Politica
Stop alle tasse per l’emergenza Coronavirus, Bavaro (SI): «Regione e governo intervengano»
Le proposte del segretario regionale: «Necessarie misure forti a tutela dei più fragili: fermiamo pagamento mutui e licenziamenti»
Giovinazzo - mercoledì 11 marzo 2020
2.32
Stop alle tasse comunali per gli esercizi commerciali giovinazzesi in crisi a causa dell'emergenza Coronavirus. La proposta presentata ieri dalle forze di opposizione (PrimaVera Alternativa, Partito Democratico, Sinistra Italiana e Articolo Uno) potrebbe dare una boccata di ossigeno a quanti stanno subendo gli effetti negativi dovuti al diffondersi dell'epidemia Covid-19. Abbiamo chiesto al giovinazzese Nico Bavaro, segretario regionale di SI di chiarirci ulteriormente le idee. Ed ecco cosa ci ha risposto.
Segretario, quando vi è venuta in mente questa proposta?
«L'idea di formulare una proposta per stoppare le tasse per chi è in difficoltà in questo momento di crisi è maturata già domenica scorsa, nel primo giorno in cui si sono manifestati gli effetti psicologi del Coronavirus anche da noi. Parliamo del giorno dopo l'istituzione della zona di contenimento che ha portato all'assalto ai treni dei meridionali in fuga verso casa. Quindi ben prima dell'allargamento della zona rossa a tutta Italia. Abbiamo pensato, congiuntamente con tutte le forze politiche di opposizione, di avanzare una proposta di buon senso, che credo possa essere accolta. Il Governo ha allo studio delle misure di sostegno, che probabilmente saranno varate nelle prossime ore, al reddito delle famiglie, degli autonomi, delle partite iva e dei lavoratori dipendenti, con l'auspicio che siano risorse sufficienti».
Si può allargare la proposta partita da Giovinazzo a tutto il territorio regionale?
«Si può e si deve fare di più. Noi abbiamo avanzato una proposta sul territorio comunale di nostra competenza. Ma è evidente che la Regione può e deve intervenire, per armonizzare i diversi interventi economici che si possono mettere in campo per aiutare le categorie più deboli e più fragili, quelle cioè che possono pagare un prezzo altissimo agli effetti economici del Coronavirus oltre che a quelli sanitari. Molto ovviamente dipende anche dalla forza con cui decide di intervenire il Governo nazionale. Io penso che bisogna bloccare mutui, tasse, bisogna bloccare anche i licenziamenti. Può capitare che ci sia qualche furbetto che approfitti della crisi per ristrutturare in qualche modo le sue aziende. C'è bisogno di interventi forti e netti a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini italiani e per il reddito delle persone e delle famiglie. Stiamo rischiando molto grosso».
Minaccia Coronavirus: come come sta rispondendo la sanità regionale?
«Al momento in Puglia non abbiamo una situazione di emergenza. Temo che ci troveremo presto ad affrontare l'allargamento del contagio. Si stima che il picco qui in Puglia possa arrivare tra fine marzo e inizio aprile. È ovvio che, anche sulla scorta dell'esperienza di quello che sta accadendo nelle regioni del nord, dobbiamo farci trovare super preparati. È un ottima cosa che la Regione abbia nominato capo della task force contro il Coronavirus il professor Lopalco. Bisogna però assolutamente imporre un accordo alle strutture private convenzionate per l'utilizzo dei posti di terapia intensiva, facendo in modo però che il privato su questo utilizzo non ci faccia ulteriori guadagni: non sarebbe tollerabile che si utilizzi una emergenza sanitaria per aumentare le remunerazioni delle prestazioni che già il pubblico fa ai privati con le tasse di tutti noi. Nessuno si approfitti della crisi».
Come giudica finora la gestione dell'emergenza a livello nazionale e regionale?
«Io penso che ciascuno debba giudicare sulla base di ciò che sa; io non sono un epidemiologo, non sono uno scienziato e non mi permetto di esprimere giudizi sulla gestione dell'emergenza, soprattutto sul piano nazionale: non è una materia semplicissima da affrontare e ognuno deve fare il proprio lavoro. Sono però abbastanza sicuro di una cosa, servono misure dure e restrittive, un po' come quelle che sono state assunte; l'esperienza dl governo cinese ci dice che quelle sono le misure che funzionano per contenere il contagio e per togliere ossigeno alla diffusione infinita del virus. È evidente che c'è una velocità di diffusione molto elevata e una certa virulenza che costringe molte persone a finire nelle terapie intensive degli ospedali. Il nostro sistema sanitario non può permettersi un affollamento di questo tipo, rischiamo seriamente di vedere esauriti i posti letto. Per questo vanno adottate le misure necessarie, anche le più dure, per frenare il contagio. Poi serve avere fiducia nelle istituzioni, fiducia nel nostro sistema sanitario, che resta tra i migliori al mondo, e fiducia anche tra noi cittadini per rispettare quello che viene indicato dalle istituzioni, consapevoli che ci rialzeremo tutti insieme».
