Politica
Statuto e regolamento comunale: una nota di Angelo Deplama
«Le discrepanze furono rilevate già dalla passata amministrazione»
Giovinazzo - sabato 4 ottobre 2014
07.35
«Senza voler entrare nella polemica tra il Presidente del Consiglio Comunale ed alcuni consiglieri, ritengo opportuno far presente che nel quinquennio 2007-2012 della sua vita l'Ufficio di Presidenza del Comune di Giovinazzo rilevò alcune discrepanze tra Statuto e Regolamento C.C., formulando all'unanimità pareri vincolanti per l'attività degli organi istituzionali e, di conseguenza, avanzando proposte di modifica».
Lo afferma Angelo Depalma, già presidente del consiglio nella seconda amministrazione targata Antonello Natalicchio, che entra così in un dibattito dai toni accesi, che in questi giorni sta tenendo banco negli ambienti politici locali. «Le proposte di revisione, purtroppo – ricorda Depalma - restavano senza esito, perché all'epoca si riteneva imminente la riforma del Titolo V della Costituzione, che avrebbe comportato importanti novità anche per i comuni». Quindi secondo l'ex presidente del consiglio quelle discrepanze che oggi Favuzzi rileva, erano note già negli anni scorsi. Discrepanze che emergerebbero non solo tra i singoli articoli del regolamento, ma anche tra quest'ultimo e lo Statuto comunale, quella raccolta di norme cioè, che sono il fondamento per la vita politica e amministrativa della città. «Prima della fine del suo mandato – continua Deplama - l'Ufficio rammentava al Sindaco ed al Segretario Comunale tutte le proposte di modifica a suo tempo inviate ed in attesa di approvazione». In particolare le proposte di variazione del regolamento riguardavano per lo più articoli che definivano la composizione dei gruppi consiliari, i gettoni di presenza dovuti ai singoli consiglieri e le riunioni in seconda convocazione delle sedute di consiglio comunale. Nulla che però riguardi le modalità di convocazione della conferenza dei capigruppo, ovvero quello che è il punto del contendere tra Favuzzi e le opposizioni.
«In un incontro avuto con il Vice-sindaco, dott. Sollecito, subito dopo l'insediamento della nuova amministrazione - conclude Depalma - in un'ottica di continuità della vita amministrativa, tra l'altro, ribadivo la necessità e l'opportunità che il nuovo Consiglio procedesse all'esame delle proposte depositate ed all'approvazione delle modifiche, vista la persistente assenza di riforma del Titolo V da parte del Parlamento».
Lo afferma Angelo Depalma, già presidente del consiglio nella seconda amministrazione targata Antonello Natalicchio, che entra così in un dibattito dai toni accesi, che in questi giorni sta tenendo banco negli ambienti politici locali. «Le proposte di revisione, purtroppo – ricorda Depalma - restavano senza esito, perché all'epoca si riteneva imminente la riforma del Titolo V della Costituzione, che avrebbe comportato importanti novità anche per i comuni». Quindi secondo l'ex presidente del consiglio quelle discrepanze che oggi Favuzzi rileva, erano note già negli anni scorsi. Discrepanze che emergerebbero non solo tra i singoli articoli del regolamento, ma anche tra quest'ultimo e lo Statuto comunale, quella raccolta di norme cioè, che sono il fondamento per la vita politica e amministrativa della città. «Prima della fine del suo mandato – continua Deplama - l'Ufficio rammentava al Sindaco ed al Segretario Comunale tutte le proposte di modifica a suo tempo inviate ed in attesa di approvazione». In particolare le proposte di variazione del regolamento riguardavano per lo più articoli che definivano la composizione dei gruppi consiliari, i gettoni di presenza dovuti ai singoli consiglieri e le riunioni in seconda convocazione delle sedute di consiglio comunale. Nulla che però riguardi le modalità di convocazione della conferenza dei capigruppo, ovvero quello che è il punto del contendere tra Favuzzi e le opposizioni.
«In un incontro avuto con il Vice-sindaco, dott. Sollecito, subito dopo l'insediamento della nuova amministrazione - conclude Depalma - in un'ottica di continuità della vita amministrativa, tra l'altro, ribadivo la necessità e l'opportunità che il nuovo Consiglio procedesse all'esame delle proposte depositate ed all'approvazione delle modifiche, vista la persistente assenza di riforma del Titolo V da parte del Parlamento».