Michele Sollecito
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Attualità

Sollecito firma per il referendum sull'autonomia differenziata

Le riflessioni del sindaco di Giovinazzo

Il sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, ha firmato per il referendum che intende abrogare la legge sull'autonomia differenziata. Il perché in un lungo post che vi riproponiamo integralmente:

«Oggi ho firmato per sostenere il referendum per abrogare la Legge 26 giugno 2024, n. 86 per attuare l'autonomia differenziata.

L'approvazione della Legge, portata avanti adesso dal Governo e in particolare dalla Lega Nord, in passato anche da partiti del centrosinistra, vuole dare attuazione alla riforma del titolo V della Costituzione avvenuta nel lontano 2001 (art. 116, comma terzo: «Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119»).

In sostanza si attua il passaggio costituzionale e le Regioni potranno chiedere di gestire direttamente tantissime materie: rapporti internazionali, lavoro, istruzione, ricerca, università, sport, protezione civile, porti e aeroporti, distribuzione energia, trasporti, beni culturali, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.

Ogni Regione potrà chiedere le materie che vorrà gestire, tutte, o in parte. Nascerebbe una Repubblica strutturata con un regionalismo differenziato o asimmetrico. O, per i più critici, nascerebbe un'Italia "arlecchinesca", nel senso che da regione a regione potrebbe cambiare la modalità di gestione delle materie di governo.

Un passo in avanti si è registrato sull'argomento dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), un parametro oggettivo per stabilire lo standard minimo dei servizi al cittadino dalle Alpi alla Sicilia. Il Governo si è impegnato per portare avanti questo studio con una commissione ad hoc presieduta da Sabino Cassese non certo uno sprovveduto. Dei LEP abbiamo bisogno, per capire davvero dove le regioni sono deficitarie e come orientare risorse economiche ed umane per garantire uguali livelli di prestazione in tutto il Paese. Lo studio è in itinere e ad oggi non avere certezze su come ridurre le disuguaglianze è motivo di preoccupazione.

Il tema dell'autonomia differenziata è molto dibattuto perché una "regionalizzazione" del sistema di governo potrebbe aumentare le diseguaglianze Nord-Sud in quanto non vi sono al momento risorse per la perequazione tra regioni a ridotta capacità fiscale e regioni più ricche, perché non vi sono certezze sull'effettiva volontà di coprire il gap Nord-Sud in termini infrastrutturali e non solo di offerta dei servizi. E ancora: il tema è delicato perché la "regionalizzazione" del sistema universitario e scolastico potrebbe comportare una concorrenza deleteria tra regioni in grado di supportare economicamente questo sistema (e ciò anche in altri ambiti).

Ho firmato ma ho seri dubbi sulla bontà politica del fronte referendario: dare al referendum il significato di espressione di sfiducia all'intero operato del governo probabilmente porterà a mobilitare i militanti di opposizione ma distoglierà a breve l'attenzione sul tema dell'autonomia che giace incompiuta dal 2001, ovvero da quando si è modificato il titolo V della Costituzione; non si capisce inoltre quale è la reale intenzione dei partiti che stano animando la raccolta firme: sono per realizzare l'autonomia differenziata con una soluzione di compromesso che migliori la legge Calderoli? Sono per un federalismo perfetto – le stesse materie delegate a tutte le Regioni? Sono per un ritorno al centralismo statale con la modifica al dettato costituzionale del 2001 per mettere una parola tombale sull'autonomia differenziata? Ecco su queste opzioni sarebbe opportuno avere chiarezza per rispetto degli elettori. Perché chiamare la gente al voto senza affrontare questi nodi sarebbe inopportuno e ingiusto.

Ad oggi la situazione è già di per se paradossale: Fratelli d'Italia spinge per questa riforma sebbene il regionalismo non sia nel dna costitutivo del partito (fino a qualche anno fa il partito era per l'eliminazione delle Regioni), il Partito Democratico spinge per abrogare la legge Calderoli sebbene lo stesso Stefano Bonaccini avesse dichiarato in passato – con Elly Schlein ai tempi vicepresidente dell'Emilia Romagna - di vedere nell'autonomia differenziata una opportunità per le Regioni. Bene Forza Italia che sul tema ha istituito un proprio osservatorio e che sta dimostrando di attenzionare meglio di tutti e senza pregiudizi questa riforma.

Nel tempo la linea della coerenza su questo tema è saltata più volte. Se volete coerenza, studio, dettaglio, precisione, bisogna rivolgersi a giornalisti e studiosi che da tempo hanno posto il problema delle disuguaglianze tra Nord e Sud in diverse pubblicazioni: Fabrizio Barca, Marco Esposito, Gianfranco Viesti in primis.

Io dal canto mio ho sempre preferito lo studio personale agli orientamento di partiti o ai sondaggi. Ho sempre preferito mettere le ragioni della mia terra dinanzi alle opportunità offerte dalla politica. È per questo motivo che avverso questa riforma sia quando era il ministro Boccia (PD) ad occuparsene e sia ora che al ministero vi è Calderoli della Lega Nord. Sono convinto che su alcune materie non possa esserci una gestione differenziata e che quindi queste debbano restare al di fuori di questa riforma. La stessa gestione a macchia di leopardo della pandemia da Covid-19 ha dimostrato il caos dell'Italia frammentata da ordinanze e disposizioni diverse da regione a regione.

Di certo l'immagine del Parlamento che approva la legge e i cui esponenti di maggioranza sventolano le bandiere di tanti stati e staterelli (alcuni mai esistiti), piuttosto che il tricolore italiano, mi fa pensare tutto il peggio possibile di questa volontà politica.

Spero possiate apprezzare la mia trasparenza sul tema che ormai seguo da anni e che molto mi appassiona ancor di più da quando sono primo cittadino. Rispetto le posizioni di tutti e non voglio forzare nessuno, ma è bene che su questi argomenti ci si confronti con chiarezza e lealtà per onorare il primato della Politica»
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