Eventi e cultura
Sulle "Vie del possibile"
La sperimentazione musicale di Jamil Marzella
Giovinazzo - lunedì 19 gennaio 2015
13.06
Contaminato. Non c'è altro aggettivo per descrivere il sound di Michele Jamil Marzella e della sua "Improbabilband", la formazione di 25 elementi che nella serata dedicata a Sant'Antonio Abate si è esibita sotto i portici del Municipio, a beneficio di quei temerari che hanno voluto sfidare la pioggia.
Un suono, quello del trombonista, che ha affascinato, divertito e coinvolto, nonostante la precarietà del momento. A voler proprio dare una etichetta a quel suono bisognerebbe rivolgersi alla "Word Music", viste le tante influenze e le tante sonorità proposte. Dal bolero, al reggae, dai ritmi balcanici a quelli africani e caraibici, senza dimenticare le sonorità tibetane. «La nostra - ha commentato Marzella - è una musica che parte dalle marce tipiche delle bande della nostra Puglia per poi arricchirsi dei ritmi mediterranei e oltre. Per questo nella formazione sono presenti molti ottoni. Siamo aperti alla sperimentazione, tanto che i nostri spettacoli diventano spesso delle "jam session" a tutto tondo».
Nato a Giovinazzo ma residente a Turi, è riuscito a tornare a suonare nella sua città natale dopo più di dieci anni, Jamil Marzella, è il primo musicista in Europa a suonare e portare nelle sue esibizioni le trombe tibetane. «A seguito di un viaggio fatto in quelle terre - racconta - che è stato anche un percorso religioso, ho incontrato dei monaci che poi mi hanno insegnato a suonare qual particolare strumento». Un percorso che poi ha influito sulla sua vita spirituale e artistica, tanto che al suo nome di battesimo ha voluto aggiungere "Jamil". E i suoni di quelle trombe sono presenti nel suo ultimo lavoro discografico "Le vie del possibile" uscito per l'etichetta "Dodicilune" e che presto sarà in vendita in tutte le librerie Feltrinelli. «Un lavoro - confessa - che è frutto di ricerca interiore, e che per questo mi vede musicista prima ancora che direttore della band con cui mi esibisco» Molti dei brani di Marzella sono anche diventati colonne sonore per documentari, trasmissioni televisive e film. Intanto però dovrà dedicarsi alla promozione del suo disco.
«Sarò a Montecarlo il 31 gennaio - ha affermato - suonerò in diretta radiofonica e alcuni dei miei brani entreranno nella compilation del "Buddha bar", una tappa molto importante per la mia carriera». "Il Buddha bar" è una idea del franco-tunisino Claude Challe, deejay e cofondatore insieme a Raymond Visan e Thierry Bégué , dell'omonimo restaurant-bar nato a Parigi dal 1996, che raccoglie in cofanetti le novità musicali e le propone, prima an cora che venderli, come sottofondo ai suoi clienti. Marzella partirà poi per una nuova tournee, ma a Giovinazzo riserverà ancora una sua performance.
«Nel periodo pasquale - ha concluso - in particolare il venerdì dedicato alla Addolorata, nella Concattedrale si sarà una mostra fotografica realizzata da Valentina Pavone dal titolo "Ritualità e simbolismo". Un lavoro fatto proprio su Giovinazzo. In quella occasione commenterò dal vivo con il mio trombone le immagini in mostra».
Un suono, quello del trombonista, che ha affascinato, divertito e coinvolto, nonostante la precarietà del momento. A voler proprio dare una etichetta a quel suono bisognerebbe rivolgersi alla "Word Music", viste le tante influenze e le tante sonorità proposte. Dal bolero, al reggae, dai ritmi balcanici a quelli africani e caraibici, senza dimenticare le sonorità tibetane. «La nostra - ha commentato Marzella - è una musica che parte dalle marce tipiche delle bande della nostra Puglia per poi arricchirsi dei ritmi mediterranei e oltre. Per questo nella formazione sono presenti molti ottoni. Siamo aperti alla sperimentazione, tanto che i nostri spettacoli diventano spesso delle "jam session" a tutto tondo».
Nato a Giovinazzo ma residente a Turi, è riuscito a tornare a suonare nella sua città natale dopo più di dieci anni, Jamil Marzella, è il primo musicista in Europa a suonare e portare nelle sue esibizioni le trombe tibetane. «A seguito di un viaggio fatto in quelle terre - racconta - che è stato anche un percorso religioso, ho incontrato dei monaci che poi mi hanno insegnato a suonare qual particolare strumento». Un percorso che poi ha influito sulla sua vita spirituale e artistica, tanto che al suo nome di battesimo ha voluto aggiungere "Jamil". E i suoni di quelle trombe sono presenti nel suo ultimo lavoro discografico "Le vie del possibile" uscito per l'etichetta "Dodicilune" e che presto sarà in vendita in tutte le librerie Feltrinelli. «Un lavoro - confessa - che è frutto di ricerca interiore, e che per questo mi vede musicista prima ancora che direttore della band con cui mi esibisco» Molti dei brani di Marzella sono anche diventati colonne sonore per documentari, trasmissioni televisive e film. Intanto però dovrà dedicarsi alla promozione del suo disco.
«Sarò a Montecarlo il 31 gennaio - ha affermato - suonerò in diretta radiofonica e alcuni dei miei brani entreranno nella compilation del "Buddha bar", una tappa molto importante per la mia carriera». "Il Buddha bar" è una idea del franco-tunisino Claude Challe, deejay e cofondatore insieme a Raymond Visan e Thierry Bégué , dell'omonimo restaurant-bar nato a Parigi dal 1996, che raccoglie in cofanetti le novità musicali e le propone, prima an cora che venderli, come sottofondo ai suoi clienti. Marzella partirà poi per una nuova tournee, ma a Giovinazzo riserverà ancora una sua performance.
«Nel periodo pasquale - ha concluso - in particolare il venerdì dedicato alla Addolorata, nella Concattedrale si sarà una mostra fotografica realizzata da Valentina Pavone dal titolo "Ritualità e simbolismo". Un lavoro fatto proprio su Giovinazzo. In quella occasione commenterò dal vivo con il mio trombone le immagini in mostra».