Vita di città
Sollecito su don Tonino: «Ha saputo guardare con occhi nuovi al Sud»
Il sindaco di Giovinazzo ricorda il vescovo Venerabile amico degli ultimi
Giovinazzo - giovedì 20 aprile 2023
17.31
È Venerabile per la Chiesa Cattolica ed è ancora guida per chi lo ha conosciuto. Non ci sono persone, credenti e non, sopra i 35 anni che a Giovinazzo non ricordino don Tonino Bello. Vivida è la sua testimonianza di pastore tra gli ultimi, di promotore di pace «senza alzare bandiere», come ha ricordato suo nipote quest'oggi ad Alessano, città natale del vescovo amico dei poveri.
Abbiamo chiesto al sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, di darci una sua testimonianza su don Tonino, per il ruolo che ricopre, certamente, ma anche per la sua scuola di vita, la sua crescita umana e spirituale nelle fila di Azione Cattolica.
«Io non ho un ricordo vivido di don Tonino perché nel 1993 avevo appena 10 anni - ha ammesso -. Ho conosciuto però il Nostro compianto vescovo dai suoi scritti, dalle sue opere e dalla testimonianza di quanti lo hanno conosciuto e hanno con lui collaborato. Per me è il vescovo che ha saputo guardare con occhi nuovi al Sud (inteso come Sud di Italia, ma anche emblematico dei tanti Mezzogiorno del mondo, di zone svantaggiate, dove tutto è più complicato, ndr), che ha dato un senso al desiderio di Pace come azione e non come inazione, il vescovo che per primo dava l'esempio sulla chiesa del "grembiule", il vescovo della bellissima lettera a Giuseppe, il vescovo del rapporto speciale con i suoi giovani. Ancora oggi il carico profetico delle sue parole risuona con forza - è la sottolineatura -, così come il suo invito alla speranza rivolto agli ultimi. Oggi celebriamo il trentennale della sua nascita al cielo, con la consapevolezza di aver avuto un dono immenso, un segno della santità feriale nelle persona di un vescovo indimenticato».
Chissà come guarderebbe don Tonino le nostre comunità oggi. Chissà cosa ci direbbe, come ci spronerebbe ad essere maggiormente protagonisti del Bene. Di certo lo farebbe con quel suo sorriso che infondeva speranza anche nei cuori più duri.
Abbiamo chiesto al sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, di darci una sua testimonianza su don Tonino, per il ruolo che ricopre, certamente, ma anche per la sua scuola di vita, la sua crescita umana e spirituale nelle fila di Azione Cattolica.
«Io non ho un ricordo vivido di don Tonino perché nel 1993 avevo appena 10 anni - ha ammesso -. Ho conosciuto però il Nostro compianto vescovo dai suoi scritti, dalle sue opere e dalla testimonianza di quanti lo hanno conosciuto e hanno con lui collaborato. Per me è il vescovo che ha saputo guardare con occhi nuovi al Sud (inteso come Sud di Italia, ma anche emblematico dei tanti Mezzogiorno del mondo, di zone svantaggiate, dove tutto è più complicato, ndr), che ha dato un senso al desiderio di Pace come azione e non come inazione, il vescovo che per primo dava l'esempio sulla chiesa del "grembiule", il vescovo della bellissima lettera a Giuseppe, il vescovo del rapporto speciale con i suoi giovani. Ancora oggi il carico profetico delle sue parole risuona con forza - è la sottolineatura -, così come il suo invito alla speranza rivolto agli ultimi. Oggi celebriamo il trentennale della sua nascita al cielo, con la consapevolezza di aver avuto un dono immenso, un segno della santità feriale nelle persona di un vescovo indimenticato».
Chissà come guarderebbe don Tonino le nostre comunità oggi. Chissà cosa ci direbbe, come ci spronerebbe ad essere maggiormente protagonisti del Bene. Di certo lo farebbe con quel suo sorriso che infondeva speranza anche nei cuori più duri.