Segretario, quando vi è venuta in mente questa proposta?
«L'idea di formulare una proposta per stoppare le tasse per chi è in difficoltà in questo momento di crisi è maturata già domenica scorsa, nel primo giorno in cui si sono manifestati gli effetti psicologi del Coronavirus anche da noi. Parliamo del giorno dopo l'istituzione della zona di contenimento che ha portato all'assalto ai treni dei meridionali in fuga verso casa. Quindi ben prima dell'allargamento della zona rossa a tutta Italia. Abbiamo pensato, congiuntamente con tutte le forze politiche di opposizione, di avanzare una proposta di buon senso, che credo possa essere accolta. Il Governo ha allo studio delle misure di sostegno, che probabilmente saranno varate nelle prossime ore, al reddito delle famiglie, degli autonomi, delle partite iva e dei lavoratori dipendenti, con l'auspicio che siano risorse sufficienti».
Si può allargare la proposta partita da Giovinazzo a tutto il territorio regionale?
«Si può e si deve fare di più. Noi abbiamo avanzato una proposta sul territorio comunale di nostra competenza. Ma è evidente che la Regione può e deve intervenire, per armonizzare i diversi interventi economici che si possono mettere in campo per aiutare le categorie più deboli e più fragili, quelle cioè che possono pagare un prezzo altissimo agli effetti economici del Coronavirus oltre che a quelli sanitari. Molto ovviamente dipende anche dalla forza con cui decide di intervenire il Governo nazionale. Io penso che bisogna bloccare mutui, tasse, bisogna bloccare anche i licenziamenti. Può capitare che ci sia qualche furbetto che approfitti della crisi per ristrutturare in qualche modo le sue aziende. C'è bisogno di interventi forti e netti a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini italiani e per il reddito delle persone e delle famiglie. Stiamo rischiando molto grosso».
Minaccia Coronavirus: come come sta rispondendo la sanità regionale?
«Al momento in Puglia non abbiamo una situazione di emergenza. Temo che ci troveremo presto ad affrontare l'allargamento del contagio. Si stima che il picco qui in Puglia possa arrivare tra fine marzo e inizio aprile. È ovvio che, anche sulla scorta dell'esperienza di quello che sta accadendo nelle regioni del nord, dobbiamo farci trovare super preparati. È un ottima cosa che la Regione abbia nominato capo della task force contro il Coronavirus il professor Lopalco. Bisogna però assolutamente imporre un accordo alle strutture private convenzionate per l'utilizzo dei posti di terapia intensiva, facendo in modo però che il privato su questo utilizzo non ci faccia ulteriori guadagni: non sarebbe tollerabile che si utilizzi una emergenza sanitaria per aumentare le remunerazioni delle prestazioni che già il pubblico fa ai privati con le tasse di tutti noi. Nessuno si approfitti della crisi».
Come giudica finora la gestione dell'emergenza a livello nazionale e regionale?
«Io penso che ciascuno debba giudicare sulla base di ciò che sa; io non sono un epidemiologo, non sono uno scienziato e non mi permetto di esprimere giudizi sulla gestione dell'emergenza, soprattutto sul piano nazionale: non è una materia semplicissima da affrontare e ognuno deve fare il proprio lavoro. Sono però abbastanza sicuro di una cosa, servono misure dure e restrittive, un po' come quelle che sono state assunte; l'esperienza dl governo cinese ci dice che quelle sono le misure che funzionano per contenere il contagio e per togliere ossigeno alla diffusione infinita del virus. È evidente che c'è una velocità di diffusione molto elevata e una certa virulenza che costringe molte persone a finire nelle terapie intensive degli ospedali. Il nostro sistema sanitario non può permettersi un affollamento di questo tipo, rischiamo seriamente di vedere esauriti i posti letto. Per questo vanno adottate le misure necessarie, anche le più dure, per frenare il contagio. Poi serve avere fiducia nelle istituzioni, fiducia nel nostro sistema sanitario, che resta tra i migliori al mondo, e fiducia anche tra noi cittadini per rispettare quello che viene indicato dalle istituzioni, consapevoli che ci rialzeremo tutti insieme».