Cronaca
Tartaruga ritrovata in mare, ennesimo esemplare di caretta senza vita
Le onde l'hanno portata all'interno del porto. Si tratta di un nuovo caso: sul posto la Guardia Costiera
Giovinazzo - sabato 26 gennaio 2019
Un nuovo, ennesimo esemplare di caretta caretta ritrovato senza vita nel mar Adriatico. Le onde l'hanno poi portato nel porto di Giovinazzo. Si tratta di un nuovo caso di animale trovato, questa volta in mare, dopo quelli scoperti da tanti bagnanti sulla litoranea.
A ritrovare all'interno del porto l'esemplare tipico di tartaruga marina, di 70 centimetri di lunghezza, ormai privo di vita, sono stati alcuni pescatori. Subito dopo il rinvenimento sulla spiaggia è stato avvisato l'Ufficio Locale Marittimo, la Polizia Locale, l'Azienda Sanitaria Locale ed il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, che si sono recati sul posto per i rilievi, per la messa in sicurezza e per il recupero della carcassa.
Da una prima disamina è apparso evidente che la causa del decesso sia da ricondurre alla pesca. «I diversi tipi di pesca utilizzati - ha detto Pasquale Salvemini - creano problemi: quando con le reti le tirano su velocemente si trovano ad avere problemi di decompressione e ad andare in embolia, nel caso in cui finiscano intrappolate nelle reti, invece, non potendo respirare, annegano, infine quando lenze con ami finiscono per essere attirate dal cibo e rimanere incagliate».
«Oltre ai pescatori - conclude il responsabile del WWF Puglia - sono altri i problemi che le tartarughe si trovano ad avere. Ad esempio le buste di plastica vengono scambiate per meduse e ingoiate oppure vengono colpite dalle eliche dei motoscafi che gli spaccano il carapace».
A ritrovare all'interno del porto l'esemplare tipico di tartaruga marina, di 70 centimetri di lunghezza, ormai privo di vita, sono stati alcuni pescatori. Subito dopo il rinvenimento sulla spiaggia è stato avvisato l'Ufficio Locale Marittimo, la Polizia Locale, l'Azienda Sanitaria Locale ed il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, che si sono recati sul posto per i rilievi, per la messa in sicurezza e per il recupero della carcassa.
Da una prima disamina è apparso evidente che la causa del decesso sia da ricondurre alla pesca. «I diversi tipi di pesca utilizzati - ha detto Pasquale Salvemini - creano problemi: quando con le reti le tirano su velocemente si trovano ad avere problemi di decompressione e ad andare in embolia, nel caso in cui finiscano intrappolate nelle reti, invece, non potendo respirare, annegano, infine quando lenze con ami finiscono per essere attirate dal cibo e rimanere incagliate».
«Oltre ai pescatori - conclude il responsabile del WWF Puglia - sono altri i problemi che le tartarughe si trovano ad avere. Ad esempio le buste di plastica vengono scambiate per meduse e ingoiate oppure vengono colpite dalle eliche dei motoscafi che gli spaccano il carapace».