Padre Eterno
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Territorio

Turisti al Padre Eterno, ma la chiesa è chiusa

Il gioiello rurale perennemente non aperto al pubblico: di chi le colpe?

Lui è Helmut Schwalbe, un pastore evangelico luterano bavarese. Lei, sua moglie, lo ha raggiunto a Bari per festeggiare il Natale insieme e ripartire il giorno di Santo Stefano, visto che lui trascorre due settimane al mese in Puglia, regione di cui si è innamorato anche per via della sua missione spirituale.

Sono arrivati a Giovinazzo perché lui, grazie ad amici del luogo, ha scoperto la bellezza della chiesetta del Padre Eterno, in una viuzza di campagna sulla provinciale che collega la costa a Terlizzi. È certamente un luogo santo, vista la pace che circonda questa pieve rupestre con affreschi datati più o meno intorno al 1050 d.C. e va visitato. Ma è chiuso, come quasi sempre accade.

Il problema legato all'incredibile patrimonio artistico rurale non accessibile ai turisti attanaglia Giovinazzo e tutto il circondario. Gioielli chiusi per quasi tutto l'anno. In questo periodo la nuova assessora comunale alla Cultura, Marianna Paladino, lo ha posto quasi in cima ai suoi impegni. Ma con chi dialogare? Certamente con il vescovo, Mons. Luigi Martella, ma anche con il clero locale. Padre Francesco Depalo, encomiabile, è stato colui il quale ha celebrato messa per diversi sabati in primavera e durante il Triduo agostano con la sua solita umiltà e col suo amore per quel luogo, ma quella chiesetta andrebbe aperta quasi tutti i giorni, accompagnando i turisti in zona. Le chiavi sono in Cattedrale. Possibile trovare sbocchi?

Una visita guidata in lingua al Padre Eterno ed al Dolmen di San Silvestro sarebbero fondamentali in un'ottica di marketing territoriale che valorizzi le zone rurali portandole al centro di flussi d'oltreconfine. Come agire quindi? Nel caso del Dolmen il dialogo con la Sovrintendenza è partito, ma con la Chiesa bisognerà forse faticare di più. Non perché si voglia mantenere chiuso quello scrigno, ma perché ci vuole molta cura. Però, nonostante le difficoltà, è giunto il momento di chiudere questa partita. Entro la primavera bisognerà ricominciare a far vivere quei luoghi, rispettandone significato religioso e storico.

Ed i nostri amici bavaresi potranno tornare e godere a pieno di quella bellezza semplice tanto cara ai giovinazzesi. Una bellezza abbagliante, con ulivi e muretti a secco che la circondano, sintesi perfetta di una provincia che non vuol morire tale. La sua apertura sarebbe il regalo più bello che il 2015 potrà farci.
  • chiese chiuse
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