Politica
Tasse nuove, vecchi servizi
Continua a crescere il carico fiscale per la popolazione
Giovinazzo - mercoledì 3 settembre 2014
9.05
Numeri. Non sono facili da leggere soprattutto se riguardano i bilanci di previsione delle pubbliche amministrazioni. Non sono facili da leggere per chi è avvezzo alle cose della politica, figuriamoci per chi non ha dimestichezza con quegli ambienti. Entrate ed uscite, questa la chiave di lettura. Dovrebbe raccontare quanto l'amministrazione comunale intende fare in termini di opere pubbliche, di welfare, di progetti per lo sviluppo economico. Un racconto che però si traduce troppo spesso solo in aumenti di tasse e tariffe. Un peso economico crescente che grava sulle sempre più fragili spalle dei contribuenti.
Tasse e balzelli che di volta in volta prendono il nome di «Imu», «Addizionale Irpef», e adesso anche «Tasi». Già la «Tasi», la tassa sui servizi, un nuovo balzello. E ancora la «Tari», che sostituisce la «Tares», l'imposta sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Una giungla di sigle. Complessivamente queste tasse costeranno all'intera cittadinanza un milione e 300mila euro in più rispetto allo scorso anno. Una ingente somma di denaro che andrebbe a compensare le mancate rimesse statali al nostro Comune. A pagarle non saranno solo i proprietari di abitazioni, ma anche i loro eventuali inquilini. L'amministrazione comunale, con il suo documento finanziario, ha promesso sgravi fiscali per alcune categorie di cittadini. Così tanto per dare l'impressione di alleviare il carico fiscale. Ma a ben guardare quegli sconti riguarderanno una piccola, se non piccolissima, fetta di popolazione. Ad esempio lo sgravio fiscale sarà a beneficio di quelle famiglie in cui vivono persone portatrici di handicap (quante in termini numerici?). Tutti gli altri dovranno pagare la tariffa piena. «Abbiamo applicato un aumento del solo 0,1 per cento – il commento dell'amministrazione comunale – per compensare il mancato trasferimento e per riequilibrare il bilancio». Già. Sono numeri e percentuali che presto vedremo come si tradurranno in termini di euro a carico di ogni famiglia.
Quelle somme di denaro dovrebbero servire a finanziare opere pubbliche, servizi alla persona, la vivibilità, per cui sono collegate al piano triennale delle opere pubbliche. Un piano che per la verità rimane sempre uguale a se stesso da ormai un decennio. La realizzazione delle opere viene spostato in avanti di anno in anno. Opere pubbliche già finanziate con soldi comunali o finanziamenti statali e comunitari. Soldi che da anni dovrebbero essere nelle disponibilità delle casse comunali. Parliamo dei due lungomare, della pista ciclabile, ma anche della messa in sicurezza di via Marina o della bonifica delle ex Acciaierie e ferriere pugliesi. Di nuovo all'orizzonte non si vede nulla, nessun progetto tale di questo nome ma solo piccoli interventi al limite dell'ordinaria manutenzione. Nulla che giustifichi in pieno l'entità delle nuove tasse. Eppure i balzelli per la popolazione continuano a crescere.
Tasse e balzelli che di volta in volta prendono il nome di «Imu», «Addizionale Irpef», e adesso anche «Tasi». Già la «Tasi», la tassa sui servizi, un nuovo balzello. E ancora la «Tari», che sostituisce la «Tares», l'imposta sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Una giungla di sigle. Complessivamente queste tasse costeranno all'intera cittadinanza un milione e 300mila euro in più rispetto allo scorso anno. Una ingente somma di denaro che andrebbe a compensare le mancate rimesse statali al nostro Comune. A pagarle non saranno solo i proprietari di abitazioni, ma anche i loro eventuali inquilini. L'amministrazione comunale, con il suo documento finanziario, ha promesso sgravi fiscali per alcune categorie di cittadini. Così tanto per dare l'impressione di alleviare il carico fiscale. Ma a ben guardare quegli sconti riguarderanno una piccola, se non piccolissima, fetta di popolazione. Ad esempio lo sgravio fiscale sarà a beneficio di quelle famiglie in cui vivono persone portatrici di handicap (quante in termini numerici?). Tutti gli altri dovranno pagare la tariffa piena. «Abbiamo applicato un aumento del solo 0,1 per cento – il commento dell'amministrazione comunale – per compensare il mancato trasferimento e per riequilibrare il bilancio». Già. Sono numeri e percentuali che presto vedremo come si tradurranno in termini di euro a carico di ogni famiglia.
Quelle somme di denaro dovrebbero servire a finanziare opere pubbliche, servizi alla persona, la vivibilità, per cui sono collegate al piano triennale delle opere pubbliche. Un piano che per la verità rimane sempre uguale a se stesso da ormai un decennio. La realizzazione delle opere viene spostato in avanti di anno in anno. Opere pubbliche già finanziate con soldi comunali o finanziamenti statali e comunitari. Soldi che da anni dovrebbero essere nelle disponibilità delle casse comunali. Parliamo dei due lungomare, della pista ciclabile, ma anche della messa in sicurezza di via Marina o della bonifica delle ex Acciaierie e ferriere pugliesi. Di nuovo all'orizzonte non si vede nulla, nessun progetto tale di questo nome ma solo piccoli interventi al limite dell'ordinaria manutenzione. Nulla che giustifichi in pieno l'entità delle nuove tasse. Eppure i balzelli per la popolazione continuano a crescere.