Cronaca
Tartaruga ritrovata senza testa: era una caretta caretta
L'esemplare, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato in località Le Macchie
Giovinazzo - martedì 31 agosto 2021
1.46
La notizia risale a venerdì scorso: un esemplare di tartaruga marina è stata ritrovata senza testa sul litorale a sud di Giovinazzo, verso Santo Spirito, in località Le Macchie. A denunciare il triste episodio è stato il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, per bocca del responsabile cittadino Pasquale Salvemini.
La carcassa, della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo, ormai priva di vita, con una lunghezza del carapace pari ad oltre 72 centimetri, in avanzato stato di decomposizione e priva della testa, è stata recuperata dai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, della Polizia Locale e dai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, giunti sul posto assieme ai volontari del WWF, i quali hanno proceduto a prelevare alcuni campioni per le analisi genetiche.
«Sarà difficile individuare le cause della morte in considerazione delle condizioni della carcassa», ha detto Salvemini. Tuttavia, la tartaruga potrebbe essere morta annegata, a causa di un'embolia (questi animali, infatti, finiscono spesso nelle reti da pesca, nda) oppure potrebbe essere stato fatale un impatto con un natante. I rischi principali sono costituiti dalla pesca con le reti o gli ami, dalle attività umane sulle spiagge invase dal cemento sino alla plastica, un nemico che soffoca.
In Puglia ci sono cinque centri di recupero dedicati alle tartarughe marine, tra cui quello di Molfetta, e tutti ospitano diversi esemplari feriti, ma sono una goccia in un oceano rispetto a quelle che muoiono ogni anno. Ecco perché la sinergia con i pescatori, richiesta a gran voce dai vertici del WWF, diventa determinante.
La carcassa, della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo, ormai priva di vita, con una lunghezza del carapace pari ad oltre 72 centimetri, in avanzato stato di decomposizione e priva della testa, è stata recuperata dai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, della Polizia Locale e dai veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, giunti sul posto assieme ai volontari del WWF, i quali hanno proceduto a prelevare alcuni campioni per le analisi genetiche.
«Sarà difficile individuare le cause della morte in considerazione delle condizioni della carcassa», ha detto Salvemini. Tuttavia, la tartaruga potrebbe essere morta annegata, a causa di un'embolia (questi animali, infatti, finiscono spesso nelle reti da pesca, nda) oppure potrebbe essere stato fatale un impatto con un natante. I rischi principali sono costituiti dalla pesca con le reti o gli ami, dalle attività umane sulle spiagge invase dal cemento sino alla plastica, un nemico che soffoca.
In Puglia ci sono cinque centri di recupero dedicati alle tartarughe marine, tra cui quello di Molfetta, e tutti ospitano diversi esemplari feriti, ma sono una goccia in un oceano rispetto a quelle che muoiono ogni anno. Ecco perché la sinergia con i pescatori, richiesta a gran voce dai vertici del WWF, diventa determinante.