Cronaca
Tartaruga marina spiaggiata in località Peschiera
Si tratta di un esemplare di caretta caretta: riscontrati segni di embolia polmonare
Giovinazzo - sabato 27 marzo 2021
10.04
Una tartaruga marina è stata recuperata a Giovinazzo, lungo la litoranea in direzione sud. Un passante, dopo averla avvistata sulla riva, ha prontamente avvisato la Guardia Costiera, che, giunta in loco, in località Peschiera, ha trovato l'animale, un esemplare di caretta caretta, morta. E purtroppo non è un caso sporadico.
Sul posto, per i rilievi del caso, sono giunti anche gli agenti della Polizia Locale, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. Si tratta di un esemplare maschio, molto grande, di ben 77 centimetri di lunghezza di carapace e un peso di 60 chilogrammi: dagli esami sulla carcassa, in avanzato stato di decomposizione, è emerso che la tartaruga marina è morta quasi sicuramente a causa di un'embolia polmonare.
L'embolia polmonare, secondo Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF, probabilmente provocata dalla celere risalita a galla causata dalle reti in cui era rimasta intrappolata, è molto frequente tra le tartarughe marine accidentalmente pescate, perché l'alzata veloce delle reti a strascico da parte dei pescatori non permette la decompressione. Ogni anno, infatti, sono decine di migliaia, nel mondo, gli esemplari marini che finiscono nelle reti a strascico usate per la pesca.
«La stragrande maggioranza delle tartarughe nei nostri mari muoiono perché incappano nelle reti da pesca - conclude Salvemini -. Le troviamo morte annegate oppure, come in questo caso, colpite da embolia. Capita quando sono aggrovigliate alle reti che vengono velocemente tirate a bordo dei vari pescherecci».
Sul posto, per i rilievi del caso, sono giunti anche gli agenti della Polizia Locale, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari e i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. Si tratta di un esemplare maschio, molto grande, di ben 77 centimetri di lunghezza di carapace e un peso di 60 chilogrammi: dagli esami sulla carcassa, in avanzato stato di decomposizione, è emerso che la tartaruga marina è morta quasi sicuramente a causa di un'embolia polmonare.
L'embolia polmonare, secondo Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF, probabilmente provocata dalla celere risalita a galla causata dalle reti in cui era rimasta intrappolata, è molto frequente tra le tartarughe marine accidentalmente pescate, perché l'alzata veloce delle reti a strascico da parte dei pescatori non permette la decompressione. Ogni anno, infatti, sono decine di migliaia, nel mondo, gli esemplari marini che finiscono nelle reti a strascico usate per la pesca.
«La stragrande maggioranza delle tartarughe nei nostri mari muoiono perché incappano nelle reti da pesca - conclude Salvemini -. Le troviamo morte annegate oppure, come in questo caso, colpite da embolia. Capita quando sono aggrovigliate alle reti che vengono velocemente tirate a bordo dei vari pescherecci».