Politica
TARI, il sindaco di Giovinazzo spiega
Lunga nota per fugare dubbi e interrogativi dei cittadini
Giovinazzo - venerdì 28 giugno 2024
06.30 Comunicato Stampa
Continua a far discutere in queste ore la decisione presa dall'amministrazione comunale sulla TARI, la tassa sui rifiuti. Il sindaco Michele Sollecito, conscio dell'importanza del problema, molto sentito dai cittadini, ha voluto dare la sua spiegazione.
«Cari concittadini, ieri il Consiglio comunale ha approvato il Piano Economico Finanziario (PEF) che riguarda il servizio rifiuti ai fini della bollettazione TARI. Il PEF comprende il costo del servizio di raccolta e igiene nonché il costo di smaltimento dei nostri rifiuti in impianti privati. Ai fini della bollettazione viene decurtato dal costo totale il contributo del Ministero dell'Istruzione pari a 15.232,00 euro (per i rifiuti delle scuole), il recupero dell'evasione (186.480,07 euro) e il recupero che deriva dal sistema sanzionatorio (multe per abbandono rifiuti o conferimento rifiuti errati).
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜'𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟑𝟒𝟕.𝟎𝟎𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨. 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨? 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐞?
𝐍𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨.
I costi del servizio di raccolta e pulizia dovuti all'impresa di igiene urbana (Impregico) sono gli stessi dell'anno scorso. L'aumento riguarda i costi che il Comune sopporta per smaltire i rifiuti in impianti privati. In particolare l'aumento riguarda il costo del rifiuto indifferenziato: per il 2024 pagheremo circa 220.000 euro in più rispetto al 2023 per smaltire i nostri rifiuti indifferenziati presso l'impianto Progetti Bacino Bari 5 di Conversano. Pagheremo inoltre circa 100.000 euro (prima rata su un totale di circa 377.000 euro) allo stesso impianto per i rifiuti smaltiti negli anni precedenti perché prima il TAR e poi il Consiglio di Stato, hanno stabilito che le tariffe "calmierate" applicate da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) a questo impianto e ad altri impianti della nostra Regione esorbitavano i compiti stessi di ARERA (non era in loro potere stabilire tariffe calmierate). Ovviamente sono stati gli impianti privati a fare ricorso al TAR per far valere le loro ragioni e ottenere l'applicazione della tariffa piena e non "calmierata" per tutti gli anni in cui i Comuni avevano smaltito a tariffa calmierata. Pagheremo la differenza in modo scaglionato per le annualità 2020, 2021, 2022 e 2023.
Gli impianti di Conversano ed altri sono stati definiti dalla Regione Puglia "impianti minimi", ovvero impianti di trattamento di chiusura del ciclo individuati se sono ritenuti indispensabili e conseguentemente assoggettati ad una regolazione dei costi riconosciuti e delle tariffe (Cfr. Deliberazione della giunta regionale 29 dicembre 2021, n. 2251 - https://burp.regione.puglia.it/.../3a677256-e5d8-0300...)
Di conseguenza se sono impianti indispensabili e se rispettano altri criteri questi impianti hanno dovuto accettare una tariffa "calmierata". Il TAR ha accolto il ricorso dei privati contro la Regione Puglia. Secondo il TAR Lombardia, infatti, «la disciplina dettata in materia di individuazione di impianti "minimi", laddove il profilo tariffario è mera conseguenza della regola sostanziale, fuoriesce dall'ambito delle funzioni attribuite dalla norma ad ARERA". Inoltre, "la disciplina introdotta da ARERA […] si scontra con il riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia di rifiuti e ambiente" all'interno della cornice costituzionale» (Cfr. https://www.unirima.it/.../tar-lombardia-2023-impianti...).
A nulla è valso il ricorso al Consiglio di Stato della Regione Puglia, di ARERA e di AGER. Con Sentenza Consiglio di Stato Sez. II, 6/12/2023 n. 10550 la Corte ha respinto il ricorso e tra gli altri aspetti ha rilevato come «48. L'ARERA, pertanto, nel fornire i criteri per individuare gli impianti "minimi" quale fattore essenziale per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, non solo ha indirizzato il potere programmatorio delle Regioni, avocandosi un potere di direttiva attribuito allo Stato, che il legislatore non ha inteso delegarle, neppure nelle più recenti novelle di settore (v. la legge del 2020 che ha introdotto l'art. 198-bis del d.lgs. n. 152 del 2006); ma ha di fatto arricchito di contenuti ad esso estranei il potere pianificatorio delle Regioni, 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 "𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚" 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐢𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚. (Cfr. https://portali.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef=&schema=cds&nrg=202304168&nomeFile=202310550_11.html&subDir=Provvedimenti)
Morale della favola: le criticità impiantistiche della Regione Puglia non si possono risolvere incidendo sul libero mercato. Di conseguenza le tariffe che pagheremo a questi impianti sono tariffe PIENE decise dai privati, rispetto alla tariffa calmierata pagheremo 73 euro in più a tonnellata di rifiuto indifferenziato. Ognuno tragga le conseguenze sulla fallacia del sistema che in fin dei conti punisce i cittadini, le imprese ed i sindaci. I primi cittadini sono così costretti a spiegare questo pasticcio complesso e costretti ad approvare il PEF pur non potendo incidere su questi costi e pur non potendo avere il potere programmatorio sugli impianti regionali.
