Politica
TARI, la nota del consigliere Capurso (PVA)
L'auspicio è che Giovinazzo non continui ad essere una delle città del circondario con tariffe più alte
Giovinazzo - venerdì 28 giugno 2024
Il Consiglio comunale di Giovinazzo ha discusso di TARI. Questa la posizione e gli interrogativi del consigliere di PrimaVera Alternativa, Girolamo Capurso:
«Ieri (il 26 giugno, ndr) in Consiglio Comunale si è discusso del Piano Economico Finanziario (PEF) relativo alla gestione dei rifiuti e di tariffe TARI. Anche quest' anno le tariffe aumenteranno in media di circa il 5% per le utenze domestiche, e ancora di più quelle non domestiche.
Tra qualche giorno sapremo se saremo ancora il comune della Città Metropolitana di Bari con le tariffe TARI più alte: sicuramente si verificheranno aumenti per tutti a causa dell'aumento del costo di smaltimento dei rifiuti indifferenziati!
Solo un ulteriore aumento delle percentuali di raccolta differenziata, oltre che a migliorare l'ambiente, potrà limitare i danni. Su questo, occorre il contributo di tutti i cittadini, ma anche dell'Amministrazione e del gestore del servizio che devono fare molto di più in termini di comunicazione per incentivarla (la vicina Bitonto, può darci qualche spunto a proposito).
Tra le altre cose, ho chiesto delucidazioni sull'applicazione, nelle prime 3 rate TARI, del contributo TEFA (un tributo che si aggiunge alla TARI) al 5%, nonostante una delibera del Consiglio Metropolitano l'abbia fissata per tutti al 4%. Non ho ricevuto risposte dalla parte politica, che ha lasciato ai tecnici ulteriori accertamenti sulla questione. Sicuramente con l'ultima rata si procederà a un conguaglio. Il fatto più sconcertante è che il Concessionario abbia applicato aliquote non corrette senza alcun controllo del Comune. Se a sbagliare sono i cittadini, invece…
Altra questione posta in Consiglio Comunale è stata la mancanza di trasparenza nella classificazione delle categorie relative alle utenze non domestiche. Nel regolamento TARI è prevista una corrispondenza con i codici ATECO, ma spesso si è costretti a considerare eventuali analogie. Andrebbe effettuata una seria ricognizione, esplicitando in modo più puntuale, l'appartenenza a sottocategorie certe. Senza tediarvi troppo, tutto il sistema tariffario si regge anche su queste differenziazioni. Una maggiore trasparenza, in questo caso, potrebbe significare anche risparmio per i cittadini.
In ultimo, mi preme informarvi di un'altra questione, ancora più importante, che sta passando in sordina da parte degli organi istituzionali. Ad aprile 2025 scadrà il contratto con la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nell'ambito ARO BA2 e si sta già pensando al nuovo appalto che potrebbe raggiungere circa 100 milioni di euro e che riguarda sette comuni.
Già da gennaio di quest' anno, i Sindaci dell'ARO stanno valutando il futuro modello per la prossima gestione: "concessione" vs "appalto di servizi". Oltre a ciò, una società che gestisce il servizio in un comune del nostro ARO aveva chiesto informazioni sensibili al fine di presentare un progetto di un "project financing" (finanza di progetto).
I Sindaci avevano inizialmente deciso di concedere queste informazioni economiche sensibili anche a eventuali ulteriori operatori che li avessero richiesti. Tuttavia, in seguito, per problemi legati a eventuali contenziosi con le stesse società, il tutto è stato sospeso. Tutto legittimo, anche se, ciò che riguarda un servizio pubblico pagato dai cittadini, andrebbe prima discusso in Consiglio Comunale, e non deciso in frettolose assemblee dove partecipano solo i sindaci o a volte i loro delegati.
Negli "appalti di servizi" l'appaltatore presta la sua opera in favore della pubblica amministrazione, come avviene oggi. Nella "concessione", il concessionario si sostituisce alla pubblica amministrazione nell'erogazione del servizio direttamente alla collettività e riscuote direttamente un canone, tariffa o altro. La "concessione", in pratica, equivale a una privatizzazione mascherata. Nel "project financing", l'azienda proponente ha un diritto di prelazione sul progetto presentato che riduce l'incentivo degli altri partecipanti a proporre offerte più vantaggiose, limitando la possibilità di una reale concorrenza tra gli operatori (e i vantaggi per i cittadini).
