Vita di città
TUTTE LE FOTO degli Altarini di San Giuseppe a Giovinazzo
Rinnovata la tradizione nella serata di ieri, 19 marzo
Giovinazzo - mercoledì 20 marzo 2024
Si è rinnovato a Giovinazzo, nella serata di ieri, 19 marzo, l'antico rito del pellegrinaggio di casa in casa per visitare gli Altarini di San Giuseppe, allestiti da privati e nella chiesa di Maria SS di Costantinopoli.
Uno dei momenti centrali dal punto di vista strettamente liturgico e spirituale è stata la santa messa celebrata da don Luigi Caravella all'interno della parrocchia San Giuseppe, in cui i fedeli si sono ritrovati per omaggiare il papà probabilmente più famoso della storia dell'umanità. Un esempio di fede e di obbedienza a Dio, come amano ricordare spesso i sacerdoti.
Dopo la pioggia caduta nella prima parte di giornata, al pomeriggio ed a sera decine di giovinazzesi si sono recati a visitare gli Altarini delle famiglie Palmiotto-Nacci in via Sottotenente Donato De Ceglie, Padiglione in via Cappuccini, Martinucci in via Marconi e nella Chiesa di Maria SS di Costantinopoli. Non si sono invece tenuti i due tradizionali Altarini in via Crocifisso ed in via Marziani.
Del tutto particolare quello allestito nella sede sociale dell'Anffas Giovinazzo guidata da Michele Lasorsa, in via Alcide De Gasperi. Un Altarino da un valore sociale, se possibile, ancor più rilevante, data l'attività ultratrentennale dell'associazione al fianco delle persone con disabilità.
Le famiglie Palmiotto-Nacci lo hanno allestito all'esterno della loro abitazione, in un porticato che brulicava di devoti. Per loro si tratta di un rito che va avanti dal 1985 con un'unica interruzione dovuta alla pandemia da Covid. Stesso discorso per la famiglia Martinucci che, al primo piano di uno stabile di via Marconi, per 41 volte ha ripetuto un atto devozionale intenso, ieri sera sublimato dalla visita di don Cesare Pisani, parroco di Sant'Agostino, che ha tenuto un momento di preghiera collettiva.
Infine la quasi bicentenaria storia della famiglia Padiglione, un grande classico a Giovinazzo, simbolo concreto di una devozione solida che va avanti dalla fine dell'800 e che si rinnova, di generazione in generazione senza perdere lo spirito originario.
Ad impreziosire la serata che profumava di tradizione, la statua di San Giuseppe esposta dalla Confraternita di Maria SS di Costantinopoli all'interno dell'omonima chiesa, un meraviglioso scrigno di arte e storia da salvaguardare ed il cui restauro va sostenuto dall'intera comunità.
Ciascun visitatore ha quindi ricevuto il tradizionale pane a treccia benedetto ed i tarallini scaldati, fatti in casa o dai panettieri locali, hanno accarezzato il palato soprattutto dei più piccoli. Un rito antico, difficilmente databile a Giovinazzo, ma che la caratterizza da più di un secolo e fa da apripista alle atmosfere più solenni della Settimana di Passione e della Settimana Santa che irromperanno in città sin da venerdì 22 marzo con la processione dell'Addolorata.
Noi di GiovinazzoViva ve lo raccontiamo attraverso la nostra galleria fotografica.
Uno dei momenti centrali dal punto di vista strettamente liturgico e spirituale è stata la santa messa celebrata da don Luigi Caravella all'interno della parrocchia San Giuseppe, in cui i fedeli si sono ritrovati per omaggiare il papà probabilmente più famoso della storia dell'umanità. Un esempio di fede e di obbedienza a Dio, come amano ricordare spesso i sacerdoti.
Dopo la pioggia caduta nella prima parte di giornata, al pomeriggio ed a sera decine di giovinazzesi si sono recati a visitare gli Altarini delle famiglie Palmiotto-Nacci in via Sottotenente Donato De Ceglie, Padiglione in via Cappuccini, Martinucci in via Marconi e nella Chiesa di Maria SS di Costantinopoli. Non si sono invece tenuti i due tradizionali Altarini in via Crocifisso ed in via Marziani.
Del tutto particolare quello allestito nella sede sociale dell'Anffas Giovinazzo guidata da Michele Lasorsa, in via Alcide De Gasperi. Un Altarino da un valore sociale, se possibile, ancor più rilevante, data l'attività ultratrentennale dell'associazione al fianco delle persone con disabilità.
Le famiglie Palmiotto-Nacci lo hanno allestito all'esterno della loro abitazione, in un porticato che brulicava di devoti. Per loro si tratta di un rito che va avanti dal 1985 con un'unica interruzione dovuta alla pandemia da Covid. Stesso discorso per la famiglia Martinucci che, al primo piano di uno stabile di via Marconi, per 41 volte ha ripetuto un atto devozionale intenso, ieri sera sublimato dalla visita di don Cesare Pisani, parroco di Sant'Agostino, che ha tenuto un momento di preghiera collettiva.
Infine la quasi bicentenaria storia della famiglia Padiglione, un grande classico a Giovinazzo, simbolo concreto di una devozione solida che va avanti dalla fine dell'800 e che si rinnova, di generazione in generazione senza perdere lo spirito originario.
Ad impreziosire la serata che profumava di tradizione, la statua di San Giuseppe esposta dalla Confraternita di Maria SS di Costantinopoli all'interno dell'omonima chiesa, un meraviglioso scrigno di arte e storia da salvaguardare ed il cui restauro va sostenuto dall'intera comunità.
Ciascun visitatore ha quindi ricevuto il tradizionale pane a treccia benedetto ed i tarallini scaldati, fatti in casa o dai panettieri locali, hanno accarezzato il palato soprattutto dei più piccoli. Un rito antico, difficilmente databile a Giovinazzo, ma che la caratterizza da più di un secolo e fa da apripista alle atmosfere più solenni della Settimana di Passione e della Settimana Santa che irromperanno in città sin da venerdì 22 marzo con la processione dell'Addolorata.
Noi di GiovinazzoViva ve lo raccontiamo attraverso la nostra galleria fotografica.