Dal canto suo la Regione con delibera 715 del 28 maggio scorso ha stabilito di concedere un contributo per i Comuni che hanno raggiunto almeno il 65 % di raccolta differenziata per ridurre i costi dei maggiori oneri degli adeguamenti tariffari in conseguenza della sentenza del Consiglio di Stato: a fronte dei 377.000 euro circa che dobbiamo all'impianto Progetto Bacino Bari 5 di Conversano dal 2020 al 2023, riceveremo un contributo di 40.358,37 euro (ad oggi tuttavia manca ancora la determina di trasferimento d queste risorse).
In tutta questa vicenda c'è una nota positiva: Giovinazzo fa una buona raccolta differenziata. Rispetto al 2023, infatti, abbiamo percentuali più alte (a febbraio abbiamo sfiorato l'80%, cfr. https://wmysir.com/puglia/bari/comune-di-giovinazzo/) e riscuoteremo circa 74.000 euro in più da Consorzi preposti (Comieco, Corepla, Coripet, Biorepac, Ricrea ecc.) a cui vendiamo carta, plastica, vetro, olio vegetali, indumenti usati e metallo.
Avrete già capito che visto l'aumento della tariffa di smaltimento dell'indifferenziato occorre perseguire su questa strada: 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐧𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐨𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐢 𝐬𝐦𝐚𝐥𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐥𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨𝐬𝐨 𝐦𝐚 𝐜𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢.
E serve, infine, un numero maggiore di impianti pubblici in Puglia. Ma questa è una storia che va oltre i poteri e la volontà politica di un singolo Comune. Vi ringrazio per avermi letto fin qui, ho abusato della vostra pazienza ma ho rispetto del mio ruolo e ho rispetto della vostra attenzione per un tema così delicato.
Per chi volesse approfondire in tutta trasparenza i dati di Giovinazzo:
Sezione dedicata sito web del nostro Comune: https://www.comune.giovinazzo.ba.it/.../raccolta-e...
Dati 2024: https://wmysir.com/puglia/bari/comune-di-giovinazzo/ »
«Cari concittadini, ieri il Consiglio comunale ha approvato il Piano Economico Finanziario (PEF) che riguarda il servizio rifiuti ai fini della bollettazione TARI. Il PEF comprende il costo del servizio di raccolta e igiene nonché il costo di smaltimento dei nostri rifiuti in impianti privati. Ai fini della bollettazione viene decurtato dal costo totale il contributo del Ministero dell'Istruzione pari a 15.232,00 euro (per i rifiuti delle scuole), il recupero dell'evasione (186.480,07 euro) e il recupero che deriva dal sistema sanzionatorio (multe per abbandono rifiuti o conferimento rifiuti errati).
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜'𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟑𝟒𝟕.𝟎𝟎𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨. 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨? 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐞?
𝐍𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨.
I costi del servizio di raccolta e pulizia dovuti all'impresa di igiene urbana (Impregico) sono gli stessi dell'anno scorso. L'aumento riguarda i costi che il Comune sopporta per smaltire i rifiuti in impianti privati. In particolare l'aumento riguarda il costo del rifiuto indifferenziato: per il 2024 pagheremo circa 220.000 euro in più rispetto al 2023 per smaltire i nostri rifiuti indifferenziati presso l'impianto Progetti Bacino Bari 5 di Conversano. Pagheremo inoltre circa 100.000 euro (prima rata su un totale di circa 377.000 euro) allo stesso impianto per i rifiuti smaltiti negli anni precedenti perché prima il TAR e poi il Consiglio di Stato, hanno stabilito che le tariffe "calmierate" applicate da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) a questo impianto e ad altri impianti della nostra Regione esorbitavano i compiti stessi di ARERA (non era in loro potere stabilire tariffe calmierate). Ovviamente sono stati gli impianti privati a fare ricorso al TAR per far valere le loro ragioni e ottenere l'applicazione della tariffa piena e non "calmierata" per tutti gli anni in cui i Comuni avevano smaltito a tariffa calmierata. Pagheremo la differenza in modo scaglionato per le annualità 2020, 2021, 2022 e 2023.