Non sono contrario a priori a questi nuovi modelli ("concessione" e "project financing"), anche se ho difficoltà a comprenderne il vantaggio per i cittadini, soprattutto sui costi e sulla relativa qualità del servizio. Un confronto pubblico e trasparente andrebbe fatto anche per conoscere le varie posizioni e poter riconoscere eventuali future responsabilità politiche».
«Ieri (il 26 giugno, ndr) in Consiglio Comunale si è discusso del Piano Economico Finanziario (PEF) relativo alla gestione dei rifiuti e di tariffe TARI. Anche quest' anno le tariffe aumenteranno in media di circa il 5% per le utenze domestiche, e ancora di più quelle non domestiche.
Tra qualche giorno sapremo se saremo ancora il comune della Città Metropolitana di Bari con le tariffe TARI più alte: sicuramente si verificheranno aumenti per tutti a causa dell'aumento del costo di smaltimento dei rifiuti indifferenziati!
Solo un ulteriore aumento delle percentuali di raccolta differenziata, oltre che a migliorare l'ambiente, potrà limitare i danni. Su questo, occorre il contributo di tutti i cittadini, ma anche dell'Amministrazione e del gestore del servizio che devono fare molto di più in termini di comunicazione per incentivarla (la vicina Bitonto, può darci qualche spunto a proposito).
Tra le altre cose, ho chiesto delucidazioni sull'applicazione, nelle prime 3 rate TARI, del contributo TEFA (un tributo che si aggiunge alla TARI) al 5%, nonostante una delibera del Consiglio Metropolitano l'abbia fissata per tutti al 4%. Non ho ricevuto risposte dalla parte politica, che ha lasciato ai tecnici ulteriori accertamenti sulla questione. Sicuramente con l'ultima rata si procederà a un conguaglio. Il fatto più sconcertante è che il Concessionario abbia applicato aliquote non corrette senza alcun controllo del Comune. Se a sbagliare sono i cittadini, invece…
Altra questione posta in Consiglio Comunale è stata la mancanza di trasparenza nella classificazione delle categorie relative alle utenze non domestiche. Nel regolamento TARI è prevista una corrispondenza con i codici ATECO, ma spesso si è costretti a considerare eventuali analogie. Andrebbe effettuata una seria ricognizione, esplicitando in modo più puntuale, l'appartenenza a sottocategorie certe. Senza tediarvi troppo, tutto il sistema tariffario si regge anche su queste differenziazioni. Una maggiore trasparenza, in questo caso, potrebbe significare anche risparmio per i cittadini.
In ultimo, mi preme informarvi di un'altra questione, ancora più importante, che sta passando in sordina da parte degli organi istituzionali. Ad aprile 2025 scadrà il contratto con la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nell'ambito ARO BA2 e si sta già pensando al nuovo appalto che potrebbe raggiungere circa 100 milioni di euro e che riguarda sette comuni.
Già da gennaio di quest' anno, i Sindaci dell'ARO stanno valutando il futuro modello per la prossima gestione: "concessione" vs "appalto di servizi". Oltre a ciò, una società che gestisce il servizio in un comune del nostro ARO aveva chiesto informazioni sensibili al fine di presentare un progetto di un "project financing" (finanza di progetto).
I Sindaci avevano inizialmente deciso di concedere queste informazioni economiche sensibili anche a eventuali ulteriori operatori che li avessero richiesti. Tuttavia, in seguito, per problemi legati a eventuali contenziosi con le stesse società, il tutto è stato sospeso. Tutto legittimo, anche se, ciò che riguarda un servizio pubblico pagato dai cittadini, andrebbe prima discusso in Consiglio Comunale, e non deciso in frettolose assemblee dove partecipano solo i sindaci o a volte i loro delegati.
Negli "appalti di servizi" l'appaltatore presta la sua opera in favore della pubblica amministrazione, come avviene oggi. Nella "concessione", il concessionario si sostituisce alla pubblica amministrazione nell'erogazione del servizio direttamente alla collettività e riscuote direttamente un canone, tariffa o altro. La "concessione", in pratica, equivale a una privatizzazione mascherata. Nel "project financing", l'azienda proponente ha un diritto di prelazione sul progetto presentato che riduce l'incentivo degli altri partecipanti a proporre offerte più vantaggiose, limitando la possibilità di una reale concorrenza tra gli operatori (e i vantaggi per i cittadini).
Non sono contrario a priori a questi nuovi modelli ("concessione" e "project financing"), anche se ho difficoltà a comprenderne il vantaggio per i cittadini, soprattutto sui costi e sulla relativa qualità del servizio. Un confronto pubblico e trasparente andrebbe fatto anche per conoscere le varie posizioni e poter riconoscere eventuali future responsabilità politiche».