponibilità di quest'ultima a dialogare con la Pubblica Amministrazione, citando, peraltro, un PIRU (Piano Integrato di Rigenerazione Urbana) che la famiglia avrebbe presentato nel febbraio del 2014 e su cui c'è disponibilità a trattare per eventuali modifiche.
La chiosa della professoressa Angela Barbanente del Politecnico di Bari è stata decisamente esplicativa dei confini, del "campo da gioco", tanto per dirla alla maniera dell'avvocato de Gennaro, entro cui muoversi. L'ex Assessora regionale al ramo, data la sua esperienza, ha voluto frenare sull'uso forzato dello "Sblocca Italia". In particolare, la Barbanente ha evidenziato come nella nuova normativa si citi solo il caso di ristrutturazione o riconversione di singoli manufatti, ma non quello relativo ad un complesso di immobili come nel caso delle ex Ferriere.
Pertanto, ha ricordato, «nulla dice che il percorso più lungo, che passi dal DPP senza aspettare il PUG, sia quello meno efficace». Tradotto: inutile forzare la normativa, c'è bisogno di prudenza, pena conseguenze inenarrabili soprattutto per i proprietari, e al contempo di procedere con soluzioni il più possibile condivise (come già anticipato da altri interlocutori).
Infine la Barbanente ha messo l'accento sulla peculiarità della realtà giovinazzese, ponendosi degli interrogativi e dandosi delle risposte. A suo avviso, infatti, non sarebbero tutte esaurite le zone edificabili di Giovinazzo. Meglio quindi pensare ad una riconversione delle ex AFP che guardino sì al benessere dei cittadini, ma anche all'economia locale, col possibile insediamento di nuove attività produttive, che richiamerebbero inevitabilmente investitori.
Le ex Ferriere restano un fantasma del passato ancora troppo ingombrante. Le risposte definitive dovranno giungere, nonostante i tempi della burocrazia, abbastanza presto. Quell'area ha bisogno di rinascere a nuova vita. E quella sarà (forse) la nuova vita di tanti giovinazzesi.
Moderata dal collega Girolamo Capurso in maniera impeccabile, la serata si è aperta con l'intervento dell'avvocato Daniele de Gennaro, che ha tracciato con chiarezza assoluto il quadro giuridico in cui inquadrare questa tematica. Il riferimento normativo è quello dell'art.41 delle Norme Tecniche di Esecuzione del Piano Regolatore Generale, che non lascia scampo: ogni iniziativa da intraprendere nell'area delle ex AFP, non può che scontrarsi con il PRG stesso. Ed infatti de Gennaro ha saggiamente ricordato come sin da un Consiglio Comunale dell'11 gennaio 1985, quella zona ha una destinazione conclamata a vocazione unicamente industriale.
Quindi, ha giustamente ribadito il bravo legale, è tutto in mano alla Pubblica Amministrazione. Il suo secondo passaggio è stato altrettanto essenziale nell'economia del dibattito, poiché de Gennaro ha ricordato anche la Legge 164 del 2014 (cosiddetta "Sblocca Italia", ndr), citando il passaggio dell'art 14 comma 1/bis con cui il Governo centrale ha concesso di costruire, demolire o ristrutturare immobili in zone destinate all'attività industriale, previo parere favorevole dell'Assise comunale ed anche in deroga al Piano Regolatore.
La Pubblica Amministrazione era rappresentata dal Sindaco, Tommaso Depalma, e dall'ex Assessore comunale all'Urbanistica e Lavori Pubblici, Elio Sannicandro, oggi Consigliere del primo cittadino. Depalma ha sottolineato l'importanza di un nuova destinazione per l'area che sia condivisa il più possibile dalla cittadinanza, ricordando come, in questo periodo, siano frequenti i contatti tra Palazzo di Città e la Regione Puglia per arrivare ad ottenere tutte le valutazioni di rito.
Il Sindaco ha altresì ribadito che è stato creato un Ufficio di Piano che cercherà di dirimere le questioni importanti da un punto di vista urbanistico, riferite non solo alla maglia D3 delle ex Ferriere, ma anche ad altre zone della città. Quanto al futuro immediato, il primo cittadino ha evidenziato alcuni concetti fondamentali: in primis che, terminato a gennaio 2016 il secondo step di lavori preparatori alla bonifica, il Comune di Giovinazzo è in corsa per un ulteriore finanziamento regionale di 3 milioni di euro per la Lama.
In secundis, Depalma ha tenuto a precisare che bisogna trovare un modo per tutelare aziende e lavoratori che ancora oggi operano nell'area. Infine, incalzato anche dalle considerazioni dell'avvocato de Gennaro, il Sindaco ha ricordato come i costi delle ricerche fatte e di quelle che saranno effettuate, saranno interamente a carico dei proprietari, poiché il Comune ha anticipato quelle somme in danno degli stessi. La sua considerazione finale è un po' il fulcro del contendere: a suo avviso «anche gli stessi proprietari sono attori principali e non potranno più voltarsi dall'altra parte».
A fargli eco l'ingegner Elio Sannicandro, che vorrebbe per le ex AFP una condivisione della cittadinanza con incontri di co-pianificazione, essenziali per la realizzazione di una nuovo Piano Regolatore Generale che ne cambi la destinazione. Una destinazione, è bene sottolinearlo, che Sannicandro vede in una sorta di Piano Integrato, un mix tra sviluppo urbanistico in senso stretto e settore prettamente produttivo.
L'Architetto Domenico Pazienza, in rappresentanza di una parte dell'attuale proprietà, aveva già dimostrato tutta la disponibilità di quest'ultima a dialogare con la Pubblica Amministrazione, citando, peraltro, un PIRU (Piano Integrato di Rigenerazione Urbana) che la famiglia avrebbe presentato nel febbraio del 2014 e su cui c'è disponibilità a trattare per eventuali modifiche.
La chiosa della professoressa Angela Barbanente del Politecnico di Bari è stata decisamente esplicativa dei confini, del "campo da gioco", tanto per dirla alla maniera dell'avvocato de Gennaro, entro cui muoversi. L'ex Assessora regionale al ramo, data la sua esperienza, ha voluto frenare sull'uso forzato dello "Sblocca Italia". In particolare, la Barbanente ha evidenziato come nella nuova normativa si citi solo il caso di ristrutturazione o riconversione di singoli manufatti, ma non quello relativo ad un complesso di immobili come nel caso delle ex Ferriere.
Pertanto, ha ricordato, «nulla dice che il percorso più lungo, che passi dal DPP senza aspettare il PUG, sia quello meno efficace». Tradotto: inutile forzare la normativa, c'è bisogno di prudenza, pena conseguenze inenarrabili soprattutto per i proprietari, e al contempo di procedere con soluzioni il più possibile condivise (come già anticipato da altri interlocutori).
Infine la Barbanente ha messo l'accento sulla peculiarità della realtà giovinazzese, ponendosi degli interrogativi e dandosi delle risposte. A suo avviso, infatti, non sarebbero tutte esaurite le zone edificabili di Giovinazzo. Meglio quindi pensare ad una riconversione delle ex AFP che guardino sì al benessere dei cittadini, ma anche all'economia locale, col possibile insediamento di nuove attività produttive, che richiamerebbero inevitabilmente investitori.
Le ex Ferriere restano un fantasma del passato ancora troppo ingombrante. Le risposte definitive dovranno giungere, nonostante i tempi della burocrazia, abbastanza presto. Quell'area ha bisogno di rinascere a nuova vita. E quella sarà (forse) la nuova vita di tanti giovinazzesi.