Gli impianti di Conversano ed altri sono stati definiti dalla Regione Puglia "impianti minimi", ovvero impianti di trattamento di chiusura del ciclo individuati se sono ritenuti indispensabili e conseguentemente assoggettati ad una regolazione dei costi riconosciuti e delle tariffe (Cfr. Deliberazione della giunta regionale 29 dicembre 2021, n. 2251 - https://burp.regione.puglia.it/.../3a677256-e5d8-0300...)
Di conseguenza se sono impianti indispensabili e se rispettano altri criteri questi impianti hanno dovuto accettare una tariffa "calmierata". Il TAR ha accolto il ricorso dei privati contro la Regione Puglia. Secondo il TAR Lombardia, infatti, «la disciplina dettata in materia di individuazione di impianti "minimi", laddove il profilo tariffario è mera conseguenza della regola sostanziale, fuoriesce dall'ambito delle funzioni attribuite dalla norma ad ARERA". Inoltre, "la disciplina introdotta da ARERA […] si scontra con il riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia di rifiuti e ambiente" all'interno della cornice costituzionale» (Cfr. https://www.unirima.it/.../tar-lombardia-2023-impianti...).
A nulla è valso il ricorso al Consiglio di Stato della Regione Puglia, di ARERA e di AGER. Con Sentenza Consiglio di Stato Sez. II, 6/12/2023 n. 10550 la Corte ha respinto il ricorso e tra gli altri aspetti ha rilevato come «48. L'ARERA, pertanto, nel fornire i criteri per individuare gli impianti "minimi" quale fattore essenziale per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, non solo ha indirizzato il potere programmatorio delle Regioni, avocandosi un potere di direttiva attribuito allo Stato, che il legislatore non ha inteso delegarle, neppure nelle più recenti novelle di settore (v. la legge del 2020 che ha introdotto l'art. 198-bis del d.lgs. n. 152 del 2006); ma ha di fatto arricchito di contenuti ad esso estranei il potere pianificatorio delle Regioni, 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 "𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚" 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐢𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚. (Cfr. https://portali.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef=&schema=cds&nrg=202304168&nomeFile=202310550_11.html&subDir=Provvedimenti)
Morale della favola: le criticità impiantistiche della Regione Puglia non si possono risolvere incidendo sul libero mercato. Di conseguenza le tariffe che pagheremo a questi impianti sono tariffe PIENE decise dai privati, rispetto alla tariffa calmierata pagheremo 73 euro in più a tonnellata di rifiuto indifferenziato. Ognuno tragga le conseguenze sulla fallacia del sistema che in fin dei conti punisce i cittadini, le imprese ed i sindaci. I primi cittadini sono così costretti a spiegare questo pasticcio complesso e costretti ad approvare il PEF pur non potendo incidere su questi costi e pur non potendo avere il potere programmatorio sugli impianti regionali.
Dal canto suo la Regione con delibera 715 del 28 maggio scorso ha stabilito di concedere un contributo per i Comuni che hanno raggiunto almeno il 65 % di raccolta differenziata per ridurre i costi dei maggiori oneri degli adeguamenti tariffari in conseguenza della sentenza del Consiglio di Stato: a fronte dei 377.000 euro circa che dobbiamo all'impianto Progetto Bacino Bari 5 di Conversano dal 2020 al 2023, riceveremo un contributo di 40.358,37 euro (ad oggi tuttavia manca ancora la determina di trasferimento d queste risorse).
In tutta questa vicenda c'è una nota positiva: Giovinazzo fa una buona raccolta differenziata. Rispetto al 2023, infatti, abbiamo percentuali più alte (a febbraio abbiamo sfiorato l'80%, cfr. https://wmysir.com/puglia/bari/comune-di-giovinazzo/) e riscuoteremo circa 74.000 euro in più da Consorzi preposti (Comieco, Corepla, Coripet, Biorepac, Ricrea ecc.) a cui vendiamo carta, plastica, vetro, olio vegetali, indumenti usati e metallo.
Avrete già capito che visto l'aumento della tariffa di smaltimento dell'indifferenziato occorre perseguire su questa strada: 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐧𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐨𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐢 𝐬𝐦𝐚𝐥𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐥𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨𝐬𝐨 𝐦𝐚 𝐜𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢.
E serve, infine, un numero maggiore di impianti pubblici in Puglia. Ma questa è una storia che va oltre i poteri e la volontà politica di un singolo Comune. Vi ringrazio per avermi letto fin qui, ho abusato della vostra pazienza ma ho rispetto del mio ruolo e ho rispetto della vostra attenzione per un tema così delicato.
Per chi volesse approfondire in tutta trasparenza i dati di Giovinazzo:
Sezione dedicata sito web del nostro Comune: https://www.comune.giovinazzo.ba.it/.../raccolta-e...
Dati 2024: https://wmysir.com/puglia/bari/comune-di-giovinazzo/ »