Politica
Sollecito contro il decreto legge Salvini
L'Assessore alle Politiche Sociali: «Si mina un modello di integrazione invidiato in tutta Europa»
Giovinazzo - sabato 3 novembre 2018
05.30
Dopo la posizione ufficiale espressa da Italia in Comune sul decreto Salvini in fatto di immigrazione, anche l'Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Giovinazzo, Michele Sollecito, è intervenuto sul punto.
Lo ha fatto non solo da aderente al movimento politico che unisce amministratori in tutta Italia, ma anche perché lui è tra i maggiori sostenitori del progetto SPRAR (Servizio centrale per i richiedenti asilo e rifugiati) che ha portato a Giovinazzo, dal 2016, ragazzi che nei loro Paesi sarebbero stati in pericolo di vita. Alloggiano dalla suore in via Cappuccini, li si vede ogni tanto in piazzetta delle Rimembranze e non sono mai stati un problema né tanto meno un pericolo per la comunità locale. Sono invece un simbolo di integrazione.
«Pare che il decreto-legge Salvini preveda la chiusura di molti SPRAR - si legge nella nota - ovvero il sistema di accoglienza dedicato a rifugiati e richiedenti asilo diffuso su tutto il territorio, nato dalla collaborazione con Ministero dell'Interno ed ANCI, una buona pratica che si è consolidata negli anni. Si mina un modello di integrazione invidiato in tutta Europa e che, per inciso, hanno messo in pratica diversi Comuni anche di centrodestra».
Sollecito col suo post su Facebook ha ribadito una posizione netta e ha voluto evitare che la discussione sul popolare social potesse prendere degenerare. L'Assessore ha quindi chiesto di tacere a coloro i quali «non sanno cosa sia il Pocket Money e sono ossessionati dai 35 euro al giorno (che non vanno tout court agli ospiti); non sanno che il diritto d'asilo è previsto dall'articolo 10 della nostra Costituzione; non sanno che i tempi di verifica del diritto d'asilo non sono sempre ottimali e che nel frattempo l'accoglienza diffusa si è dimostrata la migliore pratica messa in campo dallo Stato; non sanno quanto abbia aiutato uno SPRAR nel favorire nei Comuni l'integrazione di immigrati regolari, da episodi di aiuto reciproco ad episodi di collaborazione istituzionale (penso ad esempio all'aiuto nel favorire mediatori culturali o linguistici nelle scuole)».
Infine una precisazione d'obbligo per un amministratore in genere sempre moderato come lui: «Il Governo ed il Ministro è legittimato a dare nuovi indirizzi politici anche in materia di gestione dei flussi migratori - ha scritto -, mi chiedo solo perché minare le pratiche che funzionano. L'Italia dovrebbe recuperare un po' di sano equilibrio - ha concluso Sollecito -, passare da un estremo all'altro in certi campi potrebbe produrre nuovi scompensi».
Lo ha fatto non solo da aderente al movimento politico che unisce amministratori in tutta Italia, ma anche perché lui è tra i maggiori sostenitori del progetto SPRAR (Servizio centrale per i richiedenti asilo e rifugiati) che ha portato a Giovinazzo, dal 2016, ragazzi che nei loro Paesi sarebbero stati in pericolo di vita. Alloggiano dalla suore in via Cappuccini, li si vede ogni tanto in piazzetta delle Rimembranze e non sono mai stati un problema né tanto meno un pericolo per la comunità locale. Sono invece un simbolo di integrazione.
«Pare che il decreto-legge Salvini preveda la chiusura di molti SPRAR - si legge nella nota - ovvero il sistema di accoglienza dedicato a rifugiati e richiedenti asilo diffuso su tutto il territorio, nato dalla collaborazione con Ministero dell'Interno ed ANCI, una buona pratica che si è consolidata negli anni. Si mina un modello di integrazione invidiato in tutta Europa e che, per inciso, hanno messo in pratica diversi Comuni anche di centrodestra».
Sollecito col suo post su Facebook ha ribadito una posizione netta e ha voluto evitare che la discussione sul popolare social potesse prendere degenerare. L'Assessore ha quindi chiesto di tacere a coloro i quali «non sanno cosa sia il Pocket Money e sono ossessionati dai 35 euro al giorno (che non vanno tout court agli ospiti); non sanno che il diritto d'asilo è previsto dall'articolo 10 della nostra Costituzione; non sanno che i tempi di verifica del diritto d'asilo non sono sempre ottimali e che nel frattempo l'accoglienza diffusa si è dimostrata la migliore pratica messa in campo dallo Stato; non sanno quanto abbia aiutato uno SPRAR nel favorire nei Comuni l'integrazione di immigrati regolari, da episodi di aiuto reciproco ad episodi di collaborazione istituzionale (penso ad esempio all'aiuto nel favorire mediatori culturali o linguistici nelle scuole)».
Infine una precisazione d'obbligo per un amministratore in genere sempre moderato come lui: «Il Governo ed il Ministro è legittimato a dare nuovi indirizzi politici anche in materia di gestione dei flussi migratori - ha scritto -, mi chiedo solo perché minare le pratiche che funzionano. L'Italia dovrebbe recuperare un po' di sano equilibrio - ha concluso Sollecito -, passare da un estremo all'altro in certi campi potrebbe produrre nuovi scompensi».