Enti locali
È tempo di Reddito di Dignità anche per i giovinazzesi
L'Assessore Sollecito: «Misura strutturale a vantaggio dei cittadini»
Giovinazzo - giovedì 29 dicembre 2016
Sono pronte le comunicazioni di ammissione al cosiddetto Reddito di Dignità (ReD) varato dalla Regione Puglia. La notizia era arrivata nel pomeriggio di ieri attraverso i canali di informazione ed è subito rimbalzata in rete anche su Giovinazzo.
A felicitarsi per l'avvio ormai ufficiale di questa buona pratica è stato l'Assessore comunale alla Solidarietà Sociale, Michele Sollecito, il quale dal suo profilo Facebook scrive: «La Regione informa che per 9500 pugliesi sono partite le comunicazioni di ammissione al Reddito di Dignità (ReD). Anche i nostri concittadini hanno ricevuto un sms con l'esito positivo della loro richiesta. L'istruttoria delle altre domande è ancora in corso (il bando non aveva scadenze essendo una misura "a sportello")».
«Anche il nostro Comune - ha spiegato poi Sollecito - ospiterà un progetto di inclusione (approvato con delibera di Giunta n. 177 del 10 novembre scorso). A breve questo nostro progetto sarà disponibile sul catalogo telematico. Sento di condividere la soddisfazione del presidente Michele Emiliano per questa misura strutturale a vantaggio dei cittadini in condizione di disagio. Il welfare - è stata la conclusione del Vicesindaco - che passa attraverso la collaborazione concreta e positiva tra Stato, Regione, Ambiti territoriali e Comuni produce misure poderose (ReD, PAC, SIA ecc.) e gestite finalmente in modo meno farraginoso grazie alle piattaforme telematiche».
Ma che cosa è il Reddito di Dignità? A spiegarlo è il sito ad esso dedicato dall'Ente di via Capruzzi.
Si tratta infatti di «una misura di integrazione del reddito definita "universalistica" poiché possono accedervi tutte le persone che si trovino in difficoltà tali, anche temporanee, da essere al di sotto di quella soglia economica minima per una esistenza almeno accettabile. Il ReD è uno strumento di contrasto alla povertà assoluta e di supporto a un percorso più ampio di inserimento sociale e lavorativo. In questo percorso individuale, l'aiuto economico è di sicuro importante, ma è anche una delle componenti del patto di inclusione sociale attiva. Si tratta, infatti - si legge sul portale -, di un'indennità per la partecipazione a un tirocinio o ad altro progetto di sussidiarietà. Il patto di inclusione è una sorta di "sodalizio" tra chi beneficia di ReD (un soggetto o un nucleo familiare) e i Servizi sociali dell'Ambito territoriale. La sottoscrizione del patto rappresenta una condizione necessaria per fruire del beneficio. Il patto di inclusione è un patto forte tra chi beneficia di ReD, con il suo nucleo familiare, i Servizi sociali dell'Ambito territoriale e la comunità in cui si vive».
Una serie di percorsi retribuiti in cambio del proprio lavoro e del proprio tempo. Un modo intelligente per non restare ai margini e rientrare a pieno diritto nella società, cercando prospettive ed un futuro migliore. Non quindi un assegno staccato in bianco dall'Ente pubblico, ma un percorso in cui il cittadino è accompagnato per mano.
A felicitarsi per l'avvio ormai ufficiale di questa buona pratica è stato l'Assessore comunale alla Solidarietà Sociale, Michele Sollecito, il quale dal suo profilo Facebook scrive: «La Regione informa che per 9500 pugliesi sono partite le comunicazioni di ammissione al Reddito di Dignità (ReD). Anche i nostri concittadini hanno ricevuto un sms con l'esito positivo della loro richiesta. L'istruttoria delle altre domande è ancora in corso (il bando non aveva scadenze essendo una misura "a sportello")».
«Anche il nostro Comune - ha spiegato poi Sollecito - ospiterà un progetto di inclusione (approvato con delibera di Giunta n. 177 del 10 novembre scorso). A breve questo nostro progetto sarà disponibile sul catalogo telematico. Sento di condividere la soddisfazione del presidente Michele Emiliano per questa misura strutturale a vantaggio dei cittadini in condizione di disagio. Il welfare - è stata la conclusione del Vicesindaco - che passa attraverso la collaborazione concreta e positiva tra Stato, Regione, Ambiti territoriali e Comuni produce misure poderose (ReD, PAC, SIA ecc.) e gestite finalmente in modo meno farraginoso grazie alle piattaforme telematiche».
Ma che cosa è il Reddito di Dignità? A spiegarlo è il sito ad esso dedicato dall'Ente di via Capruzzi.
Si tratta infatti di «una misura di integrazione del reddito definita "universalistica" poiché possono accedervi tutte le persone che si trovino in difficoltà tali, anche temporanee, da essere al di sotto di quella soglia economica minima per una esistenza almeno accettabile. Il ReD è uno strumento di contrasto alla povertà assoluta e di supporto a un percorso più ampio di inserimento sociale e lavorativo. In questo percorso individuale, l'aiuto economico è di sicuro importante, ma è anche una delle componenti del patto di inclusione sociale attiva. Si tratta, infatti - si legge sul portale -, di un'indennità per la partecipazione a un tirocinio o ad altro progetto di sussidiarietà. Il patto di inclusione è una sorta di "sodalizio" tra chi beneficia di ReD (un soggetto o un nucleo familiare) e i Servizi sociali dell'Ambito territoriale. La sottoscrizione del patto rappresenta una condizione necessaria per fruire del beneficio. Il patto di inclusione è un patto forte tra chi beneficia di ReD, con il suo nucleo familiare, i Servizi sociali dell'Ambito territoriale e la comunità in cui si vive».
Una serie di percorsi retribuiti in cambio del proprio lavoro e del proprio tempo. Un modo intelligente per non restare ai margini e rientrare a pieno diritto nella società, cercando prospettive ed un futuro migliore. Non quindi un assegno staccato in bianco dall'Ente pubblico, ma un percorso in cui il cittadino è accompagnato per mano.